Premessa
Noi tutti genitori, insegnanti ed educatori siamo consapevoli del fatto che nella nostra società i problemi dei bambini e degli adolescenti sono davvero numerosi e di forma diversa. All’elenco dei tanti disagi però si aggiunge oggi una nuova fonte di preoccupazione: i gravi disturbi causati dall’allontanamento dal mondo della natura.
Ricerche e studi internazionali, psicologia e neuroscienze, osservazioni dal mondo pedagogico e scolastico,ma anche moniti ai governi da parte di istituzioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo sottolineano ripetutamente: ipnotizzare davanti agli schermi digitali, imprigionate nel mondo virtuale di internet, immobilizzate nel cemento delle nostre case e città, le nuove generazioni soffrono di “malattia di mancanza di natura” che riguardano la sfera complessiva della loro salute fisica, psicologica e spirituale.
Tra i sintomi di questa sofferenza,accuratamente descritti nella prima parte di questo volume, si segnalano: ansia, depressione, aggressività, disturbi dell’apprendimento e dell’attenzione come l’ADHD, ritardo nello sviluppo delle facoltà cognitive e delle capacità motori, disfunzioni sensoriali. Una risorsa per curare molti di questi problemi è però a portata di mano, gratuita, efficace e senza effetti collaterali: è la natura vivente, capace di prevenire molte forme di sofferenza mentale o fisica e di stimolare e rinforzare lo sviluppo corporeo, cognitivo e psicologico. Ed è di questa “medicina” che, con suggerimenti pratici e dettagliati, tratta la seconda parte del libro, del modo in cui la si può “assumere” e praticare con i figli di tutte le età e delle molteplici esperienze che offre ai genitori, agli insegnanti ed educatori interessati al bene di chi è affidato alle loro cure.
E’ nella natura infatti che i bambini e adolescenti possono, se ci impegniamo nel portarceli, ritrovare serenità, vitalità e gioia di vivere.
Parte I
PERCHE’ RIPORTARE I BAMBINI NELLA NATURA
LA NATURA SEMPRE PIU’ LONTANA
I bambini hanno già capito (e piu’ di noi adulti.)
Qualche giorno fa mi trovavo in un parco. Una giornata bellissima di inizio primavera, aria, luce, nuovi colori, pollini volanti portati a miriadi dal vento… Stavo seduto per osservare e ascoltare la natura intorno, quando mi si sono avvicinati un padre e il figlio di circa sei/sette anni.
Giocavano a passarsi il pallone. <<Ottimo! – ho pensato. Ecco un bambino fortunato perchè passa del tempo con suo padre!>> Poco dopo però il padre ha iniziato a mettere fretta al figlio dicendogli che era ora di andare, di tornare a casa per lavarsi e prepararsi per la cena. Il bambino non sembrava affatto convinto di dover andare via e così i due hanno iniziato a litigare tra tira e molla, allontanamenti, mugugni e qualche sculacciata. Fino a quando, il bambino, ormai convinto dal padre, gli ha gridato: <<Ma perchè dobbiamo tornare a casa? Qui si sta così bene e a casa mi mettete sempre davanti al televisore!>>
E’ evidente: i bambini hanno già capito che è molto piu’ piacevole stare nella natura, giocando all’aperto e in relazione con genitori veri in carne ed ossa, piuttosto che passare il tempo davanti a uno dei tanti schermi del mondo digitale che, dicono le pubblicità, sarebbero in vendita per darci la libertà, comunicazione illimitata con gli altri e realtà artificiali che, nella loro perfezione in megapixel, superano la realtà naturale stessa.
Già, i bambini gli adulti lo hanno capito ma gli adulti no. Tanto è vero che l’intelligenza di bambini come questo, che vorrebbero correre nella luce del sole ma sono spinti a stare seduti davanti a un videogioco, è destinata a spegnersi in un infanzia riempita con tablet, smartphone e computer, o con la wonderful life che (dice il sito di una nota console) ci propongono i videogames… Forse, i bambini, di questa wonderful life, ne farebbero volentieri a meno. Anche perchè è finta, mentre un pallone da prendere a calci in un prato animato da centinaia di fiori nel vento è un’esperienza meravigliosamente vera.