Il mare nero sembra respirare sul suo letto di sabbia che arriva all’orizzonte. Il cielo non esiste, è fuso con l’acqua; poco fa la luna ci aveva steso sopra un velo di luce, ma ora non c’è piu’. Si sentono soltanto il buio e un rumore gentile di onde che giungono dal centro della Terra e sfiorano l’alta scogliera,, unica muraglia dell’isola.
Le ginestre nude si stringono alla roccia, i fichi d’india, prima di smeraldo, ora sono scuri come il loro mare, e si fanno scuotere dal vento fra tamerici spoglie. L’odore salmastro che si alza dagli scogli si stempera nell’incontro con profumi di convivi serali.
Le finestre si accendono e si spengono quasi a intermittenza, c’è chi accompagna i bambini a dormire e chi indugia seduto a tavola con compagnie festanti. Le porte brillano di ghirlande di led gialli e bianchi. Dal paese provengono ancora le voci confuse di chi ha seguito la processione, il santo è ormai al sicuro nella sua cappella, tra il vischio e i ciclamini dai petali gelati.
Il mare continua a muovere la sua enorme schiena nera sul fondale, le onde montano spinte da una corrente che si sta facendo rabbiosa. Una falena color legno vola a fatica fino alla finestra di una casa aggrappata alla montagna, è una falena maschio, le femmine della sua specie non volano, hanno ali troppo piccole.
Questa è la casa di Caterina, una donna che dorme sola da tanti anni, le sue guance vuote poggiano pesanti sulla federa di flanella consunta, dure di un inconsapevole disappunto. Il fischio del vento non le piace, le entra fin nella spina dorsale facendola torcere come un pesce sul fondo di una barca.. Ma non è il vento questa sera a interrompere il suo sonno: è un rumore sordo e sconosciuto che costringe il suo corpo esile fuori dal letto.
Preme una mano sull’interruttore e una sul petto sudato. La luce si accende e la stanza si arrende alla realtà, non c’è nessuno, è tutto come è sempre stato: un letto matrimoniale di ferro battuto addossato alla parete a sud, il materasso di lana su cui è solita riposare, il comodino fatto da una torre precaria di libri che impila da anni, le ciabatte di pile con la suola scura, disposte a casaccio per terra, dove le ha lasciate poche ore prima. E infine c’è lei, Caterina.
Per lo spavento si strofina forte gli avambracci, non tanto per scaldarsi quanto per essere sicura che in quelle sue vene sottili il sangue scorra ancora. Sull’isola inizia a nevicare , lo scopre finendo per caso tra gli scuri. Non è possibile, pensa strizzando gli occhi di stagno nascosti tra i capelli arruffati mentre si avvicina alla finestra, ma è davvero neve che scende da quel cielo mediterraneo.
<<Che gli prende a questo stupido tempo!>> dice facendo un nodo alla chioma grigia che arriva piu’ o meno all’altezza dell’ombelico. Guardando attraverso la cornice, sfida il riflesso del lampadario dalle lunghe braccia di ottone.
La falena batte il suo stretto corpo di bruco sul vetro, ha occhi che sembrano bulloni, un naso che sembra un seme e una pelliccetta polverosa su tutto il muso. La vecchia rabbrividisce di disgusto. Improvvisamente un nuovo rumore, un piatto si frantuma nella stanza accanto…
Trama
È la notte di Natale su un’isola remota, circondata dal mare scuro. Caterina è una vecchia signora stravagante, un’artista, che ha scelto per sé un destino di solitudine. Non vuole prendersi cura di niente e di nessuno, nemmeno di un gatto, e per questo vive reclusa nella sua casa arroccata su uno scoglio, lo spazio in cui dà vita alle sue opere d’arte. Mentre il resto del mondo festeggia davanti a una tavola imbandita, Caterina sta per andare a dormire, sola come sempre. I suoi occhi stanno per chiudersi, quando sente un rumore di vetri che si infrangono. In salotto giace una bambina, bagnata e svenuta. L’emozione di quell’improvviso contatto umano è troppo forte, e l’unica cosa che Caterina riesce a fare è stenderle addosso una coperta, sperando che la notte le sia clemente. La mattina dopo la bambina si è svegliata, ma non ricorda nulla della sua vita precedente. Sta disperatamente cercando il papà, ma di lui rammenta solo la voce e una musica lontana. Adele, come Caterina chiama la piccola, travolge l’anziana e reticente artista con tutta la vita e i colori che porta con sé. Inizia così per entrambe un’avventura che le porta fino agli angoli più remoti della terra e che cambierà irrimediabilmente le loro esistenze e i loro cuori.