Recensione “Una donna” di Sibilla Aleramo

Questo romanzo di Sibilla Aleramo è del 1906. La sua immediata fortuna in Italia e nei paesi in cui fu tradotto segnalò una nuova scrittrice, che in seguito avrebbe fornito altre prove di valore, segnatamente nella poesia. Ma soprattutto esso richiamò l’attenzione per il suo tema: si tratta infatti di uno dei primi libri ‘femmisti’ apparsi da noi. Prefazione di Anna Folli, postfazione di Emilio Cecchi.

“Una donna” ,libro autobiografico dell’ autrice Sibilla Aleramo, pseudonimo di Felicina Faccio detta Rina, narra della sua vita sotto tutti gli aspetti: da figlia, da moglie e da madre.
La prima pubblicazione di “Una donna” risale al Novembre del 1906, fu la prima autrice del 900 a parlare di femminismo.

“Credo fermamente che il femminismo sia una delle leve che rigenereranno  il nostro vecchio mondo” annotava sul suo quaderno  nel settembre del 1897.

Nel libro “Una donna”, l’autrice narra le vicissitudini della sua esistenza, ci fa entrare nei meandri della sua anima, ci rende partecipe delle sue sventure, del suo vissuto difficile e condivide con noi lettori le difficoltà che le donne dovevano affrontare a quell’epoca.

La Faccio trascorre la sua infanzia a Milano, legata fortemente al padre col quale ha un rapporto intenso, lui è il suo mentore, con lui si trova bene intellettualmente  mentre non accetta nella madre  la sua arrendevolezza nei confronti della vita, la vede apatica, impassibile, indifferente.

Per motivi di lavoro, la famiglia è costretta a trasferirsi in un paesino delle Marche, dove  dovrà affrontare  situazioni alquanto dolorose.
Rina una volta arrivata a Porto Civitanova (Marche) deve abbandonare  gli studi per mancanza di scuole e insegnanti impreparati, inizia così ,dopo la quinta elementare ad aiutare suo papà nella fabbrica che gestiva.

“… credevo di saper già molte cose sulla vita, ma ero incapace di penetrare  la dolorosa realtà della mia casa.  Passavano i mesi , cresceva la tristezza della mamma, si diradavano le attenzioni del babbo per lei, le passeggiate in comune, ed io che non ero già più una bimba, continuavo nella mia vita come se nessuna minaccia si addensasse intorno.”

Nelle Marche il destino per Rina è funesto: il suicidio della madre prima, il distacco da suo padre, l’abuso, un matrimonio riparatore,  senza amore e scandito da violenze domestiche ,rapporti forzati e la prigionia . L’unica gioia è la nascita di suo figlio del quale non si saprà mai il nome, per scelta dell’autrice.

“Il mio orgoglio di creatura libera e riflessiva spasimava; ma non mi permetteva d’ indugiarmi in rimpianti e discolpe, mi spingeva ad accettar la responsabilità dell’accaduto.”

Il marito di Rina per motivi lavorativi deve trasferirsi a Roma, quindi tutta la famiglia trasloca.
A Roma Rina trova molti interessi e inizia a lavorare per alcune testate giornalistiche e delle case editrici, tutto questo da casa perché il marito per gelosia la tiene segregata ina casa, le concede pochi momenti di libertà.

“Ed ero più che mai  persuasa che  spetta alla donna di rivendicare sé stessa, ch’ella sola può rivelar  l’ essenza vera della propria psiche, composta, sì , d ‘amore e di maternità e di pietà, ma anche di dignità umana.”

Nella città eterna, Rina inizia ad assaporare la voglia di libertà attraverso la conoscenza del primo movimento femminile ma quando sembra che tutto stia cambiando, il marito e lei devono tornare  a porto Civitanova. Rina per la prima volta confessa al marito che vuole lasciarlo ma questo la minaccia di portarle via il bimbo e lei si sente braccata e decide per amore del figlio di seguire il marito in quel paesino del  centro Sud che nulla ha da offrirle.

“Questa la mia vita. Essere adoprata come una cosa di piacere, sentir avvinta  l’intima mia sostanza. E vedere i giorni  seguir le notti, un dopo  l’ altro, senza fine.”

Una volta arrivata al paesino, lei non ce la fa, e la sua voglia di libertà è talmente forte che una notte decide di partire e di seguire il suo destino, dopo tanti anni di sottomissione trova la forza di ribellarsi e di rimanere fedele ai suoi bisogni di donna.

“Perché nella maternità adoriamo il sacrifizio? Donde è scesa a noi questa inumana idea dell’ immolazione materna? Di madre in figlia, da secoli, si tramanda il servaggio. E’ una mostruosa catena. “

Il romanzo “Una donna” apre l’era del femminismo, il 900 è il periodo in cui le donne iniziano a imporsi nella società , iniziano a reclamare i loro diritti attraverso articoli, libri, manifestazioni e prendendo scelte molto difficili.
Un libro che testimonia quanto sia stato difficile per  le donne di allora partecipare alla vita sociale e reclamare i diritti dove non li possedevano: un grande esempio per le donne di oggi!
Rina è stata una rivendicatrice della parità femminile e una ribelle, la sua è stata una testimonianza coraggiosa.
Il suo è un testamento per le donne del futuro, per le donne di oggi è un grido che attraverso le sue parole parla alle donne rivendicandone  l’ appartenenza solo a sé stesse, mai rinnegare la propria natura , bisogna lottare per i propri ideali e per la propria libertà.
Un libro che non lascia indifferente, una storia che tratta argomenti molto importanti e ci svela il lato psicologico dell’ autrice, le sue sofferenze, i suoi patimenti, la sua solitudine e la sua forza, una lettura che non lascerà indifferenti.
Il libro l’ho acquistato in un mercatino dei libri usati anni fa,  non so come mai io abbia aspettato così tanto a leggerlo, forse non era ancora arrivato il momento, poi un pomeriggio per curiosità ho iniziato a sfogliarlo e mi ha conquistata…
Possiamo considerarlo un classico? Direi proprio di sì.
Lo consiglio? Assolutamente  sì, soprattutto alle giovani donne di oggi che del femminismo hanno un’idea un po’  distorta.

“ Ma solo  ora pensando a me  stessa, e ch’ ero io l’ incatenata, che proprio su di me la legge era come la porta d’ un carcere, ne sentivo tutta la mostruosità. E’ possibile?
La legge diceva ch’io non esistevo. Non esistevo se non per essere defraudata di tutto quanto fosse mio, i miei beni, il mio lavoro, mio figlio!

“Una Donna”
Autrice: Sibilla Aleramo “Felicina Faccio”
Casa Editrice: Feltrinelli
Genere: autobiografico
pagine: 208

Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga. Ha conseguito il corso di formazione "lettura e benessere personale come rimedio dell'anima"