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“Cigno Blu” di Marco Nese
NEL TRAGICO SCENARIO DI UN AFGHANISTAN MARTORIATO, UNA GIOVANE DONNA
LOTTA PER LA LIBERTÀ DEL SUO POPOLO E DEL SUO CUORE
Anteprima “L’ estate sospesa”
Un’estate come tante in Puglia, calda, struggente, estenuante, come solo questa terra può regalare; riti e ritmi consueti, dolci come una carezza, immutabili come una prigione. Poi l’eco di un’amicizia antica che irrompe nell’atmosfera immota della Gravina e stravolge l’esistenza di Nicolò, studente di medicina a Pisa, tornato per trascorrere le vacanze e ritrovare la famiglia.
Segnalazione: “Il passato negato” di Simonetta Pavanello
Si possono riannodare i fili spezzati dal male degli uomini e ricominciare a vivere?
Federica vive a Lugano con la madre e il fratello da oltre vent’anni, a malapena rammenta il suo vero nome e la città dove è nata; per sopravvivere ha dovuto morire, cambiare paese e identità. Palermo è una voce lontana, l’eco di affetti, bugie e ossessioni che rimangono sul fondo dell’anima, uniche tracce di una verità che non trova voce.
“Il grande scherzo” La vendetta di Arianne di Antonella Di Martino
È un testo che conquista dalla prima pagina fino all’ultima,
si fa leggere lasciando incuriositi, turbati e soprattutto
intrattenuti fino alla fine, con un unico interrogativo: riuscirà
Arianne a portare a termine la sua vendetta e a farla franca?
“Il cimitero delle bambole” di Maria Iervolino
Nel maggio del 2010 una donna viene ritrovata, uccisa, in un campo. Pare un delitto come tanti, ma, in realtà è rivelatore di tutto un mondo, di sangue che non ha mai smesso di scorrere, di amore che non ha mai smesso di seccarsi a un sole troppo forte e per nulla benefico. Soprattutto è cosa da donne, uniche e fragili, aggredite fin da piccole, inchiodate a necessità sempre imposte da uomini, anch’essi allo stesso tempo vittime e carnefici. Queste donne, Melina e le altre, sapranno raccontare e soprattutto vivere questa storia; sapranno dare senso ai loro gesti e direzione ai loro passi. E noi abbiamo la possibilità, attraverso i loro occhi e la loro voce, di rievocare quarant’anni di un entroterra accorto e nascosto, di un popolo ingenuo e perverso, condannato a essere solo un cimitero di bambole.