Una nuova vita nell’idilliaca campagna francese: l’avventura perfetta!
Improvvisamente disoccupata e single, Anna fugge nella casa dei suoi genitori in Francia. Ha proprio bisogno di una ricarica e gli splendidi colori della campagna della Loira potrebbero essere l’ideale per ripartire alla grande. Deve capire cosa vuole fare nella vita, ora che tutte le certezze vacillano e i suoi piani sono andati in fumo. Anna ha deciso di concedersi sei mesi per riprendersi, e nel frattempo darà una mano a restaurare il bed & breakfast di famiglia. Ma lavorare al progetto di ristrutturazione fianco a fianco con l’affascinante Sam si rivela più interessante del previsto…
Sarà possibile lasciarsi andare e abbracciare un nuovo inizio? L’amore non è mai una formula esatta, e Anna sta per scoprire la verità più importante di tutte: anche un cuore ferito può ricominciare a battere teneramente.
L’anima gemella può nascondersi nei posti più impensabili
«Ho trovato per caso questo libro e me ne sono innamorata. Da leggere e rileggere!»
«Adoro la Francia e questa autrice è riuscita a restituirmi le sue magiche atmosfere.»
«Sono i libri come questo che ti fanno tornare la voglia di leggere per tutta la notte.»
In memoria di Lilian.
Continuamente al mio fianco
e per sempre nel mio cuore.
MAGGIO
La parola con la A
Fra esattamente due settimane sarà il primo anniversario della nostra prima, vera uscita. Mangiare e bere in un ristorantino chic francese fu un passo avanti gigantesco; ha significato l’inizio di una nuova era nella mia relazione con Karl. Anche se metà di quella cena la passammo a parlare di lavoro, le sue intenzioni furono finalmente chiare: non eravamo più semplici colleghi e l’amore si respirava nell’aria.
Da allora, Karl deve avermi detto che mi ama più di un migliaio di volte. Potreste pensare che sto esagerando, ma posso assicurarvi che non è così. Di solito, riesce a infilarlo nella conversazione almeno tre volte al giorno. La prima volta che mi ha detto la “parola con la A”, gli è uscita con una tale semplicità dalla bocca che avrei potuto quasi non rendermene conto. Non è stato un momento di “intenso guardarsi negli occhi” seguito dalla grande rivelazione, semplicemente un disinvolto “ti amo, piccola”.
Con il passare dei mesi, ho cercato di mettere da parte la mia crescente paura che per lui si trattasse di una parola come un’altra. Per me, invece, significa talmente tanto che mi si gela il sangue ogni volta che la infila in una frase.
E, sì, sono del tutto consapevole che la nota di disapprovazione nelle mie parole mi fa sembrare un’immeritevole ingrata. Ma è tutta una questione di autoconservazione, capite. Io non pronuncerò mai più quella parola, finché non sarò sicura al cento per cento che l’uomo al quale la sto dicendo non mi ritenga anche lui la sua anima gemella, quella giusta.
L’ultima volta che ho pronunciato la “parola con la A”, è stato sei anni fa. La dissi a un ragazzo che conoscevo dall’infanzia e che credevo sinceramente mi avrebbe sposata, una volta arrivato il momento giusto. Era bello in modo evidente, animato dall’ambizione ed eccitante da avere attorno. Tutti quelli che conoscevamo pensavano che fossimo la coppia perfetta, tranne il tipo in questione, purtroppo, come poi si è rivelato.
Will entrò nella mia vita quando io ero una preadolescente molto precoce e facevo il conto alla rovescia dei giorni che mancavano al tanto venerato status. Ero fermamente convinta che la mia vita sarebbe cambiata dal giorno alla notte. Ed è stato così quando Will e la sua famiglia si trasferirono nella casa accanto alla mia. Ne fu la dimostrazione il fatto che in un lasso temporale incredibilmente breve lui diventò tutto per me. Il primo sguardo che ci scambiammo fu magico e il miglior regalo di compleanno che avrei mai potuto ricevere.
Da compagni di classe, diventammo migliori amici, in quei traumatici anni della scuola in cui gli ormoni ti cambiano in modi che non sempre comprendi. Con essi arrivano le montagne russe degli incredibili picchi di euforia e dei devastanti abissi di tristezza. Scandite da importanti eventi nella tua vita, come le feste a cui vieni invitata e i gruppi con cui passi il tempo, è lì che hai bisogno di un vero complice. Will era il mio amico e io ero sua amica, la vita non sarebbe potuta andare meglio. E fu così… finché un giorno lui non mi spezzò il cuore.
Il dilemma
Sono consapevole che Lizzie mi stia fissando dall’altro lato del solito tavolo nella nostra piccola caffetteria preferita. Con i tavoli di pino spazzolato, uno diverso dall’altro, e l’eclettico miscuglio di sedie riciclate, è un posto accogliente. Ti sembra di essere seduto nella cucina di una fattoria e vieni sempre accolto con un caldo benvenuto. Ma dopotutto passiamo parecchio tempo qui dentro.
Stiamo di nuovo discutendo del dilemma che ultimamente non fa altro che consumarmi. Ovvero, quanto può essere salutare una relazione basata sulla menzogna?
«È ovvio che ti ami, Anna», risponde Lizzie alla domanda che ho buttato lì senza pensare. Con il nostro imminente primo anniversario, Karl non sembra comunicare alcun passo avanti degno di nota nella nostra relazione.
Ma bisogna provare il dolore della delusione amorosa per essere in grado di capire perché ti lascia una cicatrice sul cuore. Lizzie è felicemente presa da una relazione che sta giungendo al suo secondo anniversario; e sfoggia un fantastico anello di fidanzamento comprato con il cuore. Daniel è il suo primo e unico amore e se lo tiene stretto.
«Voi due siete sempre insieme e Karl stravede per te», commenta con enfasi, incapace di capire cos’è che tormenta il mio fragile cuore. Dal momento che non rispondo, Lizzie solleva le sopracciglia, chiaramente esasperata.
«Il trasloco nella tua nuova casa, non era un test? Dimmi che non lo era». Spalanca la bocca con sgomento.
Chino la testa. Di solito sono un libro aperto per Lizzie, che è la mia migliore amica da quando sono tornata a Dursley dopo l’università. Il fatto di aver ingannato anche lei, indica quanto mi sia impegnata nel far sembrare le mie recenti decisioni significative e incoraggianti. Volevo che Karl vedesse che anch’io avevo dei progetti per il futuro, perché era la verità, anche se lui non era del tutto sicuro sul nostro futuro come coppia. Stare a vedere cosa potesse accadere era come tenersi a galla. Ma nel profondo sapevo di avere un secondo fine.
«Lui non ha detto una parola. È una casetta fantastica e mi piace avere dello spazio in più per me, ma speravo davvero che potesse far riflettere Karl su quello che lui desidera per il futuro».
«Volevi che ti dicesse che si sarebbe trasferito da te? O che ti desse la chiave di casa sua? Oh, Anna, magari per lui è solo troppo presto».
Vorrei tanto lanciare un lungo e agonizzante urlo, per calmare il mio crescente senso di frustrazione. È passato un altro anno della mia vita e ho pensato davvero di poter concludere qualcosa. Ho sperato che stavolta stesse succedendo davvero, ma ogni giorno che passa mi sento sempre più confusa. La mancanza d’interesse da parte di Karl nel discutere del nostro futuro mi risucchia via tutta la gioia di ogni istante che passiamo assieme. Sulla carta, lui è perfetto; probabilmente siamo la coppia perfetta. Allora perché ho questa opprimente sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato? La storia si sta ripetendo?
«O magari gli piace la sua vita così com’è», commento, cercando di evitare il contatto visivo con Lizzie, dato che so che ha un debole per Karl.
«Parlagli; digli quello che provi. L’ho sentito dire che ti ama, lo fa di continuo».
E rischiare di trovarmi dall’altra parte del suo sorriso imbarazzato? Quello che si sfodera quando si fa finta di non vedere il proverbiale elefante nella stanza? Se Karl non si è ancora accorto del mio crescente disagio riguardo alla nostra situazione, allora non mi conosce affatto. Io faccio caso a ogni singola volta che lui pronuncia “la parola con la A”, non per le classiche ragioni, ma perché io non gli ho mai risposto. E lui non si è mai reso conto di questa mia omissione. Ed è esattamente ciò che mi preoccupa.
«Ci penserò».
Lizzie mi conosce abbastanza da capire che il mio è un secco no.
«Guarda che se tutto questo ha a che fare col tipo di nome Will, allora hai un grosso problema, Anna. Mi hai detto che ti ha spezzato il cuore, ma che non sei più innamorata di
lui, no?».
La guardo sbigottita. «No, certo che no».
«Allora non sei un po’ ingiusta a dubitare delle intenzioni di Karl?».
Abbasso le spalle e mi rendo conto che Lizzie non ha intenzione di farmela passare liscia.
«È ora che tu mi racconti per filo e per segno cos’è successo con Will, Anna. Altrimenti, come posso essere una buona amica e capire davvero cosa ti passa in quella testa?».
Guardo il mio cupcake viola con la glassa alla vaniglia mezzo mangiato. È delizioso, ma il mio appetito sembra essere sparito di colpo. Mi guardo intorno, oggi solo la metà dei tavoli è occupata, perciò non c’è il rischio che qualcuno possa origliare la nostra conversazione. Così, faccio un bel respiro e inizio.
«Come sai, Will e io siamo stati molto amici per tutta la scuola superiore. Quando mi disse che aveva accettato anche lui un posto all’Università del West England, ero al settimo cielo. Io sapevo che suo padre voleva che frequentasse la Reading e dato che aveva ottenuto due offerte irrinunciabili pensavo che avrebbe ceduto alle pressioni della famiglia. Non riuscivo a contenere la gioia, anche se all’epoca eravamo ancora solo amici.
Lucy Coleman è lo pseudonimo con cui l’autrice bestseller Linn B. Halton firma alcuni suoi romanzi. Ha lavorato per anni come designer di interni e adesso ha all’attivo più di dodici libri, grazie ai quali ha vinto numerosi premi e riconoscimenti. Fa parte della Romantic Novelists’ Association. La Newton Compton ha pubblicato Un’estate in Provenza e Il mio indimenticabile amore francese.
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