Editore: Algra editore
Genere: Giallo, noir
Data pubblicazione: 30/10/2019
Pagine: 260
Prezzo: 15,20 €
SINOSSI
Il cuore nero della Sicilia è un giallo realistico, in cui si rintracciano motivi originali e ricordi e suggestioni di altri grandi autori di polizieschi ambientati in Sicilia.
Il protagonista del romanzo è il finanziere (e ballerino di tango a tempo perso) Luca De Silvestri. Un uomo del Nord, trasferitosi da una decina d’anni a Enna per questioni sentimentali. La sua routine lavorativa subisce un inaspettato scossone quando accetta l’incarico di indagare su uno stupro avvenuto a Centuripe, nell’entroterra siciliano. Ma il maresciallo non è abituato a inchieste simili, sente di avere le mani legate e ha paura di non poter aiutare, con i mezzi messi a disposizione dal Comando, la vittima a trovare giustizia. Malgrado tutte le sue remore, De Silvestri s’impegna come mai aveva fatto in carriera: tallona i sospettati, prova a sfruttare a suo favore i limiti e i vizi della società in cui si trova calato, gioca col fuoco, si scotta, ma non si arrende.
Il suo sguardo sulla Sicilia è bivalente e critico: De Silvestri è innamorato e spaventato dei segreti e dei misteri che l’isola da sempre trattiene nelle sue viscere. Dopotutto, il suo non essere un siciliano gli permette di guardarsi intorno con maggiore distanza prospettica. Per gli altri, colleghi inclusi, De Silvestri è un forestiero, uno che non ha ancora capito l’andazzo…
Dietro lo stupro si rivelano inquietanti scenari collegati all’usura, alla mafia e alla mentalità omertosa e ipocrita della società. Per questo le direzioni investigative dovranno trascendere i compiti abituali delle fiamme gialle. Insieme alla sua squadra, De Silvestri imbastisce una delicata indagine, muovendosi sul pericoloso confine tra procedura e improvvisazione. E parallelamente il maresciallo affronta la sfida di un nuovo amore, dopo anni di apatia sentimentale e disillusione nei confronti dei rapporti umani.
Siamo di fronte a un’inchiesta realistica: i finanzieri non sparano, non possono permettersi di risolvere i casi affidandosi all’intuizione di un detective, né affrontano sul campo i propri antagonisti, ma lavorano con carte e intercettazioni, conti e dichiarazioni dei redditi. Ma tutto ciò non inficia sulla dinamica e la tensione del racconto. Il cuore nero della Sicilia è un giallo contemporaneo, senza eroi e senza lieto fine.
L’autore
Bruno Balloni nasce a La Spezia nel 1967. Si arruola nel Corpo della Guardia di Finanza nel 1989. Si dedica ad attività di Polizia Giudiziaria, dapprima in servizio presso un Gruppo Operativo Antidroga a Milano quindi come Comandante di un Nucleo Mobile e infine in servizio presso un Gruppo Operativo Criminalità Organizzata in Sicilia. Attualmente è in aspettativa per motivi di salute. Il cuore nero della Sicilia è il suo primo romanzo lungo. Alcuni suoi racconti sono apparsi su riviste specializzate e sono stati premiati da concorsi.
Estratto
Una Lada Niva con quattro uomini a bordo imboccò la stretta stradina sterrata in salita che portava alla cava del monte scalpello, poco più di un colle dominante l’autostrada nel comprensorio di Agira, deturpato da decenni di escavazioni di roccia calcarea. Pure quella, come altre decine di cave sparse nella provincia ennese, era stata per anni miniera lucrosa e risorsa protetta per gli investimenti delle famiglie mafiose locali, e anche se le cave ormai erano state quasi tutte chiuse e dismesse, da qualche parte si continuava a lavorare grazie ad accordi speciali che dalla data di termine della concessione conciliavano il permesso di esaurire la roccia già scavata. Pietra miracolosa, che sembrava indissipabile, persino capace di rigenerarsi.
La polvere sollevata dai copertoni del piccolo fuoristrada spariva inghiottita dal buio della notte, poco più in alto fredde luci a led delimitavano un’area squadrata dal cupo cielo e dal panorama ancora più oscuro e remoto.
Alle tre e quarantatré di notte, l’auto si fermò in un piazzale illuminato a giorno. Un paio di pale meccaniche sostavano contro il costone guasto della montagna, un camion con la targa illeggibile e la ribalta abbassata era stato piazzato di traverso al centro dello slargo. Sulla destra c’era anche una casupola in pietra e al- luminio, con una vecchia Fiat Panda 4×4 ferma davanti alla porta.
Un uomo scese dal fuoristrada, fece due passi di lato e due in avanti, si guardò intorno con aria interdetta, poi tornò accanto alla vettura.
«Rino, ma non avevi detto che chista cava era sequestrata e nuddu ci stava?» domandò.
«Minchia, Miché… e chi ni sacciu iu?» gli rispose di malavoglia una voce seccata. «Vediamo di capire che succede.»
Psocoidea