TRAMA
Si può essere madri di figlie e figli che si scelgono, e che a loro volta ci hanno scelte? Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue? La risposta è sì. La queerness familiare è ormai una realtà, e affrontarla una necessità politica, come lo è quella di un dialogo lucido e aperto sulla gestazione per altrə, un tema che mette in crisi la presunta radice dell’essere donne. Interrogarci, discutere intorno a questa radice significa sfidare il concetto di normalità e naturalità a cui siamo abituati. Michela Murgia lo ha fatto per anni, nei suoi libri e sui social, e nelle ultime settimane di vita ha raccolto i suoi pensieri per donarci questo pamphlet densissimo e prezioso, in cui ci racconta – partendo dall’esperienza personale – un altro modello di maternità, come si possa dare la vita senza generare biologicamente, come i legami d’anima possano sommarsi ai legami di sangue. Pagine straordinarie che ci permettono di entrare nelle infinite sfaccettature degli affetti e di comprendere come aprire all’altrə non riduce ma amplifica l’amore.
L’ autrice
Michela Murgia nasce a Cabras, in Sardegna, e prima di diventare scrittrice ha sperimentato una grande quantità di altre professioni, dalla venditrice di multiproprietà al portiere di notte.
Durante una di queste esperienze lavorative ha tenuto un blog su internet nel quale ha raccontato la realtà quotidiana vissuta dagli operatori del call center dove era impiegata. La raccolta dei post da lei scritti diventerà il suo primo libro, Il mondo deve sapere, pubblicato nel 2006, che ispirerà anche la sceneggiatura del film Tutta la vita davanti di Paolo Virzì.
Nel 2009 pubblica, per Einaudi, Accabadora, romanzo ambientato nella sua Sardegna, con cui vince numerosi premi, tra cui il Premio Campiello nel 2010.
Michela Murgia collabora con numerosi giornali e riviste.
L’amore per la letteratura, unito a quello per la sua terra, l’ha portata a diventare uno dei soci fondatori di Lìberos, una rete di librai, bibliotecari, associazioni culturali, lettori, che punta a sostenere concretamente tutte le realtà legate alla cultura esistenti in territorio sardo.