“Cronache di un gatto viaggiatore”
Hiro Arikawa
traduzione di: Daniela Guarino
Casa editrice: Garzanti
data di pubblicazione: 15 Luglio 2021
pagine: 276
prezzo: 11,40
Nana è un gatto randagio che vive di espedienti. Con la sua bizzarra coda a forma di sette, è fiero della sua indipendenza. Ma un giorno ha un incidente. A salvarlo e a prendersi cura di lui è Satoru. Nana all’inizio non si fida di lui, graffia e si ritrae. Non è abituato all’affetto degli uomini. Anche Satoruda tanto tempo non permette a nessuno di avvicinarsi. Eppure capisce subito come far cambiare idea a Nana: un po’ di cibo, una cuccia calda, qualche coccola furtiva. E tra i due nasce un’amicizia speciale che riempie la loro vita. Fino al giorno in cui Satoru, dopo aver perso il lavoro, deve trasferirsi e non può più occuparsi di Nana. È allora che i due decidono di fare un viaggio, su una vecchia station wagon color argento, per trovare un nuovo padrone tra le amicizie di Satoru. Tra filari di betulle bianche, peschi e canne di bambù, attraverso un Giappone pieno di colori, profumi e panorami dal fascino infinito, incontrano il migliore amico di Satoru da bambino, la primadonna che ha amato e poi perso e il suo compagno di scorribande delle medie. Ma nessuno di loro può prendersi cura di Nana. Sarà invece quest’ultimo ad arricchire le loro vite ricordando quali sono le cose importanti, quelle che regalano gioia e serenità. E quando il viaggio è quasi alla fine, il gatto e il suo padrone capiscono che non possono farea meno l’uno dell’altro. E che, qualunque cosa accada, vogliono stare insieme. Nonostante tutto. Nonostante ci sia una verità che Satoru non ha il coraggio di dire a Nana. Eppure non ha più importanza. Perché il loro legame durerà per sempre. Cronache di un gatto viaggiatore è un caso editoriale che dal Giappone ha raggiunto tutto il mondo. Dopo l’enorme successo in patria, l’eco di questa storia unica è arrivata alle case editrici europee e americane che hanno fatto di tutto per averla. Un gatto che credeva di non aver bisogno di nessuno. Un ragazzo che ha scelto di stare solo per paura di soffrire. Un viaggio nella magia del Giappone per scoprire che la loro amicizia non potrà mai finire.
‘ <<Ho pensato che, se non si fa un’esperienza quando se ne ha la possibilità, poi si resta tutta la vita senza saperne nulla>>.’
Si tratta di una storia che lega un gatto randagio (che successivamente viene chiamato Nana) e colui che diventerà il suo padrone, Satoru. Il gatto vive in strada, vuole essere libero e un bel giorno conosce l’umano.
‘Un giorno, mentre me ne stavo accoccolato sul cofano al calduccio, ho improvvisamente avvertito il disagio di essere osservato. Ho aperto una fessura tra le palpebre e …
Un giovane alto e dinoccolato mi stava guardando dormire, con gli occhi talmente strizzati dal sorriso che quasi non si vedevano.
<<Ma tu dormi sempre qui sopra?>>
Perché, hai qualcosa da ridire?
<<Come sei carino!>>
Eh già, me lo dicono spesso. <<Posso toccarti?>>
Con fare distaccato Nana vuole stare sulle sue e si fa accarezzare solo in cambio di cibo. Un giorno però Nana si trova in difficoltà e la prima persona a cui ‘chiede aiuto’ è Satoru. Per lui sarà un punto di riferimento in quel momento di estremo bisogno e per fortuna gli salva la vita. Satoru si prende cura di Nana e da qui inizia il loro percorso di vita insieme, andando anche a scoprire episodi del passato che hanno segnato la vita di Satoru ed il suo legame con i gatti.
Purtroppo arriva un momento in cui Satoru non può più prendersi cura di Nana e partono alla ricerca di un nuovo padrone. Questo sarà l’inizio del loro viaggio, un percorso di vita che li lega sempre di più.
‘Io lo sapevo da tempo quello che pensava Satoru. Anche se si impegnava a cercare nuovi padroni presso cui lasciarmi, sapevo che ogni volta che un incontro falliva lui avrebbe tirato un sospiro di sollievo e se ne sarebbe andato portandomi con sé.’
Il libro è pieno di dialoghi tra il gatto e l’umano che rendono la lettura piacevole e comica, ma verso la fine la storia prende una piega triste e al contempo commovente.
‘Il mio racconto sta ormai per finire. E non è affatto una cosa triste. Noi ci incamminiamo verso un nuovo viaggio, contando i ricordi del precedente. Ricordando quelli che se ne sono andati prima e pensando a coloro che verranno dopo. E poi un giorno, probabilmente, incontreremo al di là dell’orizzonte tutti quelli che abbiamo amato.’
Ringrazio la casa editrice per la copia omaggio del romanzo
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