Recensione “La campana di vetro” Un Viaggio nell’Anima di Sylvia Plath

“La campana di vetro”
Autrice: Sylvia Plath
Traduzione di: Adriana Bottini
Casa Editrice: Mondadori
Genere: Biografico
pagine: 228

Brillante studentessa di provincia vincitrice del soggiorno offerto da una rivista di moda, a New York Esther si sente «come un cavallo da corsa in un mondo senza piste». Intorno a lei, l’America spietata, borghese e maccartista degli anni Cinquanta: una vera e propria campana di vetro che nel proteggerla le toglie a poco a poco l’aria. L’alternativa sarà abbandonarsi al fascino soave della morte o lasciarsi invadere la mente dalle onde azzurre dell’elettroshock. Fortemente autobiografico, La campana di vetro narra con agghiacciante semplicità le insipienze, le crudeltà incoscienti, gli assurdi tabù che spezzano un’adolescenza presa nell’ingranaggio stritolante della normalità che ignora la poesia. Include sei poesie da “Ariel”.

“La protagonista del mio romanzo sarei stata io stessa, ma dissimulata. La mia protagonista si sarebbe chiamata Elaine. Elaine. Contai le lettere sulle dita. Sei lettere, come Esther. Sembrava di buon auspicio.”

“La Campana di Vetro” di Sylvia Plath, edito da Mondadori, è un capolavoro letterario che penetra nell’anima del lettore e lo avvolge con la sua intensità emotiva. Questo romanzo autobiografico è un viaggio profondo nella mente di una giovane donna, una ricerca disperata di identità e significato in un mondo che sembra soffocarla.

Plath ci regala una prosa affilata e cruda, in cui ogni parola ha il potere di trafiggere il cuore. La storia ci trasporta nella vita di Esther Greenwood, una giovane scrittrice talentuosa e ambiziosa, ma costantemente schiacciata dalle pressioni della società e delle aspettative imposte alle donne nella sua epoca.

“Vedevo i giorni dell’anno come una lunga fila di scatole bianche luminose, separate l’una dall’altra dall’ombra nera del sonno. Solo che per me la lunga prospettiva di ombre che distinguevano una scatola dalla successiva si era improvvisamente spezzata, e la serie interminabile dei giorni mi si apriva davanti abbagliante come un grande viale bianco di desolazione infinita…

La narrazione si sviluppa come una campana di vetro che si chiude intorno al protagonista, trattenendolo in una prigione di oscurità e angoscia. Plath ci offre un ritratto profondo e crudo della fragilità mentale e delle sfide emotive affrontate da Esther, rendendola un personaggio straordinariamente reale e coinvolgente.

“Erano ventun notti che non dormivo.(…)
Abbassai lo sguardo sui due cerotti color carne che formavano una croce sul mio polpaccio destro.
Quella mattina ci avevo provato.
Mi ero chiusa a chiave in bagno, avevo riempito la vasca di acqua tiepida e avevo tirato fuori una lametta Gillette.(…)
Sembrava facile: sdraiarmi nella vasca e guardare il rosso che sbocciava dai polsi, un fiotto dietro l’altro nell’acqua trasparente, fino ad affondare nel sonno sotto una superficie sgargiante come un campo di papaveri.”

Attraverso la sua scrittura delicata e commovente, Plath ci conduce in un viaggio intenso, in cui si affrontano temi complessi come la depressione, la lotta per l’indipendenza e l’alienazione sociale. Il lettore è invitato a esplorare gli abissi dell’anima umana, incontrando una vasta gamma di emozioni che toccano le corde più profonde.

“La Campana di Vetro” è un romanzo che ci spinge a riflettere sulle sfide dell’essere umano, sulla fragilità della mente e sull’importanza di accettarsi per ciò che si è. Sylvia Plath, con la sua abilità straordinaria di esprimere le emozioni, ci porta in un mondo di pensieri e sentimenti che ci accompagneranno per sempre.

“Avrei preferito di gran lunga essere malata nel corpo, che malata nella testa, ma sembrava un ragionamento talmente complesso e faticoso, che non dissi niente.”

Un’esperienza letteraria unica e potente, capace di sconvolgere e commuovere il lettore in egual misura. La forza e la profondità delle parole di Plath ci lasciano senza fiato, facendoci riflettere su quanto sia preziosa la libertà di essere sé stessi e di esplorare il nostro mondo interiore.

Una lettura imprescindibile per chiunque cerchi un romanzo straordinario e dirompente. La prosa di Sylvia Plath ci avvolge in un abbraccio struggente, spingendoci ad affrontare le nostre emozioni più profonde e a cercare la luce anche nelle ombre più oscure della vita.
Consigliato a tutti coloro che desiderano un’esperienza di lettura indimenticabile e stimolante.

“Un brutto sogno.
Per chi è chiuso sotto una campana di vetro, vuoto e bloccato come un bambino nato morto, il brutto sogno è il mondo.
Un brutto sogno.
Io ricordavo tutto.(…)
Forse l’oblio, come una neve gentile, avrebbe dovuto attutire e coprire tutto.
Ma quelle cose facevano parte di me. Erano il mio paesaggio.”

Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga. Ha conseguito il corso di formazione "lettura e benessere personale come rimedio dell'anima"