“I giorni più belli”
Autore: Giancarlo Melosi
Genere: storico
Casa editrice: Newton compton
data di pubblicazione: 25 Marzo 2021
pagine: 512
prezzo: 9,24
1520. La famiglia Di Segni è una delle tante che vivono a Roma nel serraglio degli ebrei, dove la sera si chiudono i cancelli e nessuno può più entrare né uscire. Michael, giovane capofamiglia, è già un valente cerusico specializzato nella cura delle malattie con rimedi a base di erbe, ma, a causa delle ristrettezze economiche, vive in una casa fatiscente insieme alla moglie Ruth e la loro piccola Ariela. Un giorno, Michael viene convocato dal banchiere Agostino Chigi detto il Magnifico, da tempo affetto da un male che lo tormenta, nonostante i tanti consulti di medici cristiani. Il potente e ricco mecenate vive nel fasto di Villa Chigi con la moglie Francesca Ordeaschi, ex cortigiana, e pur di guarire è disposto anche a passare sopra al fatto che il giovane sia ebreo. Mentre Michael viene fatto trasferire alla villa per stare notte e giorno vicino al malato, Ruth e la figlia rimangono da sole e ai limiti della sopravvivenza… E così, a poca strada dalla residenza dei Chigi, dove si sta organizzando la sfarzosissima festa dell’anniversario del matrimonio, per qualcuno le cose si mettono davvero molto male e Michael dovrà dimostrare tutta la sua capacità di medico e la sua determinazione, se vorrà un futuro per sé e per la sua famiglia…
Come scrivo spesso, il romanzo storico è il mio genere preferito e quando mi proposero questo che andrò a recensire accettai con molta gioia! “I giorni più belli” è il romanzo di esordio di Giancarlo Melosi, classe 1951, il quale nasce professionalmente prima come insegnante e poi come dirigente alla Regione Toscana occupandosi di sanità, ambiente, programmi comunitari e turismo.
La storia che fa da sfondo al romanzo è quella romana e più precisamente copre un arco temporale che va dal 1520 al 1560, periodo in cui vissero personaggi come Agostino Chigi, Raffaello Sanzio, papa Paolo IV ma anche nel quale avvennero eventi di un certo spessore quali l’Inquisizione romana, la reclusione degli ebrei nel ghetto o il sacco dei Lanzichenecchi
Ho trovato molto interessante la minuziosa ricerca storica effettuata dallo scrittore per redigere questo romanzo: per esempio, viene spiegato in maniera dettagliata come veniva festeggiato il carnevale romano del 1557 durante la Quaresima (caduto in disuso solo da 160 anni) oppure come venivano torturati i prigionieri dell’Inquisizione. Questo permette al lettore di immergersi ancora di più nella lettura: riesce a immedesimarsi nei personaggi, soffre e gioisce con loro e allo stesso tempo riesce a rivivere momenti del passato proprio come un vero viaggiatore del tempo. E questo vale anche per le festività ebraiche; ho apprezzato il fatto che non solo ne spiegasse il significato ma che le descrivesse nel dettaglio per esempio cosa si festeggiava, cosa si mangiava e come veniva preparato il cibo.
Per quanto riguarda l’ambientazione ci troviamo non solo in una Roma di pieno Rinascimento ma anche in Toscana, per esempio a Livorno dove l’autore ci mostra un quadro culturale di come vivessero e lavorassero i pescatori nel XVI secolo, e in Corsica dove conosciamo personaggi come padre Silvestro Landino (1503-1554), gesuita toscano, che nel 1552 papa Giulio II invia a Bastia per cristianizzare la popolazione rurale che ancora si affida alla superstizione ed è qui che Melosi ci descrive un ambiente prettamente campagnolo, dove non mancano espressioni dialettali, il quale però verrà scombussolato da un’invasione piratesca, molto frequenti all’epoca. La descrizione del ghetto, infine, è da 10 e lode perché l’autore sa esprimere al meglio quanto gli abitanti soffrissero non solo fisicamente ma anche psicologicamente dovuto alle angherie degli altri cittadini, tanto che non si può non pensare a quello che vissero gli ebrei circa 80 anni fa!
Parlando dei personaggi, Michael e Ruth sono stati senza dubbio i miei preferiti! Il primo è un uomo preparatissimo nel suo mestiere, come dissi poc’anzi tanto da essere chiamato persino da Agostino Chigi, e qualsiasi cosa fa è per la famiglia anche quando si lascia andare ai piaceri della carne con la vedova Chigi e per i quali viene ricompensato profumatamente, tutto per mantenere moglie e figlia che soffrono il freddo al ghetto mentre lui è in Villa Chigi. Inoltre, è un uomo molto coraggioso in quanto non solo resiste alle torture perpetuate dall’Inquisizione ma riesce e fa di tutto per sopravvivere da solo in una Roma devastata dai Lanzichenecchi. Tuttavia, non è perfetto tant’è che nel corso della storia ha pensieri vendicativi.
Ruth, invece, è una donna molto forte e non si lascia abbattere dalle avversità; mentre il marito è assente si rimbocca le maniche e fa di tutto per mantenere la figlia tanto da riuscire a trovare un lavoro come pescivendola, ma non solo: entrando nel mondo dell’imprenditoria diventa una donna abile e non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. E’ anche una donna coraggiosa tanto da difendersi diverse volte da episodi di violenza.
Anche gli altri personaggi sono degli nota: Agostino Chigi è un uomo molto raffinato, intelligente e scaltro, un vero uomo del Rinascimento romano; Silvestro Landino è un religioso che crede fermamente nella sua missione e non manca di farlo presente anche ai suoi collaboratori. E infine non mancano i comprimari ossia tutti quei personaggi secondari che aiutano i protagonisti a trovare una soluzione ai loro problemi, dimostrandosi gentili e premurosi.
Consiglio questo romanzo? Assolutamente sì! Personaggi carismatici, stile semplice e comprensibile, linguaggio chiaro dove non manco qualcosa in dialetto permettendo un’immersione più completa nel romanzo. Un libro consigliatissimo per chi ama le storie sul Rinascimento.
Ringrazio la Casa Editrice per la copia del libro
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