Ritratto in seppia
Autrice: Isabel Allende
Traduttore: Elena Liverani
Data di pubblicazione: anno 2000
Pagine: 267
Prezzo: 9,00 euro
Questo romanzo, pubblicato nel 2000, è il secondo capitolo della trilogia, “La figlia della fortuna” e “La casa degli spiriti“, continua la saga sulla famiglia Del Valle, con personaggi presenti anche negli altri romanzi.
“Questa storia è lunga e ha inizio ben prima della mia nascita; per raccontarla ci vuole pazienza e ce ne vuole ancora di più per ascoltarla.”
La protagonista di questo romanzo è Aurora o come la chiamavano i suoi nonni materni: Lai Ming.
La mamma di Aurora si chiamava Lynn, era una bellissima ragazza corteggiata da tantissimi uomini, ma come accade sempre, s’innamorò dell’uomo sbagliato, che era giaciuto con lei solo per una scommessa.
Lynn questa scommessa la pagò cara, dopo quell’unica notte d’amore, rimase incinta e fin dal principio il padre non volle saperne niente della bambina.
In suo soccorso venne Severo del Valle, cugino del futuro padre, che era innamorato di lei già da tantissimo tempo.
Il giovane Severo decise di riconoscere la piccola e di sposare Lynn.
Purtroppo il giorno del parto qualcosa andò storto e la giovane donna morì.
Appena la notizia della morte della giovane donna giunse a Paulina del Valle, la donna si precipitò subito nella sala da tè di Eliza Sommers offrendosi di occuparsi lei della piccolina. All’inizio cercò di usare le maniere gentili, ma quando si accorse che non c’era modo di far cambiare idea alla nonna materna iniziò con i ricatti, ma Eliza non cedette, quella piccolina era l’unico ricordo che rimaneva di sua figlia.
Lai Ming, per i primi suoi cinque anni di vita, abitò a China Town nella parte di San Francisco, dove vivevano i cinesi e vi sarebbe rimasta se le cose non fossero cambiate. Il destino non si sa mai che cosa abbia in riserbo.
Un giorno Eliza insieme alla piccola Lai Ming si presentò a casa di Paulina del Valle, purtroppo la piccola non poteva stare più con i suoi adorati nonni materni e veniva affidata alle cure della nonna paterna.
Da quando Lai Ming iniziò la sua convivenza con Paulina del Valle dovette rinunciare al suo nome cinese e alle sue radici, da quel momento si sarebbe Chiamata Aurora del Valle.
L’inizio della vita in quella casa non fu dei più idilliaci ma piano piano la piccola Aurora dovette rassegnarsi e abituarsi alla sua nuova vita, lontana dal suo dolcissimo nonno Tao Chi’en.
Paulina del Valle cercò di dare un’istruzione alla nipote, mandandola in vari collegi ma non ci fu niente da fare, la bambina veniva rispedita a casa a causa del suo carattere ribelle.
Aurora fin dalla sua infanzia durante la notte era disturbata nel sonno da un incubo ricorrente cui non riusciva dare un significato…
Alla morte di Felicitano Rodriguez di Santa Cruz , Paulina decise di trasferirsi in Cile con Aurora e alcuni domestici.
Aurora non era molto portata negli studi, l’unica attività che la rendeva felice era scattare fotografie.
“La macchina fotografica può rivelare i segreti che l’occhio nudo o la mente non colgono, sparisce tutto tranne quello che viene messo a fuoco con l’obiettivo. La fotografia è un esercizio di osservazione e il risultato è sempre un colpo di fortuna: tra le migliaia di negativi che riempiono i cassetti del mio studio quelli eccezionali sono veramente pochi. (…)
La macchina fotografica è uno strumento semplice, anche il più stupido può usarla, la sfida consiste nel creare attraverso di essa quella combinazione tra verità e bellezza chiamata arte.(…)
Alcune volte, mentre lavoro su un’immagine nella mia camera oscura, fa la sua comparsa, l’anima di una persona, l’emozione di un evento o l’essenza vitale di un oggetto, e allora il cuore mi trabocca di felicità e libero il pianto, non riesco a farne a meno. Sono queste le rivelazioni cui aspira il mio lavoro”
Per Aurora arrivò l’età da marito, desiderava il grande amore e pensò di averlo trovato in Diego Domìnguez.
Dopo il matrimonio Aurora lasciò la casa di nonna Paulina per trasferirsi alla tenuta di Caleufu’.
“M’innamorai di quei contadini di vecchio ceppo, benevoli e senza pretese, del padre sanguigno ridanciano, della madre così candida, del fratello maggiore gentile e virile, della misteriosa cognata e della sorella minore allegra come un canarino.”
La vita matrimoniale per Aurora non si rivelò come l’aveva immaginata. L’unica persona che si dimostrava affettuosa nei suoi confronti era la suocera Elvira che la trattò subito come una figlia. Diego si dimostrava sempre sfuggente nei suoi confronti e lei non riusciva a capire quale fosse il motivo del suo comportamento.
Paulina si ammalò gravemente e Aurora dovette raggiungerla a San Francisco e Diego non fece obiezioni alla sua partenza.
“Penso che mi adorasse. Lo dico senza falsa modestia perché me ne diede molte prove; mi aiutò a crescere con tutta la libertà possibile a quei tempi, sollecitando la mia curiosità e mostrandomi il mondo. Non mi consentiva sentimentalismi o recriminazioni, <<non si deve guardare indietro>> era uno dei suoi motti.”
Alla morte di nonna Paulina riapparve nella sua vita nonna Eliza perché ormai il patto che avevano stretto tanto tempo fa con la sua morte non esisteva più.
Nonna Eliza aiutò la nipote a rimettere al proprio posto tutti i tasselli mancanti della sua infanzia che ormai non ricordava più.
“La memoria è invenzione. Selezioniamo il materiale più brillante e quello più buio, ignorando ciò che è fonte di vergogna, e così tessiamo il grande arazzo della nostra vita.
Per mezzo della fotografia e della parola scritta cerco disperatamente di sconfiggere la fuggevolezza della mia vita, di catturare gli attimi prima che svaniscano, di rischiarare la confusione del mio passato..
Vivo tra gradazioni sfumate, velati misteri, incertezze; la tonalità con cui raccontare la mia vita si accorda meglio a quella di un ritratto in seppia…”
“Ritratto in seppia” un romanzo che parla di sofferenza, di grandi amori, di legami indissolubili, intrecci, verità celate, ma che come accade nella vita alla fine la verità viene sempre a galla perché dalle proprie origini e dal proprio destino non si può scappare.
Come sempre la scrittrice Isabel Allende con la sua scrittura non si smentisce mai, di questo libro ho amato la storia, i personaggi e i luoghi.
Un romanzo scorrevole, coinvolgente, descrittivo. Una lettura che ti fa venir voglia di scoprire cosa accade dopo perché niente è scontato, è un susseguirsi di eventi che il lettore non si aspetta.
Buona lettura!
foto presa dal web
Isabel Allende è nata a Lima nel 1942, vivendo poi in Cile fino al 1973. Dopo il golpe di Pinochet si è stabilita in Venezuela e, successivamente, negli Stati Uniti. E’ considerata una delle voci piu’ importanti della narrativa contemporanea in lingua spagnola.
Aurora del Valle è una giovane donna che, alla soglia dei trent’anni, deve affrontare il tradimento dell’uomo che ama. Catapultata in una situazione emotiva insopportabile, cerca di venirne a capo recuperando la memoria del suo passato e, in particolare, di alcune fasi della sua vita che le sono rimaste sempre oscure. Ripercorriamo così, a partire dalla sua nascita nel 1880, una storia avventurosa, centrata attorno al personaggio della nonna paterna, Paulina del Valle, che le apre, quasi per caso, il mondo della fotografia.