“Miss Rosselli”
Autore: Renzo Paris
Casa editrice: Neri Pozza
data di pubblicazione: 6 Febbraio 2020
pagine: 236
prezzo: 17,10 euro
“Fotografie, nell’album di Paris, di una donna terribilmente libera e magnetica, amica e insieme capace di immani indifferenze” (Alberto Riva, Il Venerdì)
In via del Corallo 25, a Roma, nei pressi di piazza Navona, si sale su per una scala abbastanza anonima per accedere, all’ultimo piano, al minuscolo appartamento mansardato in cui abitava Amelia Rosselli. L’11 febbraio 1996, la poetessa, nata a Parigi dall’esule antifascista Carlo Rosselli e dall’inglese Marion Catherine Cave, apri la finestra di quell’appartamento e, una volta sul balconcino, scavalcò l’inferriata e si lasciò cadere dal quinto piano giù nel cortile. Concluse così la sua vita, una vita sprofondata nel mare nero dell’inconscio, dal quale soltanto con la poesia le era stato permesso talvolta di riaffiorare. Donna di «una stravaganza sfuggente e ridanciana», come ha scritto Sandra Petrignani, Amelia Rosselli «raccontava di sé senza reticenze, con la sincerità incandescente che hanno i poeti». Col suo accento inglese, arrotava la erre e parlava degli spettri che affollavano la sua mente e che, come diretti discendenti dei cagoulards, i fascisti francesi che avevano accoltellato suo padre e suo zio, la perseguitavano. Camuffava, però, per pudore la sua schizofrenia e taceva dei suoi soggiorni in cliniche rimaste misteriose per gli amici. Era tuttavia una star della poesia, venerata da tutti, circondata da una cerchia di amici fedeli negli anni in cui, a Roma, si veneravano i poeti. Come parlare della vita di una poetessa vissuta in un’epoca di giganti della poesia? Come restituire la sua intensa vita interiore che a poco a poco si sostituì a quella reale, facendola a pezzi? Renzo Paris, che, con Dario Bellezza, apparteneva alla cerchia più intima degli amici di Amelia Rosselli, si tiene lontano, in questo libro dedicato all’autrice di “Variazioni belliche”, “Sleep” e altre celebri raccolte, dal mero racconto della vita esteriore di una poetessa che, come Paul Celan, fu oggetto, come ebbe a dire Franco Fortini, di «un’equivoca mitizzazione», sfociata sovente in «una inesorabile produzione di kitsch critico-poetico». Nella figura di Amelia Rosselli, nello stesso mare nero della sua vita interiore, traspare in queste pagine la «sterminata antichità» della poesia che, nella seconda metà del secolo trascorso, fece sentire la sua voce sulle sponde del Tevere. In tal modo, attraverso il volto di Miss Rosselli, Renzo Paris si fa in questo libro «custode di un mondo scomparso, evocatore di un’ombra», in attesa dei suoi futuri testimoni.
“Il mio pio desiderio era di vincere la battaglia, il male la tristezza, le fandonie, l’incoscienza.”
Renzo Paris, affronta la scrittura della biografia di Amalia Rosselli, figlia di Carlo Rosselli, fondatore di
Giustizia e Libertà , assassinato dai fascisti nel 1937, insieme al fratello Nello, costretta poi a fuggire in
Europa e negli Stati Uniti, infine orfana anche della madre che muore a Londra nel 1949.
Queste tragiche perdite suscitano in Amelia paure e fantasmi che l’accompagnano per tutta la vita,
trascorsa con il terrore di essere spiata e controllata: un continuo smottamento del reale verso
l’immaginario, del vissuto verso il sognato.
Carlo Paris, che di Miss Rosselli fu amico fraterno, scrive, però, che Amelia non era in preda alla follia, ma
che viveva gran parte della sua vita fuori dal mondo e, quando ripiombava nell’angoscia del reale, cadeva
vittima di una lacerazione dell’anima.
Tutte le poesie di Amalia sono costellate di questa profonda sofferenza.
Nelle pagine intense e piene di vibrazioni emotive, lo sguardo affettuoso, consapevole, perfino ironico di
Paris, evita la trappola della commiserazione e usa la parola come un modo per conoscere meglio Amalia
Rosselli.
Attorno a lei si delinea il circolo letterario della Roma degli anni Settanta, con i più importanti interpreti
della poesia, della letteratura e dell’arte: Moravia, Pasolini, Bellezza, Morante, Breton, Bertolucci, Tobino,
de Chirico, Vlad, Bazlen. Su tutti, Scotellaro, che fu un amore profondo ma soprattutto sostitutivo del
rapporto paterno.
Un ambiente oggi scomparso, per cui Miss Rosselli si può leggere anche come una lenta separazione dal
Novecento.
I ricordi di Paris si avvicendano in ordine sparso, premono impulsivi e frammentati.
Lo scrittore, si lascia andare alle evocazioni e pensieri, e il suo libro diventa un luogo della memoria, in cui
gli avvenimenti appaiono spesso sfumati e misteriosi, così come la poesia di Amalia, che appare sempre sul
punto di essere svelata e decifrata, per farsi di nuovo oscura e nascosta.
Miss Rosselli, però, non è solo un racconto preciso, nitido e emotivamente coinvolto dell’opera di Amalia
Rosselli, ma anche una narrazione autobiografica, con la quale Paris ripercorre tanti momenti della sua
esistenza, filtrati sia attraverso il rapporto personale con la scrittrice sia da quello con la sua poesia.
I ricordi sgocciolano sull’anima come un balsamo che brucia e ferisce.
Da leggere ascoltando il Magnificat o il fado di Amalia Rodrigues.
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