Ho trovato questo romanzo molto scorrevole e dolce, ti incuriosisce già dalle prime pagine, invogliandoti a leggerlo tutto di un fiato.
Si svolge tra la città di Milano e un paesino della Valtellina. La scrittrice esordiente, Eloisa Donadelli rileva in questo romanzo l’importanza dei legami familiari, delle nostre origini, della bellezza della natura, e di come quest’ultima ci possa aiutare a schiarirci le idee nei momenti difficili della nostra vita.
«La famiglia è il legame con il passato, l’uovo da cui si emerge per danzare nel mondo, il filo che ricorda chi sei e da dove provieni.» (cit.)
Orazio Laudis possedeva un calzaturificio, incontrò Josephine a Brionne, la sposò e la portò con sé a Milano: dove lei iniziò a lavorare con lui. L’uomo, dopo due anni dal matrimonio, parti’ per una battuta di caccia in Valtellina, ma lì successe qualcosa, e fu proprio in quell’occasione che incontrò Giosuè, il quale abitava con la moglie e sua figlia Agata in una casa nel bosco, circondata da betulle. La bambina era un tipetto particolare, e aveva già le idee chiare sul suo futuro: prima o poi lei sarebbe andata via da quelle montagne.
Orazio, tornato a casa, non si dimenticò di Giosuè: diventò suo amico e ogni tanto si recava a fargli visita.
Agata crebbe tra i boschi di betulla che tanto le stavano stretti: diventò una bella ragazza. Un giorno incontrò un finanziere che la fece invaghire di lui, dandole false speranze.
Iniziarono a frequentarsi, Giosuè prese informazioni sul militare e scopri’ la sua disonestà, e per non farla soffrire, la mandò a lavorare nel calzaturificio del suo amico milanese. La ragazza ne fu molto felice, finalmente vedeva il suo sogno realizzarsi: erano anni che sognava di andare a vivere in città.
Orazio e Josephine accolsero la ragazza nella loro villa come se fosse una figlia. Un giorno Agata sparì, non ebbero piu’ sue notizie, anche Giosuè non sapeva piu’, dove cercarla…
A Milano, intanto, la famiglia Laudis che non riusciva ad avere bambini, una sera trovò davanti al portone di casa una bambina dentro una cesta. Increduli la accolsero, e la presero in adozione…
Nel frattempo, Agata fu riportata a casa. Giosuè e la moglie ritrovarono la figlia, ma non la riconobbero: sembrava vuota, senz’anima. I dottori incolparono la malattia. Purtroppo le disgrazie non finirono: Agata dopo un po’ di tempo morì, lasciando i genitori nello sconforto.
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A Milano, Bernadette si era diplomata al liceo artistico e al conservatorio. Conobbe un ragazzo, Bastano e s’innamorarono. Trascorsero dei momenti felici insieme, conobbero entrambi le rispettive famiglie e loro si amarono immensamente.
Orazio, purtroppo, si ammalò, perciò Bernardette dovette rimanere vicina al padre, mentre Bastiano partiva per inseguire il suo sogno.
Erano sicuri che il loro amore avrebbe superato la lontananza, ma cosi non fu: i due ragazzi alla fine intrapresero strade differenti.
Il signor Laudis, prima di morire, vendette la fabbrica, certo che la figlia non volesse seguire le sue orme e fu in quel frangente che Bernadette conobbe Edoardo: il figlio dell’avvocato che aiutò Orazio a vendere la fabbrica.
Bernadette rimase incinta di Malvina: i due si sposarono e andarono a vivere nella contrada Cimacase, a Morbegno, e con loro si trasferì anche Josephine.
La vita a Cimacase trascorreva serena, nacque Malvina. Bernadette impartiva lezioni di violoncello, finchè un giorno, aprendo gli occhi, si accorse di quello che le stava accadendo. La sua vita e quella di Malvina cambiarono: Bernadette iniziò a sentire il bisogno di avere delle certezze, le pareva di soffocare e sentiva il bisogno di respirare a pieni polmoni.
Trovava beneficio solo su quelle montagne che osservava spesso dalla finestra di casa… finché un giorno sentì come un richiamo: andò su quelle montagne, dove intravide una casetta celata da un bosco di betulle. Si fermò a osservare il panorama e a respirare, erano giorni che non lo faceva cosi bene.
Tornò a casa con la sensazione che lei quel posto lo conoscesse, ma non si rendeva conto di come fosse possibile… prima di allora non c’era mai stata.
Passarono i giorni, Bernadette tentava di affrontare la situazione con coraggio, con l’aiuto della sua piccolina, di sua madre e dei suoceri, ma lei trovava conforto solo in quel bosco.
Una sera, pervasa da un attacco di panico, prese la macchina e ritornò in quel bosco con il violoncello: arrivata sul posto, si mise a suonare e attirò l’attenzione di un uomo anziano. Parlarono e lei, ascoltando quella voce, fu travolta da una strana sensazione atavica.
«Ora puoi vivere come loro,scopri le tue radici e risplendi d’argento. Segui la musica nel vento e cerca il tuo angelo. Non servirono ulteriori parole: il cuore sa sempre tutto, molto prima di noi. » (cit)
Bernadette riprese in mano la sua vita ripercorrendo il sentiero che aveva lasciato in sospeso anni prima, a causa di una scelta sbagliata.
Consiglio questo libro a chi ama le proprie radici, la famiglia e la bellezza della natura.
Titolo: Le voci delle betulle
Scrittrice: Eloisa Donadelli
Pubblicato per: Sperling & Kupfer da Mondadori Libri
Genere: Romanzo
Data pubblicazione: Giugno 2018
Pagine: 289