“Le rose di Cordova”
Autrice: Adriana Assini
Casa editrice: Scrittura & Scritture
Genere: Romanzo Storico
pagine: 200
prezzo: 13,50
Trama
“Una regina non cammina scalza e se soffre non piange, né piega il capo, neppure quando ha torto”. Così parla Nura della sua sovrana. È lei, schiava moresca, a raccontare la drammatica vita di Juana I di Castiglia, terzogenita dei Re Cattolici, passata ingiustamente alla storia come la Pazza, per effetto di un sordido complotto destinato a strapparle la corona. Tra la Spagna e le Fiandre del XVI secolo, il ritratto forte di una donna anticonformista e ribelle che alle brame di potere antepone gli affetti e sbaglia tutte le sue mosse, amando, non riamata, quegli uomini della sua famiglia che, uno dopo l’altro, finiranno per tradirla.
Recensione
“Dicono che il tempo sia come la malinconia, che non s’arresta un istante anche se non fa rumore”
“Le rose di Cordova” è un romanzo storico ambientato tra la Spagna e le Fiandre del XVI secolo, l’autrice narra, in maniera poetica, la vita di Juana I di Castiglia figlia dei Re Cattolici Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona.
La voce narrante di questo romanzo è Nura, che dopo l’assedio dei Re cattolici fu venduta al mercato degli schiavi e il destino volle che a sceglierla come sua dama di compagnia fosse proprio Juana, figlia dei Re cattolici.
“Era stata proprio lei, la domenica delle Palme, a notarmi in mezzo a una dozzina di ancelle, attratta dal rosa lucente della mia veste, in tessuto fine di Damasco. Devo perciò soltanto a un suo capriccio se fui scelta per servirla, a dispetto della corona di damigelle castigliane che la regina le aveva già assegnato d’imperio. (…)
Tra le due donne non scorreva buon sangue, mentre Juana cercava in tutti i modi di mettere a proprio agio la sua ancella, l’altra, non avendo preso di buon grado la sua posizione attuale, cercava in tutti i modi di turbare l’animo della sua padrona trattandola in maniera irriverente e sgarbata.
Juana sposata per procura a Philippe Arciduca d’Austria e di Borgogna dovette lasciare la sua famiglia e la sua casa per raggiungere le Fiandre.
Insieme a lei partì anche Nura e dopo un lungo viaggio in nave colmo di ostacoli, arrivarono finalmente a destinazione.
All’inizio con l’Arciduca sembrò andare tutto bene, entrambi erano divorati da una forte passione, ma dopo un breve periodo di tempo l’uomo si stancò di Juana e iniziò a cercare la compagnia di altre donne. Juana iniziò a manifestare senza alcun controllo la sua gelosia.
“Caparbia, gelosa, furente, pretendeva una fedeltà che le donne sue pari non avevano mai osato chiedere.”
A causa del comportamento poco rispettoso del marito, Juana soffriva, ed essendo una donna caparbia e forte non sottostava a quelle crudeltà, ribellandosi, apparendo alla vista degli altri una donna poco stabile.
“Fragile e sola, la vidi scivolare nel buio, mentre si dannava l’anima per un uomo che ne era già stanco “ (…)
“Fiore strappato alle radici, ripiegò lentamente su se stessa, prigioniera di un sentimento devastante , che al dolore cocente univa la solitudine più profonda. Da quel momento, nessun sorriso tornò a rischiararle il volto pallido e sciupato…”
Juana lottò con tutte le sue forze, chi doveva proteggerla la fece passare per “Pazza” e alla fine, a causa di complotti e cospirazioni, si ritrovò reclusa e prigioniera dalla sua stessa famiglia che la derubò della corona.
Juana e Nura trascorsero i loro ultimi anni ad Arcos de Llana, una piccola città circondata da mura, lontana da tutti , un posto dimenticato dal mondo.
“Insieme, avevamo goduto del sole e sfuggito la pioggia. Insieme, avevamo condiviso la solitudine e un effimero amore.
La guardai come se la vedessi per la prima volta e pensai che la sua mente fosse un perfetto mistero, un fiore senza nome cresciuto nell’ombra.”
Juana pagò a caro prezzo il suo essere ribelle, anticonformista e il non volersi sottomettere alle ingiustizie, per questo la definirono “Giovanna la pazza” perché le donne di allora dovevano essere succubi e subire le ingiustizie senza avere il diritto di ribellarsi. La storia di una donna che perse tutto per amore.
“Le rose di Cordova” una storia commovente, straziante e delicata, una storia che testimonia fin dove può arrivare la crudeltà dell’uomo.
Nura e Juana due donne diverse ma unite dallo stesso destino avverso, private entrambe dalla loro libertà, unite dallo stesso amore e da una vita fatta di sofferenza. Due donne all’apparenza diverse ma molto simili: orgogliose, ribelli, fiere, che alla fine si sono trovate a lottare per gli stessi ideali.
L’autrice Adriana Assini con la sua penna è stata bravissima a delineare i tratti di un personaggio affascinante, con delle caratteristiche molto interessanti che sono appartenute a poche donne del passato e delle quali si è parlato poco, forse per la loro posizione scomoda nel mondo storico.
Un libro che consiglio non solo a chi è appassionato di romanzi storici ,ma anche alle storie che hanno come sfondo, personaggi femminili di un certo rilievo.