Recensione del romanzo “Ghiaccio e argento” di Stina Jackson edito da Longanesi.

Ghiaccio e Argento
titolo originale: Silvervagen
Autrice: Stina Jackson
traduzione di: Andrea Berardini
Casa editrice: Longanesi
data di pubblicazione: 10 Ottobre 2019
pagine: 351

Sinossi

Sono ormai tre estati che Lelle, insegnante di liceo e padre di un’adolescente, trascorre ogni notte alla guida della sua auto. Conosce ogni metro degli oltre cinquecento chilometri della Via dell’Argento, la strada che serpeggia tra gli alberi dell’antica foresta nel Nord della Svezia, al confine con la Norvegia. Quella che il sole di mezzanotte non riesce a illuminare. Lelle conosce ogni paesino isolato, ogni insediamento, ogni specchio d’acqua. Sono tre anni che sua figlia è scomparsa, da qualche parte fra il ghiaccio e l’argento, lungo quell’autostrada che d’estate, sotto il sole di mezzanotte, sembra un nastro d’asfalto sulla luna. Lelle ha soltanto l’estate per cercare sua figlia, perché in autunno inizia l’anno scolastico e deve interrompersi. Lelle non ha speranze, eppure la speranza è l’ultima cosa che gli resta. Meja ha diciassette anni e viene dalla città, ma sua madre l’ha costretta a trasferirsi a Glimmersträsk: un puntino sconosciuto lungo la Via dell’Argento. Lontana da tutto ciò che amava, Meja è sola e disperata. Finché non incontra qualcuno che può darle più di quanto abbia mai avuto: una nuova famiglia. Con l’arrivo dell’autunno e la sparizione di un’altra ragazza, i destini di Lelle e Meja iniziano a intrecciarsi in modo indissolubile. E sconvolgente.

Recensione

“La Via dell’argento era l’arteria principale che metteva Lelle in comunicazione con un intricato groviglio di vasi minori e capillari che si irradiavano attraverso l’entroterra.

C’erano piste per il trasporto del legname ricoperte d’erba, circuiti da motocross e sentieri battuti che si snodavano attraverso villaggi fantasma e paesini spopolati. C’erano laghi e torrenti e piccoli ruscelli rabbiosi che scorrevano sopra e sotto la terra. Paludi fumanti che si allungavano come ferite in via di guarigione, e laghi dagli occhi neri, senza fondo. Per trovare una persona scomparsa in quella zona ci sarebbe voluta una vita.”

“Ghiaccio e argento” racconta la storia di una ragazza scomparsa di nome Lina.
La sua sparizione avviene a Norrland, un piccolo villaggio della Svezia, durante l’estate nel periodo in cui non tramonta mai il sole, in una giornata come tante, una mattina dopo che suo papà Lelle la lascia alla fermata dell’autobus lungo la Via dell’Argento.
Il romanzo è impostato in due parti dove inizialmente due e poi tre storie s’intrecciano tra di loro.

“Era lì che lei era scomparsa, era stata quella strada a inghiottire mia figlia.
Nessuno sapeva che di notte lui saliva in auto per andare a cercare Lina. Che fumava una sigaretta dietro l’altra con il braccio attorno al sedile del passeggero, che parlava con sua figlia come se lei fosse realmente lì, come se non fosse mai scomparsa. Non aveva nessuno a cui raccontarlo.”

Lelle dopo la morte della figlia ha perso tutto, per lui quella perdita è stata devastante ,  da quel giorno non vive più ma sopravvive  al quotidiano con la speranza che prima o poi esplorando  la Via dell’Argento, la foresta  e i luoghi più reconditi riesca a trovare la sua Lina.

“Perché rifiutava di credere che Lina fosse morta. L’aveva detto ad Anette fin dall’inizio, che qualcuno aveva preso la loro figlia, qualcuno là fuori, sapeva, dove si trovava, e lui l’avrebbe scovato, fosse l’ultima cosa che faceva. La prima estate aveva bussato alla porta di ogni bifolco, di ogni scapolo che conosceva, chiedendo di perlustrare la cantina e alla soffitta. Era stato accolto con bestemmie e caffè caldo, ma l’unica costante era la solitudine, l’impressione che quella solitudine fosse ovunque. Si faceva strada come un acido lungo il margine di quelle foreste, si espandeva come un’ epidemia tra coloro che restavano quando tutti gli altri se ne andavano. E ora era uno di loro, uno dei solitari.”

Intanto al villaggio arrivano Meja e sua madre Silje, una donna fragile con problemi mentali  sempre alla ricerca di un uomo che possa mantenerle. Le due donne  vanno a vivere a casa di Torbjorn , per lei l’ ennesimo sconosciuto, tuttavia  Meja  ormai  era abituata a quelle convivenze forzate.

“Posava lo sguardo con gli occhi fissi sulla foresta, soprattutto per tenerla a distanza. Non riusciva a capire come qualcuno potesse decidere di abitare in un posto simile. Da sotto i pini ,dove danzavano  le ombre, provenivano sinistri fruscii. (…)
Di tanto in tanto Meja alzava la testa e tornava a guardare la foresta, come se percepisse una presenza nelle sue profondità. E ogni volta, il suo cuore si metteva a correre.”

Meja una notte incontra Carl-Johan con i suoi fratelli, perde la testa per lui e decide di trasferirsi a casa del ragazzo. Finalmente ha la possibilità di allontanarsi dalla presenza ingombrante della  madre per andare a vivere in una vera casa e in una famiglia ordinaria.
Ma ben presto la famiglia si rivela uno specchio per allodole.

“Forse era per quello che l’amore era pericoloso. Non perché si diventa ciechi, ma perché si decideva di ignorare i segnali di pericolo.”

Meja inizia a frequentare la scuola dove Lelle  insegna matematica, i due non lo sanno ma i loro destini si incroceranno  e insieme scopriranno la verità…

Ghiaccio e argento è un romanzo ambientato nel meraviglioso paesaggio della Svezia,  la scrittrice è stata bravissima a descrivere gli scenari pittoreschi delle immense foreste, dei villaggi e della lunghissima  Via dell’Argento.

Una narrazione scorrevole, che tiene incollati alle pagine, che nella seconda parte si rivela ancora più  travolgente , ricco di colpi di scena…
La curiosità di scoprire cosa è successo a Lina crescerà  e vi accompagnerà pagina dopo pagina.
In questo romanzo i  personaggi che più mi hanno appassionata sono stati :  Lelle, addolorato e devastato  dai sensi di colpa per la scomparsa di sua figlia. Quest’uomo non si rassegna all’ipotesi che dopo tutti quegli anni la ragazza possa  essere morta e auspica fino alla fine che la figlia possa essere ancora viva e poi c’è Meja una ragazza di diciassette anni alla ricerca disperata di un punto fermo,che sente l’ esigenza di appartenere ad una famiglia  “vera”  che le dia una vita stabile, delle persone che le trasmettano affetto, sicurezza e rifugio e invece scoprirà con rammarico di essere capitata nella casa sbagliata. Entrambi i personaggi sono alla ricerca di qualcosa.
Penso che da questo romanzo potrebbe essere tratto un bel film.

“Erano passati tre anni da quando lei, lì accanto, gli aveva sorriso. Tre anni, e ancora era l’ultimo ad averla vista”

Ecco il link per leggere l’intervista della scrittrice:https://www.librichepassione.it/2020/02/22/due-chiacchiere-con-lo-scrittore-con-stina-jackson-autrice-del-romanzo-ghiaccio-e-argento-edito-da-longanesi/

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Grazie.
Jenny

Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga. Ha conseguito il corso di formazione "lettura e benessere personale come rimedio dell'anima"