Tra le montagne del Giappone si nasconde un luogo leggendario. Sono tanti coloro che lo cercano, perché si racconta che chi è abbastanza determinato possa riuscire a trovarvi le risposte di cui ha bisogno. Per raggiungerlo basta seguire l’aroma intenso del caffè, varcare la soglia, sedersi e ordinare una tazza fumante. Ma solo chi non lascerà raffreddare la bevanda potrà rivivere l’istante del suo passato in cui ha preso una scelta alla quale continua a ripensare, in cui è rimasto in silenzio quando avrebbe voluto dire la verità, in cui ha dato la risposta sbagliata. Sono pochissimi i fortunati che hanno saputo cogliere l’occasione. Tra di loro ci sono il professor Kadokura, che ha trascurato la famiglia per il lavoro; i coniugi Sunao e Mutsuo, addolorati per la scomparsa dell’amatissimo cane; Hikari, pentita di non aver accettato la proposta di matrimonio del fidanzato Yoji; e infine Michiko, che è tornata nel locale in cui aveva incontrato il padre. Ognuno ha una storia diversa, ma tutti hanno lo stesso sguardo rivolto all’indietro, verso il momento in cui avrebbero potuto agire diversamente. Solo chi ha il coraggio di rievocare quell’istante avrà la possibilità di vederlo sotto un’altra luce e vivere con serenità il presente. I libri di Toshikazu Kawaguchi sono un appuntamento irrinunciabile per il pubblico italiano. Dopo “Finché il caffè è caldo” Kawaguchi ci ha donato speranza e spensieratezza, diventando uno degli scrittori più apprezzati dai lettori e dalla stampa. Ora ci regala un nuovo episodio della caffetteria in cui ognuno di noi vorrebbe entrare, ritrovando alcuni personaggi del primo romanzo. Perché c’è sempre un modo per rimediare al primo errore, ma anche al secondo e al terzo. Possiamo sempre riscrivere la nostra vita.
Torniamo nella famosa caffetteria giapponese in cui è possibile effettuare viaggi che riportano nel passato. Le regole sono sempre le stesse, rigide ma fondamentali. Ciò che cambia rispetto ai libri precedenti, sono le storie e le persone che vogliono tornare indietro nel tempo, mosse da qualche rimorso che si tengono dentro e che vorrebbero risolvere. Ogni caso a sé fa riflettere senza dubbio su questioni che lo riguardano: parole non dette prima, un ultimo saluto o ringraziamento a chi non ci sarà più, persone pentite di essersi comportate in un certo modo (scorretto) nei confronti di qualcuno, ecc. Ma la regola più importante è più dura da accettare è che, anche se si torna indietro nel tempo, non è possibile cambiare il presente/futuro. E “allora che senso ha fare questo viaggio sé non si possono cambiare o evitare eventi sgradevoli?” si chiedono in molti… beh, la risposta è semplice: è una possibilità in più per poter rielaborare un evento che ci ha sconvolto, saper apprezzare le piccole cose o momenti a cui prima non si dava particolarmente tanta importanza e dare valore ai piccoli gesti che, prima di toccare il fondo, ci erano sfuggiti. Nel complesso è un libro piacevole come i precedenti, ma è un po’ fastidioso rileggere le stesse frasi che si ripetono costantemente in tutti i libri nelle fasi del viaggio o nella spiegazione delle regole, nonostante le storie e i personaggi siano diversi. Avrei preferito meno ripetizioni e anche qualcosa di innovativo.