E’ lo scrittore Mariano Sabatini con “Primo venne Caino” edito da Salani il vincitore della sezione narrativa edita nella prima edizione di GialloCeresio, il concorso letterario dedicato alla narrativa di genere giallo, noir, thriller e poliziesco. Secondo classificato Alessandro Bongiorni con “Strani Eroi” edito da Frassinelli e terzo Davide Longo con “Così giocano le bestie giovani” edito da Feltrinelli.
Il premio speciale per romanzi ambientati sui laghi prealpini va a Franco Vanni con “La regola del lupo” edito da Baldini + Castoldi ambientato sul lago di Como a Pescallo, frazione di Bellagio.
Menzioni per Giuseppe Curonici, Matteo Farneti, Sara Kim Fattorini, Ida Ferrari, Christian Frascella, Dario Galimberti, Lucia Tilde Ingrosso, Enrico Pandiani, Piergiorgio Pulixi, e Mirko Zilahi.
Ad attribuire i premi è la giuria composta da Maurizio Canetta direttore RSI, Roberto Gobbi del Corriere della Sera, Matteo Inzaghi, direttore Rete55, Sergio Roic del Corriere del Ticino, Fabio Tamburini direttore responsabile Il Sole24ore, Radio 24 e Radiocor, Barbara Zanetti della Prealpina.
Si aggiudica il primo premio della sezione riservata ai racconti inediti ambientati sui laghi Luigi Guicciardi di Modena con il racconto “Ombre sul lago” ambientato a Tremezzo, Cernobbio e Moltrasio. Secondo classificato il regista Aldo Ladoche vive ad Angera con il racconto “Il luccio”, terza classificata Gioia Senesi di Matelica con “Il lago nel cor”.
Il premio speciale per il miglior racconto ambientato a Porto Ceresio va a Angela Borghi di Buguggiate con “Notte di Valpurga”.
Menzioni per la milanese Erica Arosio, per la regista svizzera Bianca Conti Rossini residente a Parigi, per Riccardo Landini di Reggio Emilia e Giuseppe Borasi di Cadorago.
Il Premio speciale Claudio De Albertis – Giovani Autori, fino a 35 anni, va ad Alessandro Bongiorni per la sezioneediti e a Gaia Senesi per i racconti inediti. Nella scelta dei vincitori le giurie sono state affiancate da Carla De Albertis, presidente del Comitato Premio Claudio De Albertis.
Al concorso hanno partecipato 112 romanzi editi e 109 racconti inediti provenienti da varie regioni d’Italia, dalla Svizzera Italiana, da Zurigo e Parigi.
Ad organizzare GialloCeresio sono la Pro Loco e il Comune di Porto Ceresio con la collaborazione di esperti del settore. Il concorso letterario è patrocinato dall’assessorato alla Cultura di Regione Lombardia, dal Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport della Repubblica e Cantone Ticino, dalla Comunità di lavoro Regio Insubrica e dalla Camera di Commercio di Varese, con la collaborazione e il sostegno di Comitato Premio Claudio De Albertis, Assicurazioni Generali Musajo Somma s.n.c. – Varese Città Giardino, VOX LIBRI, Writers Magazine Italia e Il Gigante.
I tre finalisti
Sinossi
Durante un’estate torrida, il giornalista Leo Malinverno è in vacanza con Eimì – la sua ragazza greca, di vent’anni più giovane -ma decide di tornare in una Roma che sembra non voler chiudere per ferie, quando riceve la telefonata dell’amico vicequestore Jacopo Guerci. Il secondo dei delitti compiuti con un preciso rituale, in cui alle vittime vengono asportati lembi di pelle tatuata, fa supporre agli inquirenti che possa trattarsi dell’azione di un temibile serial killer. Il Tatuatore, come presto viene battezzato, è spietato e sembra avere un progetto macabro, difficile da decodificare. Fra tanto sangue sparso, amici malati, scontri in redazione, complicazioni familiari e dubbi sentimentali, Malinverno inizia una sua inchiesta, parallela all’indagine dei carabinieri: e di pari passo allo sciogliersi del caso, accanto alla palese follia del Tatuatore scopre un’altra storia, non meno atroce. In questo secondo romanzo che ha per protagonista l’affascinante Leo Malinverno, Sabatini intreccia in modo magistrale una trama classicamente ‘nera’ all’indagine psicologica, mostrandoci che la faccia del Male può avere tante, tantissime sfumature. E spesso si cela sotto la coltre di una infida normalità.
Sinossi
L’Italia è ormai da molti anni dilaniata dalla violenza terrorista, che il 16 marzo 1978 raggiunge il suo culmine in una strada secondaria di Roma, via Fani, dove un commando delle Brigate Rosse rapisce il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, e massacra i cinque uomini della sua scorta. È l’episodio più drammatico della storia dell’Italia repubblicana. Sono momenti terribili. Passa perciò in secondo piano quello che accade due giorni dopo, il 18 marzo, a Milano, ossia l’assassinio di due ragazzi, Fausto Tinelli e Lorenzo «Iaio» Iannucci, uccisi a colpi di pistola vicino al centro sociale Leoncavallo. I due ragazzi stavano andando a casa di Tinelli, lì vicino, al numero 9 di via Monte Nevoso. Nessuno sa che dall’altra parte di via Monte Nevoso, a sette metri di distanza dalla camera di Fausto, al civico 8, c’è un covo delle Brigate Rosse. Forse, però, sarebbe meglio dire quasi nessuno. Uno scenario drammatico e oscuro, in cui si muovono i protagonisti di questo noir serrato, spietato, a tratti travolgente. Il colonnello dei carabinieri Antonio Ruiu è un sardo silenzioso, efficiente e cattivo, caratteristiche che lo hanno fatto diventare persona di fiducia del ministro dell’Interno Cossiga. Cinzia è la protetta di un potente faccendiere, un maniaco del controllo che ha costruito la sua carriera spiando dalla serratura. E per ottenere informazioni riservate non c’è niente di meglio di una donna bellissima, sensuale e senza scrupoli. Carlo Peres, invece, le informazioni le cerca perché fa il giornalista a Milano, e si trova coinvolto nell’inchiesta sull’omicidio di Fausto e Iaio. E Peres è un bastardo vero, uno che le verità di comodo le sente puzzare da molto lontano. Ma questo, in quegli anni, non è detto che sia un vantaggio. Eccoli, gli «strani eroi» protagonisti di questo romanzo, tre personaggi pieni di passione e desiderio, di contraddizioni e paure, i cui destini finiranno per intrecciarsi nel grande, tragico imbroglio che è l’Italia degli anni Settanta, dove niente è mai quello che sembra.
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Sinossi
Fine estate 2008. Durante i lavori di un cantiere ferroviario nelle campagne intorno a Torino vengono alla luce le ossa di un uomo giustiziato con un colpo alla nuca. Un omicidio, quindi, ma gli scavi rinvengono altre ossa, altri crani. Uomini e donne uccisi nella stessa maniera. Dodici. Una fossa comune. Questa è l’idea che si fa Arcadipane, il commissario a cui è affidato il caso, prima che una task force specializzata in fosse della Seconda guerra mondiale si precipiti sul posto per requisire i reperti e farsi carico delle indagini. Arcadipane potrebbe accettare gli ordini dall’alto e farsi da parte, concentrandosi sulla sua crisi di mezz’età, i problemi in famiglia e quella “luccicanza” che l’ha servito per trent’anni di onorata carriera e che ora sembra essersi dissolta, ma qualcosa in quelle ossa non lo convince. Come non lo convince un oggetto trovato vicino ai corpi: il bottone di un paio di jeans che non può risalire all’epoca della guerra. Arcadipane decide così di portare avanti un’indagine parallela e sotterranea, per cui avrà bisogno di Isa, la giovane agente che ha segregato in un commissariato di periferia per insubordinazione, e del suo vecchio capo, amico e mentore Corso Bramard. Insieme porteranno alla luce una trama sovversiva così estesa da sembrare inconcepibile in una nazione civile e democratica. Un tentativo di cambiare il corso politico del paese avvenuto nel silenzio. Ma si tratta poi davvero di un segreto?