“Il peso delle parole” di Mercier Pascal
Sin dall’infanzia, l’inglese Simon Leyland è affascinato dalla parola. A dispetto dei suoi genitori, una volta adulto diventa un traduttore e persegue con determinazione il suo sogno: imparare tutte le lingue parlate nel Mediterraneo. Da Londra si trasferisce con la moglie Livia a Trieste, dove lei ha ereditato una casa editrice. In questa città di importanti letterati, crogiolo di lingue e culture, l’uomo crede di aver trovato il luogo ideale per il suo lavoro, finché una diagnosi medica inaspettata lo porta a cambiare rotta ancora una volta. A indicargli la nuova direzione è la morte dell’amatissimo zio, un linguista che gli lascia in eredità la sua casa di Londra piena di libri e di memorie. Per Simon questa triste coincidenza segnerà un nuovo inizio, un punto di svolta e un’opportunità per reinventare completamente la sua vita. Il lettore lo accompagnerà in questo inatteso viaggio: a poco a poco entrerà in confidenza con quest’uomo sensibile, accoglierà i suoi ricordi, leggerà le sue lettere, finendo così per conoscerlo a fondo e per affezionarglisi. Il peso delle parole, nel riflettere su quanto siamo liberi nelle scelte che facciamo, parla di quanta libertà ci doni la letteratura. Dopo Treno di notte per Lisbona, Pascal Mercier ci regala un romanzo profondo e ricco di suggestioni che, in un tono garbato e intimo, racconta l’amore per i libri in tutte le sue sfaccettature.
Recensione “La saga dei Borgia” Un solo uomo al potere
Lo stile di scrittura della Connor continua a non deludere il lettore: descrittivo, semplice e coinvolgente. Le scene di battaglia non sono per nulla noiose, anzi tutt’altro, in quanto il lettore riesce a “vedere” e “sentire” la frenesia e l’azione che caratterizzano le scene. La preparazione storica dell’autrice continua a caratterizzare la stesura del romanzo sia nella caratterizzazione dei personaggi sia nel descrivere alcuni episodi che caratterizzarono il Rinascimento italiano.
“A occhio e quanto basta” la mia ricetta di felicità di Francesca Barra
“A occhio e quanto basta” è una frase che chiunque di noi ha sentito almeno una volta nella propria vita, pronunciata dalle mamme o dalle nonne a cui abbiamo chiesto le indicazioni per replicare una loro ricetta. Inutile: le ricette “vere”, della tradizione famigliare, sono basate su un’approssimazione fatta di esperienza, d’amore, d’ascolto. “A occhio e quanto basta” è il nome della pagina Instagram che Francesca Barra ha aperto durante il lockdown per condividere con i propri lettori, e soprattutto le proprie lettrici, le sue ricette quotidiane, fatte di un’accurata gestione della dispensa e di radici e ricordi che si fanno sapori.
“La contea” storia d’ arme e d’ amore in terra d’ Otranto di Luigi Giorgino
Abbazia di Cerrate, contea di Lecce, anno Domini 1133. Il giovane Lupo cresce sano e forte, tra campi e boschi, grazie agli insegnamenti di Paolo, frate della chiesa greco-bizantina e suo maestro nelle lettere e nell’ uso dell’arco. Ma i suoi tredici anni stanno per essere sconvolti da una delle più terribili calamità dell’epoca: l’abbazia subisce una feroce scorreria saracena, che devasta il territorio e distrugge la piccola comunità, massacrando senza pietà, tra gli altri, la madre stessa di Lupo e catturando i superstiti come schiavi. In un attimo il destino di Lupo si compie;
“Che male c’è” di Marco Giangrande
Una romanzo di formazione ironico e nostalgico che racconta con humor e tenerezza gli anni
più belli di una generazione intera: quella degli anni Ottanta.
“Mussolini ha fatto tanto per le donne!” Le radici fasciste del maschilismo italiano di Mirella Serri
A CENTO ANNI DALLA MARCIA SU ROMA
MIRELLA SERRI RACCONTA LA NASCITA DEL
«MASCHILISMO DI STATO» CHE ANCORA OGGI
CONDIZIONA IL NOSTRO PAESE
“L’ età dell’ entusiasmo” La mia vita con Tiziano di Angela Terzani Staude
Angela Terzani Staude ripercorre gli anni trascorsi con il marito Tiziano, la loro vita straordinaria e i grandi avvenimenti della Storia che hanno attraversato e raccontato.
Recensione “La costanza è un’ eccezione” di Alessia Gazzola
Questo romanzo conferma come sempre la bravura della sua autrice, la sua capacità di fornirci nozioni storiche e scientifiche in modo leggero, miscelandole con le vicende amorose e le “sfighe” della protagonista.
Recensione “Amores” di Barbara Alberti
Una serie di aforismi, racconti e brevi storie riguardante l’amore in tutte le sue sfaccettature. Con il suo tipico linguaggio accattivante e pungente la Alberti ci parla non solo dell’amore, quello bello e magico, ma anche dei tradimenti, delle sofferenze e dei sacrifici ad esso collegati
Recensione “I vicini di casa” di S.E. Lynes
Con uno stile fresco e coinvolgente S.E. Lynes ci trasporta all’interno di un incubo che chiunque non vorrebbe mai fare non lasciandoci però senza una morale di fondo: in un mondo in cui l’essere egoisti la fa da padrone prendersi cura l’uno dell’altro, mettere un po’ più di attenzione nelle azioni (anche solo nel quotidiano) ed assumersi le proprie responsabilità basterebbero per evitare delle catastrofi.
Recensione “Il sentiero degli incontri segreti” di Karen Swan
L’autrice, come in ogni suo romanzo, racconta di una delicata storia d’amore, senza però porla al centro dell’attenzione e soprattutto senza passaggi volgari di cui ormai sono conditi molti libri. È sì il filo conduttore dell’opera, ma sa arricchire ogni suo libro con tematiche importanti, sempre attuali.
Recensione “L’ equilibrio delle lucciole” di Valeria Tron
Ho amato ogni parola di questa storia, la storia di ogni personaggio, tuttavia la figura che più mi è rimasta nel cuore è quella di Nanà: delicata, saggia, gracile da prendersene cura, ma nello stesso tempo si dimostra una donna con un temperamento forte e molto coraggiosa.
Ho amato la cura, la cura di Adelaide nei confronti di Nanà, la cura dei luoghi, dei ricordi, delle parole, della memoria.
Prossimamente “Sogni del fiume” di Chandra Candiani
Quindici storie che formano un’educazione sentimentale e ci parlano di solitudine e fame d’amore. Di vita che scorre incessante.
Segnalazione: “Il Purificatore” di Piergiovanni Salimbeni
Portovenere 1425, un frate benedettino muore tra le mura della chiesa di San Pietro, sbranato da belve feroci, aizzate da un giovane ammantato in un saio nero.
Seicento anni dopo il corpo straziato di un parroco di provincia sarà ritrovato all’interno di un piccolo santuario della provincia di Varese.(…)
Ben presto altri due misteriosi delitti, avvenuti in regioni differenti, metteranno alla prova la razionalità del protagonista che dovrà affrontare, oltre alla morte del figlio, una estenuante ricerca della verità, offuscata da antiche leggende, dal misterioso diario di un monaco benedettino e da alcuni testi apocrifi che narrano le gesta di una figura leggendaria e millenaria. Chi è realmente il Purificatore?