TRAMA
Con la sua lingua creativa e naturale, che si fa ascoltare prima ancora che leggere, Leskov rientra a pieno titolo nel canone della grande letteratura russa e merita una riscoperta della critica e dei lettori.
Su un battello che attraversa il Lago Ladoga, oltre San Pietroburgo, i passeggeri si dilettano a conversare, si scambiano storie, così che il viaggio sia più breve e gradevole. Fin quando, a raccogliere il testimone del narratore, compare uno strano personaggio, un gigante in abiti monastici ma con modi poco clericali. Non appena, infatti, la sua piacevole voce di basso comincia a raccontare, tutti i presenti entrano in un cono d’ombra, perché le parole del monaco, meste o allegre, sono sorprendenti, ammalianti. Ivan Sever’janyč Fljagin, promesso a Dio dalla madre morta subito dopo averlo partorito, ha passato la vita a fuggire un destino che infine lo ha raggiunto. Odisseo russo, di volta in volta crudele, leale, ardito, ubriacone, generoso, pieno di contraddizioni e umanità, ha molto vissuto e molto veduto. Le sue tribolate peregrinazioni sono affollate di nomadi, servi della gleba, tatari, ladri, assassini, prostitute, mercanti, principi, soldati, diavoli, diavoletti e angeli, anche se – come apprenderanno gli ascoltatori rapiti dalla sua affabulazione – il viaggio di quest’uomo semplice ma giusto è un futuro ancora da scrivere. Pubblicato nel 1873, opera profondamente russa, per costruzione, temi, sfondi, dialoghi contaminati dal linguaggio popolare, “Il viaggiatore incantato”, qui in una nuova traduzione, è il titolo più significativo di un «maestro» che, come pochi altri, ha mostrato «un’affinità tanto profonda con lo spirito della favola» (Walter Benjamin).
Conosci l’autore
Nicolaj Leskov nasce a Gorochovo, nel governatorato di Orël, nel 1831. La sua è una giovinezza difficile, trascorsa prima come agente reclutatore dell’esercito e poi al servizio di un ricco proprietario terriero. Nel 1864 pubblica un duro romanzo antinichilista, Senza uscita, che gli procura un pesante ostracismo, rotto soltanto dall’interessamento di Dostoevskij. Il decennio 1865-1875 è comunque il momento più fecondo del suo lavoro: scrive i capolavori L’angelo sigillato (1873), Il viaggiatore incantato (1873), Una famiglia decaduta (1874). Muore a San Pietroburgo nel 1895. Leskov è oggi considerato, insieme a Tolstoj, Dostoevskij, Goncarov, Turgenev e Gogol, uno dei più grandi scrittori russi dell’Ottocento.