Libri per la Giornata della Memoria: le novità editoriali per non dimenticare

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perchè ciò che è accaduto può ritornare”

Il 27 gennaio è una data simbolo: il giorno in cui nel 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di sterminio di Auschwitz, segnando una svolta nella storia della Seconda Guerra Mondiale. Ogni anno, in occasione della Giornata della Memoria, le librerie si arricchiscono di pubblicazioni che ci aiutano a riflettere e a ricordare la tragedia della Shoah, affinché l’orrore non venga mai dimenticato.


Tra le novità editoriali spiccano diari e testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle la brutalità dei campi di concentramento, racconti di vite spezzate, ma anche di coraggio e resistenza. Accanto a questi, i romanzi storici offrono una prospettiva narrativa capace di coinvolgere emotivamente il lettore, rendendo più accessibile la comprensione di eventi così complessi e dolorosi.

Giornata della memoria: i libri per approfondire e non dimenticare

Tova Friedman aveva solo cinque anni quando è stata internata ad Auschwitz insieme a sua madre, e ne aveva quasi dodici quando è partita per gli Stati Uniti per iniziare una nuova vita. Dalla devastazione del ghetto ebraico polacco in cui ha vissuto i primi anni ai giorni terribili nel campo di concentramento, fino all’arrivo dei russi nel 1945, la sua è una storia di grande coraggio, resilienza e speranza. Dopo averla raccontata nel bestseller  La bambina di Auschwitz, Tova ha deciso di rivolgersi ai lettori più giovani con questa preziosa edizione illustrata, che include un inquadramento storico sulla seconda guerra mondiale e sull’Olocausto e una sezione di domande e risposte. L’incredibile memoir di una delle più giovani deportate ad Auschwitz, tra i pochissimi ebrei a essere usciti vivi dalle camere a gas.

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Come si fa a creare la luce nel luogo più buio al mondo? Quando Moshe Brezniak scende dal treno ad Auschwitz, è chiaro che la sua vita non sarà mai più la stessa. È chiaro anche che, per difenderla, dovrà resistere con ogni fibra del suo corpo e della sua anima. Moshe lo sa. Sa che, se vuole sopravvivere, deve evitare di essere assegnato ai lavori più pesanti, quelli a cui viene destinata la maggior parte degli uomini come lui, giovani e senza difetti fisici. Così, dà via l’ultimo dei suoi beni in cambio di un lavoro come elettricista. Quella posizione all’interno di una delle fabbriche di Auschwitz gli offre libertà che pochi hanno nel campo, e lui è determinato a usarle per aiutare gli altri. Ma con l’opportunità arriva il pericolo. E quella di portare luce ad Auschwitz, mentre lotta ogni giorno per sopravvivere, potrebbe rivelarsi per Moshe una missione impossibile… Una storia vera commovente. Una testimonianza della resilienza umana e una celebrazione del trionfo del bene sul male.

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La storia della nascita e dello sviluppo di uno dei luoghi simbolo dell’Olocausto e dell’orrore nazista. Auschwitz non nasce da un giorno all’altro, senza alcuna avvisaglia. Al contrario, è il punto di arrivo di un percorso che inizia nel momento stesso in cui il nazismo prende il potere, istituendo campi di concentramento dapprima per gli avversari politici e poi per gli emarginati sociali, ai quali si affianca una politica razziale sempre più esasperata. Il programma di eutanasia è un altro balzo in avanti verso l’orrore, che con la guerra non conosce più ostacoli né limiti. Durante il conflitto, l’intera gerarchia delle SS lavora costantemente per creare il campo totale, che soddisfi i requisiti per internare un numero sempre maggiore di prigionieri, sfruttarne la forza lavoro per l’industria bellica, ed eliminare subito chiunque non risulti utile. Dai primi esperimenti con i detenuti sovietici fino allo sterminio degli ebrei ungheresi, nell’arco di un triennio Auschwitz affina sempre di più le sue capacità assassine, fino a diventare l’unico lager in grado di mettere in pratica, e su ampia scala, tutti i sistemi escogitati dai nazisti per la “soluzione finale”: l’omicidio di massa mediante privazioni, lavoro coatto e camere a gas.

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Ha undici anni Oleg Mandić, quando l’Armata Rossa entra ad Auschwitz per liberare gli ultimi sopravvissuti. Nato a Sušac, attuale Croazia, nel 1944 viene arrestato con la madre e la nonna e deportato. Non è ebreo ma prigioniero politico, perché suo padre e suo nonno, dopo l’occupazione, si sono uniti ai partigiani. Ad Auschwitz sperimenta e sopporta l’inimmaginabile: la fame, i lavori forzati, i continui soprusi delle SS; finisce anche nel famigerato reparto del dottor Mengele, da cui i bambini spariscono senza che nessuno ne sappia più nulla. La morte, nel campo, è ovunque: c’è chi la cerca per disperazione gettandosi contro il recinto elettrificato e chi, appena sceso dal treno, già finisce per trasformarsi in fumo e uscire dai crematori. Oleg, invece, si salva. Per caso, per fortuna, forse per destino. Per anni tiene sotto chiave i ricordi, incapace di descrivere ciò che ha vissuto. Ma quando riaffiorano, insieme a loro arriva il bisogno di tornare, di rivedere quei luoghi, darne testimonianza e rispondere al richiamo di una misteriosa lettera… «Alle mie spalle si chiuse il cancello di Auschwitze si abbassò la sbarra con sopra la storica frase: “Arbeit macht frei”. Sono stato l’ultimo prigioniero a uscirne vivo.»

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Una toccante storia basata su eventi reali. Georg Gottlieb, sopravvissuto all’Olocausto grazie all’amore per sua moglie e alla speranza di rivederla. Quando si innamora della bellissima comunista Rose, il giovane tipografo ebreo Georg comincia a falsificare documenti ufficiali per aiutarla. In una Praga occupata dai nazisti e sempre più cupa, il loro amore tiene accesa la speranza di entrambi. Fino a quando la Storia non irrompe, inesorabile, a sconvolgere tutto. Arrestati e separati ad Auschwitz, Georg e Rose si promettono che ogni giorno, alle otto di sera, penseranno l’uno all’altra. Usando la sua abilità di falsario per aiutare gli altri detenuti, Georg ottiene favori e informazioni su Rose. Quando scopre che si trova a Birkenau, riesce nell’impresa impossibile di falsificare il tatuaggio sul suo braccio pur di ricongiungersi a lei. Ma non appena i due sposi si rivedono, Georg viene prelevato dalle guardie: il suo talento non è passato inosservato, e adesso i nazisti vogliono utilizzarlo a proprio vantaggio per un’operazione segreta… Per rivedere la sua Rose ha falsificato perfino il tatuaggio sul suo braccio. Ma un talento come il suo non passa inosservato, e i nazisti non hanno intenzione di lasciarselo scappare…

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Il 3 novembre 1944, una bambina di nome Eva fu marchiata come prigioniera ad Auschwitz con il numero A-26959. Svenne tra le braccia di sua madre, ma sopravvisse al dolore del tatuaggio e a innumerevoli altri shock. Non aveva ancora compiuto due anni. Era nata a Novaky, Slovacchia, in un campo di lavoro per ebrei. Al momento della liberazione, il 27 gennaio 1945, sua madre Agnes era incinta della seconda figlia; Eva era malnutrita e soffriva di diverse malattie. «Si dimentichi della bimba, non sopravviverà», dissero i medici ad Agnes. Ma Eva sopravvive e, cresciuta con una madre che, come molti scampati all’inferno, non parla mai delle atrocità subite, cerca risposte che nessuno può darle. Soffre di frequenti malanni, e gli orrori spesso riaffiorano alla sua memoria in forma di incubi. Finché l’incontro con altri sopravvissuti all’Olocausto, tra cui il futuro marito Jakob, le dà l’opportunità di vivere la sua identità ebraica e di ricostruire i pezzi della sua infanzia perduta.

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In tempo di guerra, il coraggio è l’unica arma possibile.

Urbino, 1940. 
Mentre i fascisti marciano attraverso le piazze acciottolate e oltre gli edifici in pietra della sua amata città, le peggiori paure della ventenne Devora diventano realtà. Insieme ai suoi genitori ebrei e ai fratellini gemelli, viene strappata da tutto ciò che ama e mandata in un campo di internamento in Toscana. Quando il suo amico d’infanzia Luigi offre loro una miracolosa possibilità di fuga, non se lo fanno ripetere due volte. Devora, però, è costretta a fare una scelta straziante che la separerà dai propri cari. Lontana dagli affetti, senza sapere se siano vivi o morti, a Devora non resta che unirsi assieme a Luigi alla Resistenza italiana e alla lotta per la libertà. Fingendosi una cameriera, va a servizio da un comandante tedesco nella speranza di raccogliere informazioni segrete e preziose. Un giorno, però, origlia una conversazione che potrebbe cambiare ogni cosa… Devora è più in pericolo che mai? E la sua famiglia sarà mai riunita o la guerra li dividerà per sempre?

Una ragazza divisa tra l’amore per i propri cari e il senso del dovere in un’Italia devastata dalla guerra.

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Diciannove storie straordinarie di uomini e donne comuni che, durante la devastante morsa della Seconda guerra mondiale, si sono trasformati in fari di speranza e umanità. I Giusti tra le Nazioni hanno compiuto atti di incredibile coraggio e altruismo, mettendo a rischio la propria vita per salvare quella degli ebrei perseguitati dal regime nazista.

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Ogni pagina letta diventa un ponte tra il passato e il presente, un modo per onorare le vittime e apprendere lezioni fondamentali per il futuro. Ricordare non è solo un dovere storico, ma un impegno morale: la conoscenza è il primo passo per combattere ogni forma di discriminazione e intolleranza.

Vi invito a scoprire queste e altre letture in occasione della Giornata della Memoria, affinché il ricordo continui a vivere attraverso le parole di chi ha scelto di raccontare. Perché, come ha scritto Primo Levi

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.”

Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga. Ha conseguito i seguenti corsi di formazione: "Lettura e benessere personale come rimedio dell'anima" " Avvicinare i bambini alla lettura con i racconti di Gianni Rodari"