Intervista all’autrice Sonia Milan

foto presa dal web


SONIA MILAN, nata a Roma nel 1969, lavora nel settore informatico. Appassionata di fiori, ha conseguito l’attestato di floricoltura ornamentale del comune di Roma, è esperta rosaista e membro della giuria internazionale del Premio Roma. È anche una grande appassionata di storia. Innamorata di Victor Hugo, ha tre cani e un gatto. La primogenita è il suo romanzo d’esordio.


La Primogenita di Sonia Milan è un romanzo che attraversa generazioni di donne straordinarie, tutte legate da un antico medaglione con l’incisione “Floreat in adversis” – fiorisca nelle avversità. Ambientato a partire dalla Roma del 1849, il libro narra la storia di Ortensia, un’orfana che trova coraggio in questo prezioso cimelio, ultimo dono di una madre amorevole. Il medaglione diventa un simbolo di speranza e determinazione, tramandato di generazione in generazione. Ogni primogenita lo porta al collo, nutrendo i propri sogni nonostante le sfide.

Dalla Parigi della Comune alla Roma fascista, fino agli anni di piombo, il romanzo segue le vicende delle discendenti di Ortensia…


“Il coraggio di fiorire: intervista a Sonia Milan, autrice de ‘La primogenita’”

Ciao Sonia, benvenuta nella rubrica “Due chiacchiere con lo scrittore”. È un piacere averti qui per parlare del tuo romanzo “La primogenita” edito da Garzanti.

La storia di “La primogenita” si snoda attraverso generazioni di donne forti e resilienti. Cosa ti ha ispirato a scrivere una saga familiare così intricata e ricca di personaggi?

L’ispirazione è nata quando sono venuta a conoscenza del corpo infermieristico volontario che la principessa Cristina di Belgioioso aveva organizzato durante la Repubblica Romana del 1849, che di fatto anticipò perfino la più nota Florence Nightingale. Si trattò di una partecipazione aperta a donne civili di ogni estrazione sociale, dalle dame dell’aristocrazia alle prostitute, e mi è sembrata interessante l’idea di raccontare questa collaborazione femminile così moderna per l’epoca. Da lì è partito il viaggio delle primogenite.

Il medaglione con la scritta “Floreat in adversis” è un simbolo potente nel romanzo. Come sei arrivata a scegliere questo particolare oggetto come filo conduttore della storia?

Mi piaceva l’idea che le protagoniste del romanzo ereditassero un messaggio importante e tangibile, da tramandare di generazione in generazione, accompagnate da una sorta di spirito guida, pronto a sostenerle nei momenti più complicati della vita, a ricordare loro che il coraggio nasce proprio dalla consapevolezza delle proprie fragilità, dalla forza di saperle affrontare e abbattere.

Le protagoniste vivono in contesti storici molto diversi. Quanto è stato difficile per te intrecciare accuratamente realtà storica e finzione narrativa?

Ha richiesto un lavoro meticoloso di ricerca storica, dosato in un contesto romanzato, ma è stato bello e interessante scoprire tanti fatti e personaggi anche poco noti e che meriterebbero più risalto nei libri di storia. Penso al dottor Giovanni Borromeo, ad esempio, che ai tempi dell’occupazione nazifascista ha rischiato la vita per salvare degli ebrei dal rastrellamento del ghetto.

Il romanzo parla di fiorire nonostante le avversità. Qual è il messaggio principale che vorresti trasmettere ai lettori con questa storia?

Di non arrendersi mai. Di guardare in faccia le proprie paure, i propri limiti, e di tentare in tutti i modi di superarli, con dedizione, perseveranza e audacia. Gli ostacoli non devono abbatterci ma renderci più temprati e determinati, proprio come i fiori, che in apparenza sono delicati, ma che in ogni stagione ritornano a germogliare, seguendo il ritmo sacro della natura.

Tra tutte le protagoniste di “La primogenita”, ce n’è una a cui ti senti particolarmente legata?

Difficile rispondere perché me le sento un po’ tutte figlie mie, perché in ognuna di loro c’è inevitabilmente un frammento di me stessa. Scelgo comunque Lilium, perché è la ragazza spartiacque tra i due secoli, Ottocento e Novecento, pacata ma grintosa, che per amore si trasferisce dalla capitale del mondo, come era definita all’epoca Parigi, in un paese del litorale laziale, senza comunque perdere di vista il suo sogno di aprire un atelier tutto suo. Lili vive sulla propria pelle le sciagure delle due guerre mondiali, uno dei periodi più tristi per l’umanità, ma riesce a rialzarsi, a dirsi, come Rossella O’Hara: domani è un altro giorno.

Grazie mille, Sonia, per aver condiviso con noi i retroscena di “La primogenita”. È stato un vero piacere esplorare insieme a te questo viaggio attraverso le generazioni di donne forti e resilienti.



Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la curatrice del blog letterario "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.