Intervista all’autrice Pina Maria Rinaldi

Biografia

Pina Maria Rinaldi è nata nel 1981 in un piccolo borgo della Basilicata, ma è cresciuta in Puglia. Anima- ta dall’amore per i viaggi, ha studiato Lingue e Letterature Straniere trascorrendo periodi di studio e lavoro in Germania e nel Regno Unito. Dopo la laurea si è trasferita in Cile, dove è rimasta per otto anni tra Santiago, Valparaíso e il deserto di Atacama. Nel 2012 è tornata in Puglia con al seguito la famiglia italo-cilena e oggi si occupa di turismo. L’italiana in bicicletta è il suo primo romanzo.


Il Libro

Serafina è costretta a lasciare l’Italia nel 1906 per raggiungere il padre in Cile, abbandonando tutto ciò che ama, compreso il ricordo della madre e la passione per la bicicletta, simbolo di libertà. Durante la traversata sul transatlantico Regina Margherita, incontra persone che segneranno il suo cammino, fino ad approdare a Valparaíso, una città piena di sfide e opportunità. In un viaggio di crescita e riscatto, sarà proprio la bicicletta materna a guidarla verso un futuro inaspettato. Un romanzo storico e di formazione che emoziona e ispira.


Ciao Maria Pina, benvenuta a “Due chiacchiere con lo scrittore” e grazie per aver accettato il mio invito!

Grazie a te, Jenny, è un piacere poter raccontare i retroscena del mio esordio.

Il tuo romanzo ci porta all’inizio del Novecento e ci fa vivere un viaggio emozionante tra Italia e Cile. Com’è nata l’idea di questa storia?

Volevo raccontare una storia di crescita personale e legarla al contesto dell’emigrazione, ma in uno scenario insolito e caratterizzato da aspetti singolari: a differenza di quanto accadde in Argentina, Brasile e Venezuela, dove sbarcarono masse di emigranti indigenti, spinti dalla fame e dalla voglia di riscatto, in Cile si stabilirono soprattutto artigiani, imprenditori e industriali richiamati dalle politiche del governo cileno che ambiva a costruire un paese solido e moderno. Mi piaceva l’idea di raccontare un volto poco conosciuto dell’emigrazione; anche la scelta del viaggio in prima classe mi ha permesso di approfondire una realtà meno nota.

Serafina è un personaggio determinato e ribelle per il suo tempo. Ti sei ispirata a figure reali per costruire il suo carattere?

Serafina è una ragazza minuta, in apparenza fragile, ma dotata di una forza di volontà e di una resistenza granitiche. La conosciamo sul molo di Napoli, in procinto di imbarcarsi per l’America, per poi ripercorrere alcuni momenti salienti della sua infanzia: la morte prematura di sua madre, gli anni del collegio, l’amore per l’atelier di suo zio Luigi. Nonostante le avversità e le disgrazie che deve affrontare, assistiamo alla sua crescita e al consolidarsi delle sue ambizioni, con la voglia di rimboccarsi le mani e andare avanti senza lasciarsi scoraggiare. Con il personaggio di Serafina ho provato a rendere omaggio alle donne di inizio ‘900 che hanno sfidato le convenzioni sociali pur di affermarsi in un mondo di uomini. C’è sicuramente anche una componente autobiografica, visto che ho provato sulla mia pelle l’esperienza dell’emigrazione, pur in condizioni molto diverse da quelle di Serafina. E riconosco di avere alcuni tratti in comune con la protagonista: la tendenza ad arrossire in situazioni di imbarazzo, lo scarso (pressoché inesistente) senso dell’orientamento, ma anche la tenacia e la determinazione nel perseguire i propri obiettivi.

La bicicletta ha un valore simbolico molto forte nella storia. Cosa rappresenta per Serafina?

La bicicletta ha un ruolo funzionale alla storia, è un elemento narrativo ma l’ho scelta soprattutto per la sua valenza simbolica. È da sempre emblema di indipendenza ed emancipazione e ha avuto un ruolo molto importante tra ‘800 e ‘900 nella definizione della nuova immagine di donna, andando a intaccare i pregiudizi dell’epoca. Per Serafina la bicicletta è il legame con sua madre, con l’infanzia serena della sua Bari, ma è anche inevitabilmente legata alla perdita e al lutto. Non a caso, quando la ritroverà in Cile, ci metterà del tempo per far pace con il passato e con il ricordo della scomparsa di sua madre. Una volta superata l’incertezza, però, la bicicletta diventa per la giovane uno strumento di autoaffermazione e indipendenza, nonché il mezzo ideale per portare avanti il suo lavoro.

Nel romanzo c’è anche una forte componente di viaggio e di scoperta. Quanto è stato importante ambientare la storia tra Italia e Cile?

La mia storia personale mi ha condotto in Cile subito dopo l’università, per quello che avrebbe dovuto essere un breve viaggio premio. Senza neanche rendermene conto, però, alla fine ci ho passato quasi otto anni e per me è stato naturale voler ambientare la storia nel “paese lungo e stretto”, potendo ripercorrere anche alcune tappe della mia esperienza. Nel caso di Serafina, è suo padre a decidere il trasferimento, si tratta dell’ennesima decisione che la ragazza subisce e a cui non può sottrarsi. Per questo motivo è da subito diffidente, quasi ostile nei confronti del Cile tanto da progettare il rientro in Italia appena possibile. In termini simbolici, il viaggio è rinuncia al proprio mondo, alla propria essenza. È il distacco dagli affetti più cari e dai sogni che ha coltivato in segreto per anni.  È confronto con una realtà che le è sconosciuta e priva di punti di riferimento, un salto nel buio a cui non si sente pronta.

C’è un momento del romanzo che hai amato scrivere più di altri?

La conclusione: ho passato settimane a scervellarmi sul come sciogliere i nodi senza cadere nel lieto fine scontato oppure nel finale inverosimile. Quando alla fine sono riuscita a far combaciare tutti i pezzi, è stato emozionante.

Una citazione preferita, tratta dal tuo romanzo?

“Lasciati spettinare dalla vita”. È l’invito che Gustavo rivolge a Serafina sul piroscafo, affinché si lasci andare e si apra alle nuove possibilità.

Grazie mille!
Jenny


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Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga. Ha conseguito i seguenti corsi di formazione: "Lettura e benessere personale come rimedio dell'anima" " Avvicinare i bambini alla lettura con i racconti di Gianni Rodari"