Intervista all’autrice Nadia Terranova

L’ AUTRICE

foto di Matteo Casilli

Nadia Terranova è una scrittrice italiana.

Nata a Messina nel 1978, vive e lavora a Roma.

Dopo la laurea in Filosofia a Messina e il dottorato a Catania, nel 2003 si trasferisce a Roma. Qui si dedica alla stesura del suo primo romanzo, Gli anni al contrario, pubblicato nel 2015 da Einaudi. Il romanzo è accolto positivamente da pubblico e critica vincendo numerosi premi, tra cui il Bagutta Opera Prima, il Premio Brancati, e l’americano The Bridge Book Award. Nel 2016 l’opera è stata tradotta in Francia da Romane Lafore per la casa editrice Le Table Ronde con il titolo Les années à rebours. Secondo un articolo del dicembre 2019, pubblicato dal quotidiano La Repubblica, Gli anni al contrario è tra i dieci romanzi italiani più belli usciti nel decennio che va dal 2009 al 2019.

Per saperne di più sull’autrice https://nadiaterranova.net/about/


IL LIBRO

Quello che so di te di Nadia Terranova è un romanzo intimo e profondo che intreccia memoria familiare e ricerca identitaria. La protagonista, diventata madre, si confronta con il passato della sua famiglia, segnato dalla figura enigmatica della bisnonna Venera, internata nel manicomio di Messina.

Decisa a scoprire la verità, torna nella sua città natale e si addentra in una fitta rete di ricordi, racconti frammentati e verità nascoste.

L’ autrice ci regala una storia intensa e toccante, che invita a riflettere su chi siamo e da dove veniamo.


Buongiorno Nadia, benvenuta a “Due chiacchiere con lo scrittore”. Parliamo del suo  romanzo, “Quello che so di te.”

Nel suo romanzo, il tema della memoria familiare ha un ruolo centrale. Cosa l’ha ispirata a raccontare questa storia così intensa e personale?

La consapevolezza che ci fosse dentro qualcosa di universale: la condizione delle donne, delle internate, nei primi del Novecento e non soltanto.

Chi era Venera, questa donna che ha avuto un peso così particolare nella storia?

Una donna alla quale probabilmente non era stato concesso il tempo dell’elaborazione di un dolore.

La maternità è un altro tema cruciale. La protagonista si trova a fare i conti con le sue paure proprio di fronte alla figlia appena nata. Qual è il significato di questa esperienza nel romanzo?

Non solo le paure, ma la felicità. Un’esperienza viva e contraddittoria, nei sentimenti e nella lingua che si cerca per esprimerla.

La Messina del passato, con il manicomio Mandalari, è un luogo molto evocativo nella sua narrazione. Come ha lavorato per ricostruirlo?

Ci sono stata più volte, ho guardato e riguardato foto d’epoca, e soprattutto ho immaginato.

Cosa spera che i lettori portino con sé da questo libro?

La consapevolezza che la verità è sempre plurale.

Grazie, Nadia, per questa intervista. C’è qualcosa che vorrebbe aggiungere ai nostri lettori?

Continuate a lasciarvi cambiare lo sguardo dai libri. Grazie a voi!


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Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga. Ha conseguito i seguenti corsi di formazione: "Lettura e benessere personale come rimedio dell'anima" " Avvicinare i bambini alla lettura con i racconti di Gianni Rodari"