foto presa dal web
Biografia
Milena Palminteri è nata a Palermo, vive a Salerno e ha due figli ormai grandi. Ha lavorato per tutta la vita come conservatore negli archivi notarili, dove insieme alla memoria economica di paesi e città italiane vengono conservate e custodite anche le nostre vicende individuali e collettive. All’inizio degli anni ottanta, mentre dirigeva l’archivio di Salerno, tra le carte di un vecchio fascicolo si è imbattuta in una storia che chiedeva di essere raccontata, quella di un neonato trasportato in una cesta e di una madre accusata di avere comprato il suo bambino. A quella storia negli anni se ne sono intrecciate altre, confluite nel suo primo romanzo, Come l’arancio amaro. Un esordio tardivo, profumato e dolce come un frutto che ha potuto a lungo maturare.
Tre protagoniste straordinarie fronteggiano la sfida più grande: trovare il senso del proprio essere donne in un mondo che vorrebbe scegliere al posto loro.
Tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento, sullo sfondo di un mondo che cambia, attraversando il Fascismo, la guerra e la ricostruzione, Sabedda, Nardina e Carlotta lottano e amano. Per ciascuna di loro, la vita riserva prove durissime ma anche la forza di un amore più grande del giudizio degli uomini.
Partendo da una storia vera, Filomena Palminteri esordisce con un romanzo maturo e travolgente, scritto con una lingua ricca di sfumature, popolato di personaggi memorabili per la dolente fierezza con cui abbracciano i propri destini.
Il profumo dell’arancio amaro tra storia e libertà”
Ciao Milena, benvenuta sul mio blog. È un piacere averti con noi.
“Come l’arancio amaro” racconta la storia di tre donne straordinarie. Cosa ti ha ispirato a scrivere questo romanzo?
Il cerino che ha dato fuoco alle polveri era nascosto nel luogo meno romanzesco del mondo: un verbale d’inventario di eredità che nell’osservanza rigida e paludata della forma notarile nascondeva una storia di miserie umane colorate da un involontario umorismo. La morte di un vecchio sposato ad una giovane assetata di denaro, il loro figlio la cui nascita è tanto miracolosa quanto improbabile, i parenti di lui , che a parte di quel patrimonio non vogliono rinunciare. Questa la mossa, ma la mia storia vira verso altre fantasie.
Il tuo romanzo si svolge tra gli anni Venti e gli anni Sessanta del Novecento. Perché hai scelto questo periodo storico?
Gli anni venti sono quelli che meglio inquadrano una Sicilia, tanto assuefatta da millenaria storia di invasioni, da vivere anche il fascismo, che arriva in Italia come un terremoto, con il suo solito e singolare fatalismo. Una Sicilia, quella occidentale in specie, che si fida della vecchia mafia assai più che dei suoi governanti. Lì pesco ricordi raccontati da nonne e zie, da mio padre e da nostalgici di un’età dell’oro che sembra abbiano vissuto essi soli. Lì è il tempo dove nasce e si sviluppa la storia. Gli anni sessanta appartengono invece a Carlotta , frutto dell’arancio amaro di cui nel titolo, e alla sua scoperta di un segreto che riguarda la sua vita e affonda il suo inizio negli anni del ventennio.
Il titolo del libro è molto evocativo. Puoi spiegarci il significato di “Come l’arancio amaro”?
Le tre donne sono Sabedda, la madre naturale di Carlotta, Nardina, colei che con uno stratagemma ne diventa la madre reale e la loro comune figlia, Carlotta appunto. Donne che tentano di scegliere in piena autonomia, ma solo Carlotta riuscirà pienamente a riscattarle tutte, sé stessa compresa, in tempi comunque ancora acerbi ( anni sessanta). Un inizio di libertà che sembra non ancora destinato a realizzarsi completamente.
Il romanzo tratta anche di un segreto che unisce i destini delle protagoniste. Puoi darci qualche anticipazione su questo elemento?
Il titolo del libro e l’albero che vi si richiama sono la sintesi perfetta della storia della nascita di Carlotta. Qui mi obbligo al silenzio per non togliervi il piacere, spero, della lettura.
Qual è il messaggio principale che speri i lettori traggano da “Come l’arancio amaro”?
Lungi da me affidare alle pagine del mio libro un messaggio, non sono così autorevole. Ho solo un desiderio: che tutte noi, che apparteniamo all’altra metà del cielo, si impari a guardarci non con gli occhi degli uomini né con quelli del mondo ma solo con i nostri, solo di essi fidandoci.
Grazie mille, Milena, per essere stata con noi. Non vediamo l’ora di leggere il tuo romanzo e scoprire le storie delle tue protagoniste.