Biografia
Joseph Santella : Perito Tecnico Industriale Meccanico, nel 2018 ha autopubblicato Thomas La May, vita di un misantropo, romanzo letterario e di fantascienza, e La pietra verde, raccolta di poesie. Nel 2020 ha pubblicato il romanzo letterario di formazione L’animale (Ensemble Edizioni). Due dei racconti della raccolta Sguardi sospesi sono usciti nella rivista TerraNullius.
Il Libro
“Sguardi sospesi” è una raccolta di racconti che esplora l’essenza della condizione umana, rivelandone le sfumature più intime e profonde. Attraverso sguardi persi nel vuoto, ogni storia cattura quell’attimo unico in cui tempo e spazio sembrano dissolversi, e la coscienza si eleva a un livello in cui percepiamo qualcosa di oltre il visibile. È un viaggio nei momenti di sospensione, quelli in cui riusciamo a sentire la nostra stessa esistenza in una forma pura, quasi trascendente.
Un libro che ci ricorda come, spesso, siamo noi stessi il vero senso della vita, un mistero in cui trovare risposte, semplicemente osservandoci.
Ciao Joseph, benvenuto nella mia rubrica “Due chiacchiere con lo scrittore” Partiamo subito con “Sguardi Sospesi”: il tuo libro è una raccolta di racconti che esplora la condizione umana. Com’è nato questo progetto? E cosa ti ha ispirato a scriverlo?
Ciao Jenny Citino ti sono profondamente grato per la mia prima l’intervista. Mai prima d’ora, grazie di cuore.
Allora, ritornando alla domanda che mi hai fatto. Il primo racconto che ho scritto, “Il pesce fuor d’acqua” di Sguardi Sospesi, è emerso da un’intuizione semplice. Un’intuizione che in un certo senso mi ha reso consapevole di cosa significhi la vita. In effetti, abbiamo sempre la tendenza a valutare la vita come un valore intrinseco dell’individuo. Tuttavia, ciascuno di noi è simile a una goccia d’acqua in un vasto oceano. L’oceano rappresenta la vita.
Nel complesso una capacità, una dote, una sensibilità, una parte di ognuno di noi completa sempre l’altro e viceversa. Non possiamo essere perfetti, ma possiamo esserlo nell’unicità della vita stessa. Dal primo racconto ne seguono altri che mettono in risalto la condizione umana in mille sfaccettature l’una che ripiega l’altra vivendo costantemente in una condizione di dubbio. La realtà soggettiva dell’individuo rimane tale per il motivo che è sempre difficile interpretare l’intimità dell’individuo stesso e da qui il dubbio è una guida che non ci abbandona mai. Uno sguardo sospeso, una realtà soggettiva che rimane sospesa solo per chi vive quel momento di estasi per il quale neanche la logica può dimostrare. L’indimostrabile il filo conduttore del dubbio.
A proposito di senso della vita, una frase molto forte che hai scritto è: “Noi siamo il senso della vita.” Come hai raggiunto questa conclusione, e cosa vuoi trasmettere ai lettori con questo pensiero?
Rispondo alla tua domanda ponendone altre, come ad esempio:
Perché un individuo nasce in un luogo specifico e non in un altro? Per quale motivo uno può nascere malato mentre un altro è in buona salute? Perché sono venuto al mondo io e non qualcun altro? Sono domande che tutti noi ci poniamo nel corso della vita. E la risposta è che quando ci poniamo domande sul significato della vita, ciò indica che noi stessi siamo il senso della vita e si manifesta l’esistenza dell’essere qui e ora, accrescendo la consapevolezza per il bene comune.
Sguardi sospesi esplora diversi aspetti dell’esperienza umana, dall’amore alla solitudine, dalla speranza al dolore. Quale storia ti è stata difficile più difficile scrivere e perché?
La narrazione più impegnativa che ho affrontato è stata Insipido, che affronta il tema della violenza domestica. Una violenza che può originare da un semplice piatto di pasta. Queste figure non sono altro che uomini violenti che considerano l’anima di una donna come un oggetto inanimato da manovrare a loro piacimento. E quando non riescono più a mantenere il controllo sulla donna, quali reazioni scaturiscono? Esse li portano a comportamenti estremi.
E non possiamo ignorare il fatto che ci siano bambini che crescono in questo contesto di vita assurdo dettato dall’istinto di sopravvivenza. Vorrei tornare al concetto di male, che è generalmente associato all’ignoranza. Tuttavia, secondo il mio punto di vista, il male è rappresentato dall’istinto di sopravvivenza, dove a ogni azione corrisponde sempre una reazione e manca un’anima sensibile. Chi non ha un’anima sensibile non riesce a comprendere il male che può infliggere agli altri. Anzi, mi correggo: è più corretto dire che non percepisce il dolore che può causare. Scrivere questa storia è stato difficile perché ci sono parti che mi toccano profondamente, e in quei momenti le lacrime scivolano lentamente sulle mie guance. Ancora oggi trovo difficile leggerla.
Sono curiosa: c’è un tema o un’emozione che non hai ancora esplorato ma che ti piacerebbe trattare in futuro?
Attualmente sto lavorando alla stesura di un romanzo il cui tema centrale è il viaggio nel tempo. Questo viaggio consente al protagonista di scoprire il proprio cuore in rapporto con il tempo. Grazie al battito del cuore, riesce a ritrovarsi in diverse dimensioni spaziotemporali. La principale emozione che pervade la storia è la paura di scoprire. Non voglio rivelarti il finale, sarà una sorpresa, ma posso dirti che, rileggendo la bozza, sono rimasto colpito e allo stesso tempo confuso nel comprendere i rapidi salti temporali.
Cosa speri che i lettori portino con sé dopo aver letto Sguardi sospesi?
La curiosità, quella stessa meraviglia che abbiamo da bambini. Quella curiosità che, con il passare degli anni, tende a diminuire in ognuno di noi.
Auguro sinceramente che per chi legge sia un’esperienza gradevole.
Grazie di cuore