Intervista a Giulia Dal Mas

foto presa dal web

Giulia Dal Mas è nata a Pordenone e vive a Maniago con il marito, i tre figli e due cani. Laureata in Giurisprudenza, ha una grande passione per la lettura e la scrittura, oltre ad amare la cucina, i giardini, i vecchi edifici da rimettere in sesto e tutto ciò che sappia regalare emozioni. Autrice di numerosi romanzi, le sue storie hanno appassionato migliaia di lettori.


Lena ha trentacinque anni e lavora come ortopedico in una clinica di Stoccolma. Quando muore l’amato nonno, con cui aveva vissuto dopo la perdita dei genitori, trova nella sua casa al mare un dipinto della bisnonna, Eva Peterson, una pittrice di fama internazionale. Affascinata dallo splendido paesaggio montano raffigurato nel dipinto e ferita dal tradimento del compagno con cui sognava di costruire una famiglia, Lena decide di scoprire che cosa avesse ispirato la bisnonna e parte per un viaggio.

In un viaggio sulle orme del passato, tra gli abeti rossi e le suggestive cime del Trentino, Giulia Dal Mas ci racconta la storia di un antico amore, di una grande famiglia spezzata dalla guerra e di due donne, legate dal destino, che hanno saputo rimettere in discussione la propria vita.


Ciao Giulia benvenuta a “Due chiacchiere con lo scrittore” parliamo del tuo ultimo romanzo “La donna che dipingeva il vento” edito da Tre60 editore

Ciao e grazie per la tua ospitalità!

La storia di La donna che dipingeva il vento si sviluppa su due piani temporali e la narrazione segue i punti di vista delle due protagoniste perché, come in tutti i miei romanzi, ho cercato di creare un mondo il più completo possibile. I miei personaggi, come noi, hanno un passato, hanno un vissuto, hanno una storia famigliare che in parte li definisce, che li spinge a percorrere una strada invece di un’altra, che ne influenzano i pensieri e i comportamenti. Che ne siano consapevoli o meno, la loro storia è più complessa di ciò che danno a vedere ed è andando a scavare lì dove sono le loro radici, che si può scoprirne la vera essenza.

Il periodo storico in cui si muove Eva, inoltre, è particolare: siamo agli albori della Prima Guerra Mondiale e ci troviamo in una terra di confine, percorsa in quegli anni da spinte irredentiste molto forti, che ne hanno fatto un luogo di lotte intestine capaci di sconvolgere la storia di molte delle famiglie che l’abitavano. La scelta di contrapporre il 1914 ai giorni nostri è scaturita proprio dal desiderio di raccontare, tramite i miei personaggi, le peculiarità di quel momento.

Il tutto è partito da un incontro, virtuale per ovvi motivi, con una pittrice svedese di Malmoe: un giorno di tre anni mi imbattei in un suo dipinto, condiviso tramite i social, e mi innamorai del suo tratto così carico di colore e gioia. In quel periodo, io e mio marito volevamo far ritrarre la nostra famiglia in occasione del mio compleanno e così la contattai e da lì iniziò: diventammo amiche, iniziammo a parlare e quando mi raccontò di ciò che provava dipingendo, delle emozioni che la attraversavano, decisi che avrei cercato di renderle omaggio tramite la mia protagonista, che a quel tempo era solo abbozzata. Dal personaggio di Eva e dalla sua storia ha preso le mosse anche Lena, che ha ereditato la passione per la medicina dalla linea paterna della sua famiglia, e che come la sua bisnonna è caparbia ed è abitata da un profondo senso di giustizia, che la spinge a voler aiutare gli altri non solo tramite la sua professione.

L’ambientazione è molto importante, è parte della storia così come lo sono Eva, Lena e gli altri personaggi. Il Trentino è una regione bellissima, carica di fascino, in cui si respira il calore di una terra ricca di tradizioni e pervasa dalla bellezza dei suoi boschi e delle sue montagne. Amo questa terra, ne sono sempre stata affascinata, per questo la scelta dell’ambientazione è arrivata prima che potessi delineare i contorni delle protagoniste e prima che riuscissi a vedere la storia nel suo insieme. Avevo già condotto delle ricerche sulla foresta dei violini in occasione della stesura di un altro romanzo, in cui la protagonista si occupava di liuteria, e da allora il desiderio di respirare la bellezza di quei boschi e lasciarmi cullare dall’armonia sussurrata dagli abeti rossi, così maestosi e delicati, non mi ha mai abbandonata. Oltre alla radura, citata nel romanzo e centrale nella storia, il cui nome è frutto della mia fantasia e che, tuttavia, condivide le sue caratteristiche con molti altri luoghi della valle, sono rimasta incantata dal lago di Cece, che fa da sfondo a una parte della storia di Lena, creando un’atmosfera ovattata e suggestiva.

La famiglia è il cuore del romanzo. L’amore, declinato in tutte le sue varianti, permea la storia di entrambe le protagoniste, legandole l’una all’altra e unendole alla terra lontana in cui entrambe trovano loro stesse. La famiglia è il luogo delle emozioni, il luogo dei sentimenti, è dove ogni essere umano plasma se stesso, a volte anche prendendone le distanze. La storia della famiglia Sieff, in particolare, mostra come i legami possano allentarsi, ma non riescano mai a spezzarsi davvero.

Il titolo è stato suggerito dalla casa editrice. Inizialmente, il romanzo portava il nome di un capitolo del libro, poi, parlandone con l’editor, si è giunti alla conclusione di renderlo meno astratto e, dopo un periodo di riflessione, è stato suggerito La donna che dipingeva il vento, un titolo che trovo davvero meraviglioso, perché porta con sé il fascino suggestivo delle montagne del Trentino.

Ho iniziato a lavorare a una nuova storia, sono solo all’inizio, non so bene dove mi porterà, ma so che non sono ancora pronta a lasciar andare del tutto i personaggi incontrati in questo romanzo, né la sue affascinanti montagne.

Ringrazio Giulia per il tempo che ha dedicato alle mie domande e per la sua disponibilità.
Spero che questa intervista vi faccia venir voglia di leggere il romanzo
“La donna che dipingeva il vento”


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Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la curatrice del blog letterario "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.