Una scrittrice femminista dei nostri giorni: Carolina Capria
foto presa dal web
Carolina Capria vive a Milano, dove ha iniziato la propria carriera da autrice per la tv e scrittrice di libri per ragazzi. Ha esordito nel 2011 con Piemme e da allora non ha mai smesso di scrivere romanzi e saggi per un pubblico di persone giovani e giovanissime. Insieme a Mariella Martucci è autrice di numerose serie per ragazzi e ragazze tra cui Berry Bees (Fabbri editori 2018), da cui è stato tratto l’omonimo cartone animato trasmesso da Rai Gulp (2019). Nel 2021 ha pubblicato con Effequ un saggio dal titolo Campo di Battaglia. Le lotte dei corpi femminili. È autrice e ideatrice del profilo social «L’ha scritto una femmina », con cui promuove la letteratura femminile e abbatte pregiudizi e discriminazioni di genere.
Carolina Capria nel suo ultimo lavoro, esplora la condizione femminile e le narrazioni che, da sempre, hanno insegnato alle donne a reprimere desideri e ambizioni.
Con la forza delle grandi scrittrici come Jane Austen e Toni Morrison e delle eroine immortali come Jane Eyre e Scarlett O’Hara, l’autrice dimostra che un’altra strada è possibile. Quella di donne che si salvano da sole, che prendono il comando e che scelgono di mettere se stesse al primo posto.
Un’opera che celebra l’autonomia e il coraggio, offrendo un messaggio di speranza e determinazione per chiunque voglia riscoprire la propria voce in un mondo che spesso chiede il silenzio.
Ciao Carolina, benvenuta a “Due chiacchiere con lo scrittore”. Oggi parliamo del tuo ultimo libro, “Maestre”, pubblicato da HarperCollins. Puoi raccontarci com’è nato questo progetto?
Una delle cose che più amo fare è parlare di libri, e da tempo mi frullava in testa l’idea di raccontare grandi autrici della mia formazione attraverso le loro eroine, creando un amalgama in cui la vita dell’autrice si mescola con quella della personaggia a cui ha dato vita. E poi, lo ammetto, volevo tantissimo usare la parola “Maestre” con l’accezione che diamo al correspettivo maschile, ovvero – cito dal vocavolario– : “chi eccelle in un’arte, una scienza, una disciplina o in un’altra manifestazione di cultura, così da poter essere considerato una guida, un caposcuola”. Per le donne questa accezione non esiste, ed è ora che le cose cambino.
Nel libro fai un viaggio attraverso la grande letteratura femminile di tutte le epoche. Come hai scelto le autrici e i personaggi da includere?
Ho guardato alla mia giovinezza e agli anni della formazione domandandomi quali fossero le voci che più delle altre avevano risuonato dentro di me, e in qualche modo mi avevano indicato una strada alternativa a quella che mi indicava la società. Non è stata una scelta facile, ovviamente, perché per fortuna le maestre che ho avito sono state più di cinque, ma ho seguito il cuore, se così si può dire.
Le “maestre” del tuo libro rappresentano un altro modo di vedere il mondo e affrontare la vita. Qual è il messaggio che speri arrivi alle lettrici?
Spero che leggere di donne indipendenti, ambiziose e determinate, possa essere di ispirazione, ma quello a cui tengo di più è che la lettrice si senta parte di una famiglia. Senza anticipare molto, nel libro cito una frase che dice così: “Tutte le donne del mondo appartengono alla stessa famiglia”. Ecco, io vorrei che arrivasse questo messaggio.
Tra le tante “maestre” che citi, c’è una figura che senti particolarmente vicina o che ti ha ispirata maggiormente?
Onestamente mi è difficile scegliere, ma sono profondamente legata a Jane Austen, per me è veramente una sorella maggiore. E sono profondamente convinta che se lei non fosse esistita, se non avesse preso in mano una penna, vivremmo in un mondo diverso e molte autrici dopo di lei non sarebbe riuscite a fare le cose meravigliose che hanno fatto.
Secondo te, perché è importante che anche oggi si continui a parlare di queste figure femminili nella letteratura?
Perché ancora adesso esiste un forte pregiudizio. Quelli che cito in Maestre sono classici, capolavori della letteratura, eppure molti uomini non li hanno letti, perché convinti che fossero da femmine. Ho conosciuto tantissimi lettori forti, ma tra loro pochissimi consideravano l’opera di Jane Austen una lettura fondamentale. Quindi sì, il lavoro da fare è ancora tanto.
Grazie, per aver condiviso con noi il tuo percorso e i messaggi di “ Maestre” Disobbedire e ascoltare se stesse grazie a cinque scrittrici.