Uno “Spoon River” che fa rivivere la memoria dei personaggi illustri, di uomini che hanno fatto la storia della nostra provincia: tale è “Il bisbiglio dei fiori recisi” scritto da Alfredo Salvi.
Si tratta di rimettere sul palcoscenico della vita i dolori, le gioie, gli insegnamenti altrui.
Una ricchezza che non può essere accantonata, che equivale ai fiori momentaneamente recisi.
Sono novantasette figure le quali con quella malinconia che infondo è calore del cuore si raccontano nella dimensione delle anime beate.Quindi anche quello che era ritenuto il pazzo del paese permette di esercitare la “pietas”, scavando in un’ umanità profonda.
“Queste pagine-termina l’autore – sono nate anche all’apporto di tante persone che hanno collaborato a far rivivere coloro che ci stanno dicendo un arrivederci.”
Prefazione
“Il bisbiglio dei fiori recisi” è una raccolta di poesie che si collega a un filone, particolare nel suo genere, che ha radici molte lontane e che appassiona l’uomo di ogni tempo e spazio, perchè getta lo sguardo oltre la morte.
L’epigramma nasce come iscrizione encomiastica o funeraria,ma si apre presto alla satira sociale e all’erotismo , e ad altri aspetti della vita.
Nel 1607 a Heidelberg fu trovata una raccolta di epigrammi in lingua greca, denominata poi Antologia Palatina.
Nel libro VII, ad esempio, troviamo già una certa varierà di tono: da una composta malinconia si passa all’ironia tipica della satira.
Al’antica Roma appartengono raccolte di iscrizioni funerarie , sortilegi e pronostici.
Nelle raccolte di epitaffi c’è una concisa forza nell’attraversare la morte.
Fin dalle origini, più’ che utilizzare la prosa, si è scelto di seguire metro e lirica.
Sfogliando questa raccolta del Salvi, il pensiero va subito a Edgar Lee Masters, con la sua antologia Spoon River , riproposta recentemente da Luigi Ballerini, in cui il poeta fa parlare dall’oltre tomba i personaggi vissuti in questo ipotetico villaggio, ed echeggiano le ballate ubique di Fabrizio De Andrè, tanto che vien voglia di cantarle.
Il luogo di Masters non è un prociso topos e Spoon River ricalca un villaggio tipicamente americano.
I personaggi invece sono proprio espressione di quell’ambiente.
In Salvi il luogo ha un nome preciso, Luino, mentre i personaggi potrebbero appartenere anche ad altri luoghi.
In Spoon River i personaggi dialogano tra loro, mettono in risalto i differenti punti di vista, evidenziando le contraddizioni di una società americana impregnata di perbenismo e ipocrisia diventando un documento di denuncia.
Nelle poesie del Salvi non si coglie la denuncia, non c’è ombra di giudizio o di ironia, non c’è desiderio di espiazione..
Al contrario, possiamo dire che sono un invito ad assumere un atteggiamento di compiaciuta accettazione della vita di ciascun personaggio così come è riuscito a viverla, con le proprie contraddizioni e i propri limiti.
in “Bisbigli” non c’è catarsi del verso poetico, quanto piuttosto il canto esprime l’amore, che accoglie ciò che è stato: positivo per il fatto stesso che si è manifestato.
Già in quei “Bisbigli”, si avverte l’atmosfera impalpabile di un mondo che non ci appartiene e al quale ci possiamo avvicinare in composto e reverente silenzio.
A chi rimane, lasciano la loro pur dimessa testimonianza fatta di piccoli gesti,di tentennamenti o di inesorabili cadute, come può sperimentare ogni essere umano, a cui non è sempre dato camminare dritto e sicuro, ma al quale spesso accade incespicare nel cammino della vita. Ognuno, con la propria esistenza , è stato fiore su questa terra.
Fiore falciato dalla morte, che ne ha spezzato l’esistenza .
Indipendentemente dall’età in cui la morte è sopraggiunta per il poeta è qualcosa che si è spezzato, non consumato o finito.
Dentro questa immagine, si può intravedere la convinzione del poeta riguardo la natura immortale dell’uomo.
Siamo forse fatti per l’eternità.
L’esperienza della morte s’impregna così di sofferenza, appesantita da un profondo senso di ingiustizia.
Grande umanità vi è nello scorrere dei versi, snocciolati come grani di un rosario,che preclude (o prelude?) al destino perpetuo.
Il ritmo è pacato e suadente, diverso da quello che possiamo trovare in “Alambicchi di Lago”.
Qui il verso è libero si alterna con rima baciate, che sollevano il tono là, dove il richiamo alla vita trascorsa, può caricarsi di tutto il dolore provato, o là dove la tristezza si fa piu’ acuta.
Come battito d’ali in volo, l’andamento poetico è rapido, ma non rumoroso. Si posa qua e là sui ricordi che caratterizzano quella esistenza, sottolineandone l’essenziale, evidenziandone il senso profondo: l’essenza.
Possiamo dire che non sono monologhi, anche se così potrebbe apparire a una prima superficiale lettura.
Il dialogo però non è esplicito,bensì trapela dalla voce e dalla testimonianza del protagonista di ogni lirica, quasi che il suo dire e il sentire siano risposta a domande lì tacite.
La lettura delle poesie di questo libro consente di sperimentare l’assoluto universale dell’incontro possibile, o solo immaginato, con un mondo che è al di là.
Al di là di uno spazio e di un tempo vissuto, al di qua dei nostri sentimenti e dell’amore possibile, come naturale congiunzione di vita e morte.
Prof.ssa Patrizia Martino
“La Cartolaia”
1892 – 1975
Iniziai in un cortile
in via Felice Cavallotti
viva di botteghe e baldi giovanotti.
Poi mi spostai
in via XV Agosto
e rimasi in quel posto.
Il mio nome era Rosa ma per tutti Paolina
della cartoleria
la madre regina.
Esponevo in vetrina
pennini quaderni carte assorbenti
per i bimbi e gli studenti.
In bella mostra stilografiche
ricercate aristocratiche
e anche le Bic seppur meno scic.
Gli album da colorare
i libri per la gioventù’
da sfogliare e sognare.
Ho visto crescere fanciulli
scorrere veloci gli anni
il lago e le mode far danni.
Ho servito cortese
più’ d’una generazione
sorridendo dal grande bancone.
I miei nipoti
hanno raccolto la tradizione
nata in quella lontana stagione.
Nel cielo riposo
serena
cullata nell’aria
da chi ha nome Maria.
Alfredo Salvi, psicologo e psicoteraupeta, nonchè poeta e scrittore di romanzi gialli.