Lily Cortez è molto legata alla sua famiglia: crescere con due mamme le ha insegnato che l’amore è tutto ciò che conta per essere felici. Lei e sua sorella Zinnia sono sempre state molto unite e la loro infanzia è stata serena, nonostante provenissero da una famiglia non esattamente convenzionale. E così, dopo il naufragio del suo matrimonio in Spagna, Lily decide di tornare in Inghilterra, il paese in cui è cresciuta, per circondarsi dell’affetto delle persone care. Ma a casa la attende una scioccante rivelazione: il padre che non ha mai conosciuto non è stato – come aveva sempre creduto – un’avventura di una notte: sua madre lo aveva sedotto proprio allo scopo di rimanere incinta, nonostante lui fosse sposato. Sconvolta dalla notizia, Lily parte alla ricerca dei fratelli in un viaggio che la porterà prima a lavorare al Three Fishes, un piccolo pub di paese, e poi addirittura in Svizzera, senza sapere bene che cosa aspettarsi: come la accoglieranno i fratelli che non immaginava di avere e quali altri segreti si nascondono tra le montagne innevate? Quello che doveva essere un viaggio alla scoperta di sé stessa potrebbe rivelarsi molto di più grazie all’incontro con Isaac, l’affascinante gestore del pub…
Realizzazione a cura di Pàgina
A Paul Matthews e Hollie Clark Matthews.
In questo anno speciale
la vostra felicità mi riempie di gioia.
Prologo
«Mamma, che succede? Perché piangi?». Lily Cortez corse sul prato e si accucciò davanti alla figura snella della madre seduta su una sedia da giardino col capo chino su un iPad. La fredda giornata di ottobre era quasi al termine e la luce aveva assunto un colore grigio acciaio.
«Oh! Lily, non ti aspettavamo fino a domani». Roma si passò una mano sulle guance bagnate e voltò l’iPad a faccia in giù, mettendoselo in grembo. Roma Martindale era appassionata di giardinaggio, a cui si dedicava a prescindere dalle condizioni atmosferiche, ed era circondata da fioriere, terriccio e vasi di violette nonostante la giornata ventosa.
«Ho deciso di fare il viaggio dalla Spagna in due giorni anziché tre, per farti una sorpresa». Lily si accigliò. Gli occhi rossi della madre indicavano che aveva pianto a lungo e Roma non era una persona facile alle lacrime. Lily si tastò le tasche della felpa alla ricerca di un pacchetto di fazzolettini da mettere nelle mani gelide di Roma. A Peterborough c’erano probabilmente dieci gradi in meno rispetto a Barcellona, da dove era partita il giorno precedente alle prime luci dell’alba, lasciandosi alle spalle un marito spagnolo sollevato quanto lei all’idea di mettere fine alla relazione. Concesse alla madre un minuto per soffiarsi il naso. «Stai male? O si tratta di Patsie?». Patricia Jones era la compagna di vita di Roma, un’avvocatessa alta e sicura di sé, che amava indossare completi blu scuro.
«Stiamo entrambe bene». Roma si soffiò di nuovo il naso. «Lavora pro bono in un centro di accoglienza per donne. E pensavo che non saresti arrivata prima di domani, quindi…». Le lacrime le rigarono di nuovo le guance.
«Qualcuno ha parlato male di te e Patsie?». Non tutti accettavano le coppie dello stesso sesso. Sergio, il futuro ex marito di Lily, non aveva mai preso bene il fatto che lei avesse due madri, per esempio.
Roma scosse la testa, cercando un lembo asciutto del fazzoletto di carta. «No». Si asciugò le lacrime.
Lily deglutì prima di riuscire a parlare di nuovo. «Per favore, mamma. Sto immaginando ogni genere di cose orribili». Poi lo sguardo le cadde sull’iPad. «Hai ricevuto brutte notizie?».
Roma premette le mani sull’iPad e chiuse gli occhi. «Mi hai colto in un momento di debolezza. È una cosa che ormai appartiene al passato, davvero».
Lily cercò di trattenere le lacrime. «Mi stai spaventando», disse a bassa voce. Cosa diavolo avrebbe potuto indurre la madre, in genere una persona solare, divertente e bizzarra, a singhiozzare così disperatamente?
Sempre stringendo l’iPad, Roma si alzò in piedi e prese la mano di Lily. «Entriamo in casa».
La cucina era calda e accogliente. Dopo aver appeso il cappotto da giardinaggio color cachi alla porta sul retro ed essersi tolta gli stivali di gomma, Roma si sedette al tavolo. Lily si accomodò accanto a lei e guardò lo schermo dell’iPad prendere vita. Lentamente, Roma lo girò affinché Lily potesse leggere: era la pagina dei necrologi del «Peterborough Telegraph».
Lily scrutò l’avviso sullo schermo. «Questo tizio, Marvin, è morto? Aveva ottantasette anni, dunque era un po’ più anziano di te, mamma». Marvin era stato l’amato marito della defunta Teresa, padre e nonno amorevole, fratello di Bonnie. «Non ti ho mai vista piangere per un uomo». Da donna gay, fiera e orgogliosa per tutta la sua vita adulta, le amicizie di Roma erano principalmente donne.
Roma rimase in silenzio, col viso arrossato.
Poi Lily realizzò e trattenne il respiro. «Mi viene in mente solo un uomo in particolare con cui hai avuto una relazione. Ma è stata l’avventura di una notte e non ne conoscevi nemmeno il nome… così mi hai detto». Guardò la madre dritta negli occhi, leggendoci dentro apprensione e dispiacere. «Non è stata solo l’avventura di una notte? Mio padre?».
Deglutendo a fatica, Roma scosse la testa. «È stato un pasticcio. Conosci già la maggior parte della storia».
Lily sentì una fitta allo stomaco. «Ma non l’intera storia, a quanto pare! Raccontami tutto. Voglio provare a capire».
Roma si coprì gli occhi. «Io e Patsie volevamo una famiglia. Lei aveva una carriera stabile con i sussidi di maternità. Rimase incinta di tua sorella Zinnia nel modo più sensato, grazie a un donatore anonimo. Ma io mi ingelosii. Volevo un bambino anch’io». Roma coprì la mano di Lily con la sua e le si spezzò la voce. «Patsie non era d’accordo, soprattutto prima della nascita del primo bambino. Io ero una fotografa freelance che si arrabattava per guadagnarsi da vivere e bisognava considerare i costi del nido. Se doveva esserci una seconda gravidanza, lei avrebbe ripetuto l’inseminazione artificiale utilizzando lo stesso donatore anonimo – una cosa possibile anche nel 1983 – così i bambini sarebbero stati fratelli a tutti gli effetti. Trovai Patsie insopportabilmente pragmatica». Roma fece una risata amara. «Non fu l’avventura di una notte, lui fu il mio amante. Marvin era più grande di me e nella mia sconsiderata e noncurante ingenuità pensai che non gli sarebbe importato se lo avessi usato. Non seppe mai che stavo con lui solo per rimanere incinta».
L’orologio della cucina ticchettò da sopra il piano cottura, rumoroso in mezzo a quel silenzio. «Perché hai mentito quando ti ho chiesto di mio padre?», domandò Lily, scossa da un senso di perdita inaspettatamente intenso.
Balzando in piedi, Roma prese un bicchiere e lo riempì usando il dispenser di acqua fredda nella porta del frigorifero. Poi tornò al suo posto trascinando i piedi. «Conobbi Marvin tramite un incarico di lavoro: si trattava di scattare foto dello staff dirigenziale per una rivista aziendale. Si prese una cotta per me e non lo nascose. Rimase scioccato quando io, una donna sulla ventina, lo incoraggiai». Roma arrossì. «Lui era in forma e di bell’aspetto per un cinquantenne. Immaginai che sarebbe stato gentile con me e la maggior parte delle mie esperienze erano state con donne». Si schiarì la gola e alzò lo sguardo su Lily. «Sei sicura di voler sentire il resto?».
Il cuore di Lily batteva all’impazzata. Annuì.
Roma si spostò i capelli dietro le orecchie. Il vento aveva spettinato le ciocche ondulate del colore del grano. «Durò cinque mesi, il tempo che impiegai a rimanere incinta. Fui più dispiaciuta di quanto pensassi quando misi fine alla relazione. Il povero Marvin ne fu devastato. Disse che si era innamorato di me. Aveva messo a rischio il suo matrimonio e la felicità dei suoi figli. Era talmente ferito. Fu terribile. Ero stata così immatura ed egocentrica, che non avevo nemmeno pensato al suo matrimonio. Non riesco a credere a quanto sia stata egoista. E Patsie…». Le mani di Roma adesso tremavano. «Ho quasi distrutto la nostra relazione. Lei era così felice durante la gravidanza che aveva pianificato, mentre io la tradivo per tutto il tempo».
«Con un uomo», sussurrò Lily, scioccata.
Le labbra di Roma si piegarono in un sorriso amaro. «Sì. Be’, che fosse un uomo non aiutò. Ma avevo tradito la sua fiducia e i progetti per il nostro futuro. Il nostro rapporto fu difficile per molto tempo».
Nonostante l’enormità di tutto ciò che aveva sentito, Lily desiderava ardentemente informazioni su quella persona. «Parlami di mio padre», pretese con voce roca.
Sul viso di Roma comparve un mezzo sorriso. «Era un dirigente d’impresa. Biondo, dall’aspetto sempre curato. Gli piaceva il rock’n’roll della vecchia scuola, il rugby, il tennis, il cinema, i programmi polizieschi in TV, le vacanze in America».
Lily si sentì come se le avessero svuotato le viscere con un cucchiaio gigante. «E non hai mai pensato che quando parlava della felicità dei “suoi figli” includesse anche me?».
Roma si alzò e si versò con calma il caffè dalla caraffa filtrante. Aveva la voce bassa e piena di vergogna. «Non riuscivo a trovare il modo per sistemare le cose. Per essere giusta con tutti.
C’erano due figli in arrivo. Desideravo disperatamente rimanere con Patsie e fare da genitore a entrambi i bambini. L’unico modo era dirle la verità… senza coinvolgere nessun altro. Non potevo rischiare che Marvin venisse a sapere di te o che tu venissi a sapere di lui, perché poi Patsie avrebbe dovuto fare i conti con lui coinvolto nella tua vita».
Lily guardò la tazza di caffè che sua madre le porgeva e si sentì leggermente disgustata.
Roma si sedette e prese Lily tra le braccia. Odorava di aria fresca e concime. «Se solo sapessi quanto a lungo ne abbiamo parlato! Qualsiasi cosa pensassi di fare, mi sembrava che avrebbe peggiorato le cose, mettendo a rischio la mia famiglia e la famiglia di Marvin. Se ti avessimo detto la verità e tu avessi voluto conoscerlo, avrebbe cambiato l’intera dinamica della nostra famiglia: tu e Zinnia, io e Patsie. Lily, non odiarmi! Avevi due madri e una sorella. Volevo che fosse abbastanza».
«Quindi hai scelto al posto mio e mi hai esclusa dalla sua famiglia. Una metà della mia famiglia». Lily poggiò la testa sul pugno chiuso. Si rendeva conto del perché la madre avesse fatto certe scelte, anche se le sembrava di avere un buco nero nello stomaco. «Non ti odio, mamma. È tutto così… tipico di te. Caotico e impetuoso. Non è facile ritrovare mio padre e perderlo nello stesso istante». Le lacrime le pizzicarono gli occhi.
Poi, lentamente, Lily si ricompose e tirò a sé l’iPad per rileggere il necrologio. E in esso vide il premio di consolazione. Senza dire nulla, evidenziò il primo dei due nomi e lo copiò in un motore di ricerca. Un elenco di risultati riempì lo schermo e le ci vollero pochi secondi per cliccarci sopra. Poi fu come se le parole che leggeva le arrivassero al petto e le afferrassero il cuore. «Guarda. Il maggiore dei miei due fratellastri, Harrison Tubb, è il proprietario del pub Three Fishes in un paesino chiamato Middledip». Guardò sua madre con un moto d’eccitazione. «È qui nel Cambridgeshire. Potrei andare a cercarlo».
Roma si appoggiò allo schienale della sedia sussultando inorridita. «Oh, Lily… no!».
Sue Moorcroft è un’autrice pluripremiata di romanzi rosa e novelle. Non la spaventa affrontare temi profondi nelle sue storie romantiche, ma riesce comunque a mantenere uno stile leggero e fresco. È nata in Germania, ma ha vissuto anche a Cipro, a Malta e nel Regno Unito. La Newton Compton ha pubblicato La promessa di Natale, La mia romantica vacanza da sogno, Un’estate da ricordare, La vacanza che cambiò la mia vita, Un desiderio molto speciale, Un’estate insieme e Una vacanza molto speciale.
Per saperne di più: www.suemoorcroft.com