COMUNICATO STAMPA
Dal 15 luglio in libreria
“Feríta. Giovanna d’Arco, anno 1971”
di Sergej Roić
Mimesis edizioni, 168 pp., 14,00 euro
Francia, 1971 – De Gaulle è morto e ora il comando della Sesta Repubblica è nelle mani del generale comunista Roche.
Un visionario regista russo rimette in scena il Sessantotto parigino,
un’ideale rivoluzione capitanata da una nuova Giovanna d’Arco,
mentre all’orizzonte qualcosa sta accadendo.
È in libreria dal 15 luglio il terzo romanzo pubblicato dallo svizzero Sergej Roić per Mimesis edizioni (collana Meledoro), “Feríta. Giovanna d’Arco, 1971”, una distopica visione del post- Sessantotto parigino attraverso lo sguardo del regista russo Martin Aleksandrovicˇ Belogradski e del filosofo di sinistra Eric Feríta. Ciò che accadrà dopo in questo utopico rovesciamento della Storia, sarà narrato dalla messa in scena delle gesta di una contemporanea Giovanna d’Arco – «Che cosa farebbe Jeanne, una Jeanne consapevole e patriota, al giorno d’oggi, nel 1971, per salvare la rivoluzione e la Francia?» – nel film di Belogradski e dalla decostruzione del soggetto, delle immagini e della mente tentata dal filosofo Feríta.
In questo nuovo e ipnotico romanzo Sergej Roić catapulta il lettore in una dimensione altra e inimmaginabile travalicando i confini di distopia, fantascienza, cinema e filosofia in una narrazione complessa e articolata, talvolta metafisica, governata da quattro concetti-chiave che si riflettono nella ripartizione del libro e nelle utopie immaginifiche di Belogradski e Feríta: la decostruzione del soggetto; la decostruzione delle immagini; la decostruzione della mente; la cura dell’anima ferita. “Feríta” è infatti un viaggio nel ricordo, nella memoria platoniana, nel proprio Io, nella mente umana, nella potenza del linguaggio e nella sua capacità di creare immagini, relazioni semiotiche, visioni e turbamenti che vanno al di là del sondabile umano per approdare in una realtà altra forse non così distante dalla nostra.
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Parigi, 1968 – La rivoluzione sessantottina francese ha vinto e ha portato con sé un nuovo governo: De Gaulle è morto d’infarto e la Sesta Repubblica, osservata speciale della Nato, è guidata dal generale di sinistra Sébastien Roche – un fanatico di Napoleone, militarista convinto e camaleontico rappresentante del Partito comunista circondato da intellettuali filo-marxisti come Eric Feríta – salito al potere per aver schierato l’esercito a fianco degli studenti in rivolta. Tra quei giovani manifestanti anche Irene, attrice di belle speranze, e George Aubry, studente fuori corso di filosofia, tuttofare nelle produzioni cinematografiche e pacifista post litteram, e Jeanne, la novella Giovanna d’Arco impegnata nella salvezza della Francia.
Cannes, 1971 – Sulla Costa Azzurra, durante il famoso festival, l’acclamato regista russo Martin Aleksandrovicˇ Belogradski, l’émissaire de l’infini, si rifiuta di ritornare in URSS acuendo i dissapori con le istituzioni sovietiche: «Belogradski era un eroe o un traditore? Bisognava osannarlo o condannarlo? Desiderava la guerra o era venuto in pace?». Feríta, docente di filosofia e primo suggeritore di Roche, propone di far girare al regista un film patriottico in Francia per ristabilire un equilibrio con i russi, “Giovanna d’Arco, anno 1971”, film che vedrà fortuitamente impegnati Irene, nelle vesti di Jeanne, e il compagno George, in quelle di un giovane pilota russo.
Alpi svizzere, 2025 – La commissione esaminatrice si riunisce per analizzare le pellicole recuperate del film di Belogradski: cosa è accaduto sulle coste francesi?
Sergej Roić è uno scrittore svizzero di origini croate/jugoslave. È giornalista culturale presso il “Corriere del Ticino” di Lugano e attivo nel PEN Club della Svizzera italiana e retoromancia. I suoi libri, le due raccolte di racconti Innumerevoli uomini e Il tempo grande e i romanzi Il gioco del mondo / Achille nella terra di nessuno e Omaggio a Paul Klee sono stati pubblicati in Svizzera e in Italia. Per Mimesis ha pubblicato i romanzi Vorrei che tu fossi qui – Wish you were here e Solaris – parte seconda.
Parigi, 1971: il ’68 “ha vinto”, De Gaulle è morto d’infarto, un nuovo generale di sinistra, il generale Roche, ha preso il potere sostenendo le ragioni degli studenti del maggio ’68. Ecco che nasce la Sesta repubblica, una nuova costituzione viene scritta dai colonnelli vicini a Roche e dai filosofi di sinistra, in particolare da Eric Feríta. Sulla Costa Azzurra, durante il festival del film di Cannes, il regista russo Martin Aleksandrovic Belogradski si rifiuta di ritornare in URSS. Scandalo! Feríta, primo suggeritore di Roche, propone di far girare al regista un film patriottico in Francia: Giovanna d’Arco, anno 1971. I sovietici accettano, si profila una prima forma di collaborazione tra la nuova Francia e l’URSS. Ciò che accadrà dopo in questo utopico rovesciamento della Storia sarà raccontato dalle immagini del film di Belogradski – la giovane Irene è Giovanna, Georges Aubry è il suo compagno sia nel film che nella vita – e dalla decostruzione del soggetto, delle immagini e della mente tentata dal filosofo Feríta.
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