Da quando ha perso il marito in un tragico incidente d’auto, Elana James si sente disastrata e incompleta, proprio come il cottage di campagna da ristrutturare in cui vive con la sua bambina di sei anni, Maya. Con l’avvicinarsi del secondo Natale senza Niall, nonostante soffra ancora molto per il lutto, Elana si rende conto che lei e sua figlia meritano una seconda occasione per andare avanti ed essere felici. E quale modo migliore per ricominciare, se non dai lavori di ristrutturazione del cottage rimasto a lungo trascurato, proprio come il suo cuore? Incoraggiata dalla magica atmosfera natalizia, Elana assume un giovane tuttofare, Luke Stevenson, per occuparsi dei lavori e rendere il cottage accogliente in tempo per Natale. Se tutto andrà secondo i piani, la sua bimba potrà attendere l’arrivo di Babbo Natale davanti allo splendido camino del soggiorno. E chissà che quella del focolare non sia l’unica scintilla ad accendersi: anche il cuore di Elana, aiutato dalla magia delle feste, potrebbe tornare a scaldarsi per la prima volta dopo tanto tempo…
Il libro perfetto in attesa del Natale
Una romantica storia d’amore sulle seconde occasioni
«Una storia che vi scalderà il cuore. Romantica e dolce come una fetta di torta.»
«Un romanzo immancabile nella libreria di chi ama i libri sul Natale.»
«Vivere nel passato può essere una trappola, la protagonista di questa storia ci insegna che è sempre possibile riprendere il controllo della nostra vita e tornare a essere felici.»
I miei Natali sono stati, per la maggior parte, momenti meravigliosi che mi hanno regalato ricordi che porterò sempre con me e per i quali sono immensamente grata.
Ma, come per tante altre persone, ci sono state occasioni in cui mi sono sentita il cuore pesante. Quando si perde una persona cara si attraversano momenti dolceamari, ma non appena le nuove generazioni iniziano a riempire i posti vuoti intorno al tavolo, allora ci si rende conto di essere davvero fortunati.
Tornare a vedere il Natale attraverso gli occhi dei bambini che ci circondano non è soltanto speciale: è a dir poco magico, nonché il regalo più bello che si possa chiedere.
Perciò dedico Il cottage degli amori segreti a Billy, Lily, Joe e Maddie.
La nostra tavola di Natale si allarga e, anche se mamma e papà non possono più prendervi posto, la loro presenza si fa sentire comunque con intensità.
Buon Natale a tutti e un abbraccio a coloro il cui Natale sarà velato dalla tristezza, quest’anno. Ricordatevi che l’amore non muore mai, perché ce lo portiamo dentro i nostri cuori per sempre.
Baci,
Linn
Prologo
«Papà, sei stato via un sacco. Avevo paura che non saresti tornato in tempo per Natale!».
La dolce vocina di Maya si levò nell’oscurità, trasmettendo il puro sollievo che provava, seguito a ruota dall’amore e dalla gioia che custodiva dentro.
«Lo so, principessa, ma è complicato. Alcuni viaggi richiedono più tempo di altri. Ti sei comportata bene?»
«Sì, papà. Be’, quasi sempre, almeno. Fuori è ancora buio, sta nevicando?»
«No, niente neve oggi». Maya si dimenò un po’ nel letto, accoccolandosi meglio mentre Niall le tirava il piumone un po’ più su e glielo rimboccava.
«È ancora presto, piccola, adesso devi tornare a dormire».
«Resti insieme a me?». La sua voce era appena un sussurro, il sonno cominciava ad avvolgerla ancora una volta tra le sue braccia. «Non te ne vai, vero?»
«Ci sarò ogni volta che avrai bisogno di me, Maya. Papà è sempre qui con te».
Niall si sdraiò accanto a sua figlia, che in pochi secondi cominciò a respirare a un ritmo lento e regolare.
«Mi sei mancata, piccola. Mi dispiace». Le sue parole sembrarono riecheggiare nella stanza, anche se la sua voce era appena udibile. L’unica cosa che riuscisse a sentire nella sua testa era la melodia tormentone della canzone di Natale preferita di Maya, quella del famigerato gruppo degli Wizzard. Appena cominciò a rilassarsi, le parole iniziarono a prendere il sopravvento sui suoi pensieri. When the snowman brings the snow…
Capitolo 1
Elana
Sta arrivando il Natale
Non è che io sia una di quelle persone che odiano il Natale, ma quest’atmosfera già festosa, quando ancora manca una settimana al 1° dicembre, inizia un pochino a irritarmi. Certo, ammetto che alcuni tra i pezzi più classici mi fanno battere il piede a ritmo, ma finché non finisco con questa scadenza, l’ultima cosa di cui ho bisogno è essere distratta. Il tempo stringe e quel terribile panico, quello che mi fa sudare freddo, comincia a farsi sentire. Ci sono le bollette da pagare e affrontare il Natale con un budget limitato è un ulteriore stress.
«Maya, puoi abbassare un po’ la musica, per favore? La mamma sta cercando di lavorare».
«Va beeene, scusaaa». Il suono della sua voce cantilenante che mi raggiunge nello studio mi fa esplodere il cuore d’amore, ma poi lo vela di quella tristezza ormai fin troppo familiare. Il volume si riduce di pochi decibel solo per essere rimpiazzato da gridolini e risate, mentre Maya e la sua migliore amica, Amelie, continuano a infilare perline nella collana da appendere intorno all’albero di Natale. È una tradizione che ha sempre fatto parte della sua vita e che non può essere abbandonata. Per il momento è ancora molto presa dall’idea della magia del Natale, e sarà così fin quando non sarà pronta ad affrontare la più crudele delle verità: Babbo Natale non esiste. E questo potrebbe essere l’ultimo anno buono, ammesso che riusciamo ad arrivare al 25 senza che le dicerie dei compagni di scuola abbiano la meglio. Persino alla tenera età di sei anni e mezzo, alcuni bambini sono fin troppo consapevoli al giorno d’oggi e vogliono crescere davvero in fretta. Altri, come Maya, si accontentano di aggrapparsi alla loro infanzia il più a lungo possibile e scelgono di ignorare le chiacchiere che sentono a scuola. Immagino dipenda dal desiderio interiore di credere che il Natale sia un periodo magico, in cui possono accadere sul serio cose meravigliose, a prescindere dalla propria età.
Oh, Babbo Natale, cosa dovrei desiderare? Di tornare indietro nel tempo; però a cosa servirebbe? Mi do una scrollata: questi pensieri non mi sono per niente d’aiuto.
Ancora una volta la mia concentrazione è andata rovinosamente in frantumi e non ci è voluto altro che un semplice versetto di una stupida canzone di Natale. I grandi classici sono i migliori, ma non quando non fanno altro che riportare alla memoria ricordi dolorosi. La mia mente mi intima di non pensare a queste cose. Mi rifiuto di iniziare a fare la piagnucolona proprio ora che ci stiamo avvicinando al secondo Natale senza Niall. Lui rimarrebbe deluso da me. Quest’anno mi era sembrato di stare meglio, di essere riuscita a evitare le sabbie mobili che minacciano costantemente di risucchiarmi. Mi sono già abbandonata alla tristezza tantissime volte dal giorno del funerale, ma farlo adesso è un lusso che non posso permettermi. Maya non soltanto ha bisogno che io sia forte, ma anche che io sia davvero presente per lei. Abbiamo già perso troppi momenti importanti in quei primi mesi, dopo che Niall ci è stato portato via. La psicologa da cui sono andata per un po’ mi ha aiutato a capire che quando si soffre una perdita del genere, così, all’improvviso, adattarsi è sempre difficile. Niall era forte e in salute, e anche… meraviglioso. Così pieno di vita. Ma io non ero con lui quando ha esalato l’ultimo respiro, schiacciato in un ammasso di metallo distrutto, incastrato in un guardrail in autostrada. Il mio stomaco si annoda in un groviglio involontario mentre cerco di respingere quell’orrore, e mi rendo conto che rivivere il momento peggiore della nostra vita non può portare a nulla di buono. L’indagine si è conclusa con la constatazione che era scoppiato uno degli pneumatici, e che erano stati proprio gli sforzi di Niall per evitare di schiantarsi contro un camion a far ribaltare l’auto, alla fine. Nel profondo del mio cuore mi chiedo se non avesse i riflessi meno pronti del solito per la troppa stanchezza, se non fosse stata la fretta di correre a casa da noi a fargli pagare il prezzo più alto. Era da un po’ che faceva un sacco di straordinari per guadagnare il più possibile, in modo da pagare i lavori di ristrutturazione del cottage dei nostri sogni, ai margini della foresta di Dean. Abbiamo fatto da soli tutto quello che potevamo fare, così da evitare di dover pagare qualcun altro, ma ciò vuol dire che abbiamo passato serate e fine settimana interi a sverniciare le pareti, insufflarle e ridipingerle. Niall ripeteva spessissimo che non sarebbe stato così per sempre, ma alla fine è stato il nostro per sempre.
Allungo la mano verso la tazza di caffè e ne bevo una grossa sorsata. È freddo, ma mi serve una bella dose di caffeina. La cosa buffa è che, persino in questo momento, mi ritrovo ancora ad aspettare di sentire la sua chiave nella porta, come se quello che è successo non fosse altro che un incubo dal quale sto per risvegliarmi. Le lacrime, di questi tempi, sono poche e sempre più rare. Non ne ho quasi più, e almeno di questo sono contenta. Ma l’ultima cosa di cui ho bisogno adesso è sprecare energie che non ho nel tentativo di farmi vedere allegra e spensierata agli occhi di Maya anche quando mi lascio un po’ andare. Siamo in quella fase delicata della sua vita in cui mia figlia è in continuo cambiamento, e sotto tantissimi aspetti. Per ora afferma di credere in Babbo Natale con una determinazione feroce, ma non so se la sua sia un’innocente accettazione a occhi chiusi di questa possibilità o se, piuttosto, derivi dal desiderio di aggrapparsi a questa bella favoletta. Perdere il suo papà è stato già abbastanza, magari rinunciare anche a Babbo Natale per lei è un passo troppo grande; forse si sente come se la vita che conosceva le stesse scivolando via dalle mani.
Torno al cursore lampeggiante di fronte a me, cambio schermata e inizio a digitare.
Caro Diario,
oggi è il giorno numero 481 da quando Niall ci ha lasciate. Stiamo abbastanza bene. Mancano dieci giorni alla mia scadenza e ventinove a Natale. Da quand’è che la mia vita è diventata tutta una questione di numeri?
Rileggo quello che ho scritto nei giorni prima e penso che la mia psicologa, Catherine Treadwell, sarebbe orgogliosa di me. La rabbia che prima trapelava dalle mie annotazioni giornaliere è svanita, ma con essa è venuto a mancare anche qualsiasi incentivo concreto per impegnarmi ad andare avanti. Mi trovo in un limbo. La mia realtà attuale per il momento consiste nel preoccuparsi prima dei soldi e poi di tutto il resto. L’assicurazione sulla vita di Niall mi ha permesso di estinguere il mutuo sul cottage, ma con un solo stipendio ormai vivo di mese in mese. Ogni centesimo dei nostri risparmi familiari è stato investito nei lavori di ristrutturazione, ma non ci siamo mai preoccupati di cosa avremmo fatto quando sarebbero finiti i soldi. Pensavamo di avere tutto il tempo del mondo per trasformare Bay Tree Cottage nella casa perfetta. Peccato che ora, anche ammesso che un giorno finissimo tutti i lavori, non sarà mai perfetta. Sbaglio? Come potrebbe esserlo, senza Niall?
«Mamma, possiamo accendere il camino stasera?». Maya mi guarda con occhi speranzosi.
«Penso che sia meglio aspettare il fine settimana, tesoro. Non c’è abbastanza tempo per godercelo quando il giorno dopo c’è scuola, non trovi? Tra l’altro non so nemmeno se ci sono ancora ceppi, tra le scorte. Ti prometto che sistemerò tutto quanto il prima possibile».
Era compito di Niall pensare al camino. Avrebbe chiamato lo spazzacamino all’inizio dell’autunno, poi si sarebbe procurato i ceppi e li avrebbe accatastati in maniera ordinata a ridosso della parete in fondo al garage, pronti a essere usati. Ironia della sorte, l’anno scorso ero molto più organizzata. Direi che è stato uno dei meccanismi di difesa con cui ho affrontato il lutto, durante quelle prime settimane e quei primi mesi così duri. Non mi fermavo mai, continuavo a tenermi impegnata – con attività di qualsiasi genere – per non ascoltare quello che avevo in testa. Ma ora mi sento in colpa. Maya si ricorderà che l’anno scorso, in questo periodo, stavamo rannicchiate insieme sul divano ogni sera a leggere davanti al fuoco. Ora dopo ora, ci rifugiavamo in mondi alternativi ispirati da alcuni autori meravigliosi. Matilda di Roald Dahl, La tela di Carlotta di E.B. White e The Worst Witch di Jill Murphy, il libro preferito di Maya, una storia tenera e ricca di trionfi.
È stato un periodo davvero tremendo, ma mi sono impegnata affinché lo superassimo una giornata alla volta. Il mio istinto, subito dopo l’incidente, era stato quello di vendere il cottage…
Linn B. Halton è una scrittrice che pubblica anche con lo pseudonimo Lucy Coleman. Ha lavorato per anni come designer di interni e adesso ha all’attivo più di dodici romanzi, grazie ai quali ha vinto numerosi premi e riconoscimenti. Fa parte della Romantic Novelists’ Association. Vive in Galles. Con la Newton Compton ha pubblicato Sotto il caldo sole della Grecia, I segreti di Villa Rosso, Appuntamento sotto la neve e Il cottage degli amori segreti.