Curiosità su Ada Negri

foto presa dal web

Ada Negri nasce a Lodi il 3 febbraio 1870. Grazie al lavoro della madre che fa la tessitrice riesce a completare gli studi. Diventa maestra a Motta Visconti, comincia a scrivere poesie, aderisce al socialismo. Sposa un industriale, ha una figlia, divorzia, va a vivere a Zurigo. Nel 1940 è la prima donna accademico d’Italia.

Riuscì a trasformare le sue esperienze di vita in una straordinaria produzione poetica, diventando una delle prime poetesse italiane a guadagnare fama nazionale e internazionale. La sua scrittura, caratterizzata da temi sociali, emozioni profonde e uno stile semplice ma incisivo, ha lasciato un segno indelebile nella letteratura italiana.

Ada cresce in un ambiente umile: suo padre, operaio, muore quando lei ha solo un anno, lasciando la madre a prendersi cura della famiglia lavorando come tessitrice. Questa esperienza di povertà segnerà profondamente la sua visione del mondo e influenzerà la sua poetica, orientata a dare voce agli emarginati e a chi lotta per un’esistenza dignitosa. Grazie alla sua passione per lo studio e alla determinazione, riuscì a diplomarsi come maestra e cominciò a insegnare nelle scuole primarie. Proprio in questo periodo, inizia a comporre le sue prime poesie.

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Il suo esordio letterario avviene con la raccolta “Fatalità” (1892), che ottenne subito grande successo. I versi della Negri, forti e carichi di sentimento, descrivono la condizione delle classi più umili, esprimendo al contempo speranza e desiderio di cambiamento. Questa caratteristica la rese nota come la “poetessa del popolo”.

Le prime opere sono contraddistinte da una forte denuncia sociale. In “Fatalità” e “Tempeste” (1896), esplora temi come la povertà, le ingiustizie, il lavoro duro e mal pagato, e la difficoltà di essere donna in una società patriarcale. I suoi versi raggiungono il cuore dei lettori perché raccontano esperienze reali e condivise, senza fronzoli né eccessi stilistici. Questo la rendeva accessibile a tutti, dai letterati ai lettori meno abituati alla poesia.

Con il passare degli anni, la poetessa si avvicina a temi più intimi e personali. Nella raccolta “Maternità” (1904), esplora il significato della maternità, della femminilità e delle emozioni legate all’amore e alla perdita. Quest’opera mostra una Ada Negri più riflessiva, capace di esplorare i sentimenti più profondi dell’animo umano.

Nel 1921 pubblica “Esilio”, una raccolta che testimonia il suo periodo più difficile: il divorzio dal marito e la morte della madre. Anche in questa occasione, però, la Negri riesce a trasformare il dolore in arte, regalando al lettore poesie che parlano di solitudine, ma anche di resistenza e rinascita.

Le solitarie è il libro di racconti uscito con grande successo nel 1917 (già nel 1920 aveva venduto 10.000 copie) e più volte riproposto per la sua capacità di fotografare la condizione femminile del tempo. Le protagoniste dei racconti sono donne del popolo: sarte, portinaie, serve, operaie, ma anche signore dell’alta società. La Negri vi raffigura tutti i mondi da lei attraversati, filtrando il suo autobiografismo attraverso la letteratura.

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  • Ada è stata la prima donna a entrare a far parte dell’Accademia d’Italia, nel 1940. Questo riconoscimento testimonia non solo il suo talento letterario, ma anche il suo ruolo pionieristico come figura femminile nella cultura italiana.
  • Le sue poesie sono spesso considerate manifesti di denuncia contro le ingiustizie sociali e di genere. La sua scrittura esprimeva un profondo senso di solidarietà verso gli ultimi e verso chi era emarginato dalla società.
  • Ada era amica di numerosi intellettuali e artisti del suo tempo, tra cui Sibilla Aleramo, con la quale condivideva l’impegno per l’emancipazione femminile e la voglia di raccontare la condizione delle donne attraverso la letteratura.
  • Nonostante abbia vissuto in diverse città, tra cui Milano e Zurigo, rimase sempre profondamente legata alla sua città natale, Lodi, e alla sua infanzia difficile. Molte delle sue poesie riflettono la nostalgia per i luoghi della sua giovinezza e per la semplicità della vita di campagna.
  • Il divorzio dal marito, Giovanni Garlanda, fu uno degli scandali che coinvolsero la poetessa nella sua vita privata. All’epoca, il divorzio era malvisto e rappresentava un atto di ribellione contro le convenzioni sociali. Nonostante le difficoltà, riuscì a continuare la sua carriera e a crescere la sua unica figlia, Bianca.

Ada Negri è morta il 11 gennaio 1945 a Milano, lasciando un’eredità letteraria che ancora oggi emoziona e ispira. Le sue poesie continuano a essere studiate e amate, non solo per la loro bellezza stilistica, ma per la capacità di catturare la vita nelle sue sfumature più diverse, dal dolore alla speranza, dalla solitudine alla forza di rinascere. Attraverso la sua scrittura, ha saputo raccontare la realtà senza mai perdere la delicatezza e la sensibilità, facendosi portavoce di chi non aveva voce e regalando alla letteratura italiana una delle sue figure più luminose e rivoluzionarie.

In un’epoca in cui essere donna e poetessa era tutt’altro che semplice, è riuscita a imporsi come figura di riferimento, contribuendo a plasmare la poesia italiana moderna e offrendo al lettore uno sguardo profondo e sincero sull’esistenza.


I suoi libri


Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga.