Sinossi
Quando il passato e il presente si toccano, accade qualcosa di magico. Specie in certi luoghi dove il silenzio e la tranquillità conducono i sensi oltre ciò che è apparente. In una cornice da racconto gotico, tra vecchi monasteri, paesi abbandonati, ville di campagna e antiche dimore, circondati da un’atmosfera suggestiva, l’elemento sovrannaturale rappresenta lo snodo, misterioso quanto affascinante, di queste vicende a metà tra i racconti di fantasmi e le storie d’amore. Tra reincarnazioni, presagi, incantesimi e déjà vu, i misteri si possono svelare e le maledizioni potranno essere interrotte. Venti storie cariche di emozioni e di sentimento, nelle quali i protagonisti sono donne e uomini lontani da stereotipi e cliché, pronti a sorprendere e a sorprenderci, capaci di vivere appieno le loro vicende. Personaggi, ma soprattutto anime, particolari e profonde, che si ritrovano.
L’ Autore
Gianni Verdoliva vive e lavora a Torino.
E’ giornalista pubblicista e ha scritto per varie testate e attualmente è collaboratore fisso del mensile Polizia e democrazia.
E’ S.F.E.R.A. Coach con formazione con il Team di Giuseppe Vercelli (Metodo Sfera).
Ama la natura e l’arte, le tradizioni e la storia, i bei paesaggi, le conversazioni profonde ma anche la tranquillità e il silenzio.
Gli piacciono i borghi medioevali e i sentieri di campagna, i racconti di fantasmi e il paranormale.
Si definisce introverso, garbato, affidabile, tranquillo.
Il suo racconto “I nostri fiori” è stato pubblicato all’interno del volume “50 autori” da Cavinato Editore nel 2017.
La tecnologia per lui è un mezzo, vive nel mondo reale, e non è dipendente dai social media.
E’ appassionato di fitness.
Se volete saperne di più sull’ autore ecco il link del suo sito: https://gianniverdolivascrittore.it/
Estratto
A te, caro lettore e cara lettrice,
con l’augurio che tu ti possa emozionare.
Se riandiamo con la mente alla storia passata dell’uomo,
troviamo, tra molte altre convinzioni religiose,
una fede universale nell’esistenza di fantasmi o esseri eterei
che sono vicini agli uomini ed esercitano su di essi
un’influenza invisibile ma possente.
In genere si crede che tali esseri siano spiriti
o anime dei trapassati.
Carl Gustav Jung
Prima di trovare la tua anima gemella,
è necessario che tu scopra la tua anima.
Charles F. Glassman
L’amore è composto da un’unica anima che abita due corpi.
Aristotele
Prefazione
Venti brevi racconti, agili, scoppiettanti, mai faticosi,
insospettabilmente vari, sempre incisivi. Tanti
personaggi femminili e maschili, ben tratteggiati nel
loro aspetto fisico, ma soprattutto delineati nel loro
“speciale modo di sentire”. Individui appartenenti
al mondo contemporaneo, ben inseriti nella società,
ma tutti protesi inconsapevolmente alla ricerca di
“qualcosa”. Tutti sono infatti caratterizzati da una
sensibilità speciale e sanno andare oltre, riescono a
percepire ciò che sfugge agli altri, mai si fermano
alla moderna quotidianità delle cose nella quale per
altro sono immersi, ma vedono al di là, scoprono il
prima ed il dopo, il qua ed il là, vibrano ad un livello
superiore, sotto l’apparenza della normalità ed interagiscono
con antichi spiriti.
Prendono vita così, nei racconti, inaspettate
coincidenze, eventi solo apparentemente casuali,
che poi non si riveleranno tali, spinte irrazionali che
risulteranno risolutive e giuste per arrivare alla verità
profonda delle cose. Dalla combinazione di questi
ingredienti si dipana la narrazione che richiama
delicatamente i toni del romanticismo inglese, ma
si collega anche al giallo, al racconto di suspence,
al romanzo di formazione fino allo scioglimento finale:
il felice incontro di anime che si ritrovano e si
riconoscono al di là del tempo e dello spazio in un
gioco magico di legami indissolubili.
Motore di tutto è l’amore di coppia che prima
ancora che carnale è un amore spirituale, senza età
e senza confini, forte tanto da infrangere ogni convenzione.
Come Paolo e Francesca, ogni coppia
esiste e dura oltre la morte, si materializza come
presenza a chi sa vederla, chiede aiuto per ritrovare
pace contro le avversità che si sono abbattute
sul suo cammino e diventa a sua volta impulso per
la formazione di nuovi legami come all’interno di
una legge universale ineluttabile. Così dice il fantasma
di Melissa emergente dal passato, alla giovane
Giusy. “Cara, il destino ha voluto che le nostre esistenze
si sfiorassero soltanto. Per quanto fugace sia
stato l’incontrarti, è stato meraviglioso. Sei stata
per me portatrice di gioia. Voglio quindi donarti le
mie gioie. Presto, molto presto, vivrai un’altra gioia,
ancora più preziosa di queste” (p. 41).
Come i personaggi di Goethe, nelle “Affinità
elettive” i protagonisti dei racconti di Gianni si
attraggono, si separano e si riuniscono nell’amore
puro, superando maledizioni ed incantesimi, disvelandosi
a distanza di tempo e sublimandosi.
I personaggi di Gianni sembrano avere spesso
un destino preciso: ridare vita ai fantasmi buoni del
passato, riviverne la storia spesso sfortunata e tragica,
perseguitata dalla sorte avversa o dalle convenzioni
del tempo; sanno risvegliarli anche se appartengono
ad un’altra dimensione, rimuovono gli
ostacoli rendendo loro la meritata giustizia. Solo a
questo punto ritrovano opportunità inattese, energia
nuova da reimpiegare nella loro quotidianità. Un
universo, quello creato da Gianni, dove le anime
possono vivere in totale corrispondenza e comunione
al di là del tempo e dello spazio.
Spesso a favorire il collegamento è un oggetto,
in apparenza quotidiano, ma magico nella funzione:
un centrino, la punta di una lancia, un carillon, una
spazzola da capelli, un diario, vecchi spartiti musicali;
a volte invece c’è un vero e proprio dono che il
protagonista riceve come segno del passato e come
suggello del suo nuovo amore: un paio di orecchini
di madreperla, un cestino scolpito in legno, cosicché
nel dipanarsi del racconto tutto acquista un forte
potere evocativo, evidenziato sovente dall’allontanarsi
del protagonista dalla sua quotidianità verso
un luogo tranquillo; ecco così profilarsi vecchie abbazie,
locande defilate, isole solitarie che si mescolano
però con coraggiosa incisività ad ambienti moderni
come sale da ballo, gallerie d’arte, yogurterie.
La narrazione è sempre avvincente, spesso potenziata
dalla costruzione in flash back, immancabilmente
condita da suggestive ambientazioni e da
annotazioni di carattere culinario nostrano, quasi a
voler sottolineare il mutuo scambio tra dimensione
reale e fantastica. In conclusione una lettura gradevole
ed intrigante, ma soprattutto incoraggiante e
positiva. L’essere umano non è fatto di solo corpo,
ma anche di interiorità; esiste in ogni persona una
parte sensibile che riconosce le altre anime, dialoga
con esse e sa trovare la strada giusta per il bene e
per la felicità. Basta saper ascoltare l’anima che è in
noi e convincersi che anche ciò che sembra impossibile
può avvenire.
Luisa Gentile
Lo specchio
Davanti al portone Fiorella
prova le chiavi. L’agente
immobiliare è stato un po’ frettoloso. Portone,
cancello, porta d’ingresso, ecc. Quale sarà quella
giusta? Già trovare l’indirizzo non è stato facile, in
quel dedalo di vicoletti e viuzze intricati. Eccola,
la chiave grande. Uno scatto e il pesante portone si
apre. Dentro penombra, pulviscolo, aria di antico.
Un piccolo androne pieno di vasi di ogni grandezza
con piante e fiori accoglie Fiorella che si avvicina,
valigia al seguito, verso il cancello che porta al piano
superiore, quello dove c’è la sua camera. Fiorella
spinge il cancello e sale lentamente le scale fino ad
arrivare alla prima rampa per poi ridiscendere quasi
subito per richiudere il cancello che aveva dimenticato
aperto. Ed è in quel momento che una antica litografia
attira la sua attenzione. Fiorella si sofferma
a guardarla, incuriosita. Una stanza da letto, un comodino,
una sedia, un armadio, uno specchio. Una
mano raffinata nella cura dei dettagli è ciò la colpisce
più di tutto. Poi, guardando meglio, nota uno
strano particolare. Il viso triste di una ragazza che
osserva la stanza da dentro lo specchio. Fiorella si
avvicina alla litografia, la osserva con attenzione da
varie angolazioni. Davvero si tratta di una raffigurazione
alquanto strana. Risalendo la rampa di scale dopo aver chiuso il cancello
dall’interno, non riesce
a distogliere lo sguardo da quell’immagine. Altra
rampa di scale, gradino dopo gradino, con la pesante
valigia. Ecco. Finalmente al piano. Una grande
porta davanti a lei, in realtà, un trompe l’oeil. Un
giardino fiorito, un labirinto, unicorni, farfalle che
volano e, in fondo, uno specchio. Uno specchio
che nella raffigurazione pittorica è collocato in lontananza
ma che in realtà sembra essere l’elemento
centrale. Fiorella è ammaliata dalla visione e tocca
il muro come a sincerarsi che si tratti davvero di
una pittura, per quanto di abile fattura. Poi si dirige
lungo il corridoio diritta alla sua stanza, l’ultima in
fondo, almeno così le ha detto l’agente immobiliare.
I suoi passi risuonano nel lungo corridoio semibuio
malgrado fuori sia pieno giorno, le due piccole
finestre sembra non riescano a illuminare l’intero
spazio. Come se parte della casa dovesse in qualche
modo restare in penombra, come se qualcosa
di segreto dovesse essere lì nascosto.