“Io ascoltavo da dietro la finestra, rapita dalla musica di una lingua che a volte suona come i sussurri di un amante e altre come il canto lamentoso del basettino. Le parole mi agganciavano e non mi lasciavano piu’. Fiumi, oceani e deserti, l’usignolo e la rosa: i simboli perenni della poesia persiana mi divennero familiari attraverso quelle scene serali nel giardino, e anche se ero ancora molto giovane, una bambina, quei versi mi portavano in paesi lontani”