“Alma” recensione

“Alma”
Autrice: Federica Manzon
Casa Editrice: Feltrinelli
data di pubblicazione: 16 gennaio 2024
pagine: 266


TRAMA

Tre giorni dura il ritorno a Trieste di Alma, che dalla città è fuggita per rifarsi una vita lontano, e ora è tornata per raccogliere l’imprevista eredità di suo padre. Un uomo senza radici che odiava il culto del passato e i suoi lasciti, un padre pieno di fascino ma sfuggente, che andava e veniva al di là del confine, senza che si potesse sapere che lavoro facesse là nell’isola, all’ombra del maresciallo Tito “occhi di vipera”. A Trieste Alma ritrova una mappa dimenticata della sua vita. Ritrova la bella casa nel viale dei platani, dove ha trascorso l’infanzia grazie ai nonni materni, custodi della tradizione mitteleuropea, dei caffè colti e mondani, distante anni luce dal disordine chiassoso di casa sua, “dove le persone entravano e se ne andavano, e pareva che i vestiti non fossero mai stati tolti dalle valigie”. Ritrova la casa sul Carso, dove si sono trasferiti all’improvviso e dove è arrivato Vili, figlio di due intellettuali di Belgrado amici di suo padre. Vili che da un giorno all’altro è entrato nella sua vita cancellando definitivamente l’Austriaungheria. Adesso è proprio dalle mani di Vili, che è stato “un fratello, un amico, un antagonista”, che Alma deve ricevere l’eredità del padre. Ma Vili è l’ultima persona che vorrebbe rivedere. I tre giorni culminanti con la Pasqua ortodossa diventano così lo spartiacque tra ciò che è stato e non potrà più tornare – l’infanzia, la libertà, la Jugoslavia del padre, l’aria seducente respirata all’ombra del confine – e quello che sarà. Federica Manzon scrive un romanzo dove l’identità, la memoria e la Storia – personale, familiare, dei Paesi – si cercano e si sfuggono continuamente, facendo di Trieste un punto di vista da cui guardare i nostri difficili tentativi di capire chi siamo e dov’è la nostra casa.


RECENSIONE

“Suo padre che spariva e appariva, che la portava nell’isola dei comunisti, la vestiva da piccolo pioniere e le insegnava le canzoni malinconiche de Balcani, le faceva assaggiare lo slivovitz con la punta della lingua e quando tornava a casa la portava al cinema.”

Federica Manzon, con Alma, capace di intrecciare memoria personale e collettiva in una narrazione che attraversa i confini geografici ed emotivi. Vincitore del Premio Campiello, il libro esplora l’identità, il senso di appartenenza e il legame con le proprie radici attraverso gli occhi della protagonista, Alma.

Alma è una giornalista che ha lasciato Trieste per costruirsi una nuova vita a Roma. Il ritorno nella sua città natale, in occasione di un’improvvisa eredità lasciatale dal padre, diventa il pretesto per un viaggio interiore tra passato e presente. Trieste, il Carso e l’isola di Brioni non sono solo luoghi fisici, ma simboli di una storia familiare frammentata e di un’eredità culturale che intreccia la tradizione del Centro Europa con la complessa realtà della Jugoslavia di Tito.

“La geografia ci incatena a un carattere, decide in anticipo chi siamo e l’impressione che faremo sugli altri, aveva detto con convinzione.”

L’ autrice tratteggia con finezza psicologica il rapporto conflittuale tra Alma, e il padre, figura enigmatica e senza radici, che si muove tra il confine italiano e quello balcanico con un alone di mistero. Il ritorno a Trieste è anche il momento del confronto con Vili, un tempo amico e antagonista, ora custode dell’eredità paterna.

“… il passato è facile da rievocare solo quando le cose si mettono male, ma quando il presente apre le sue possibilità non ci importa di quello che è accaduto prima, non c’è tempo per voltarsi indietro rischiando di perdere ciò che ci troviamo miracolosamente davanti.”

Lo stile dell’autrice è ricercato, e la scelta di non nominare direttamente le città – la Città per Trieste, la Capitale per Roma, l’isola per Brioni – rafforza il senso di sradicamento e universalità del racconto. La prima parte del romanzo procede con un ritmo lento, quasi sospeso, mentre nella seconda metà la storia acquista maggiore intensità, coinvolgendo il lettore nella ricerca di una verità familiare e storica.

“Alma” è un viaggio profondo tra identità, memoria e il peso dell’eredità storica che ciascuno di noi si porta dentro. Una lettura che richiede attenzione, che fa luce su un frammento di storia spesso dimenticato.

“No, non credo che tu sia una sradicata, devi solo trovare il tuo posto dove mettere radici.”

Consigliato a chi ama le storie intime intrecciate alla grande Storia e a chi è affascinato dai popoli di confine, sospesi tra culture e appartenenze.

Ringrazio il Gruppo di Lettura della Biblioteca Comunale di Laveno Mombello che ha proposto questa lettura e mi ha fatto uscire dalla mia zona confort letteraria 🙂

Quanto il passato e le radici influenzano la nostra identità e le scelte che facciamo?


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Author: Jenny Citino
Jenny Citino è la responsabile editoriale della rivista on-line "Librichepassione.it" Amante della lettura sin da bambina, alterna questa sua passione con la musica classica, il giardinaggio e la pratica dello Yoga. Ha conseguito i seguenti corsi di formazione: "Lettura e benessere personale come rimedio dell'anima" " Avvicinare i bambini alla lettura con i racconti di Gianni Rodari"