L’ Autrice
Eloisa Donadedelli, nata a Morbegno nel 1975, ha vissuto un anno negli Stati Uniti, dove si è diplomata alla Lincoln High School di Sioux Falls. Laureata in lingue e letterature straniere all’Università Statale di Milano, ha collaborato con il quotidiano La Provincia di Sondrio, per poi dedicarsi all’insegnamento, professione che svolge tuttora in un liceo linguistico. La passione per la montagna è un retaggio di famiglia. Dopo aver scritto un libro per ragazzi (Agostino Pizzoccheri e la biomagia, Edizioni Il Ciliegio), esordisce nella narrativa con Le voci delle betulle, a Giugno pubblica il suo secondo romanzo “Ricordami nell’acqua” sempre con Sperling & Kupfer.
Intervista
1) Per il tuo primo romanzo “La voci delle betulle” hai preso spunto dalle vicende che sono accadute ad alcune tue amiche, invece l’idea del tuo secondo libro appena pubblicato “ Ricordaminell’acqua” da dove nasce?
Nasce da una mancanza, o meglio la perdita di una persona a me molto cara.
2) Nei tuoi romanzi soFolinei l’importanza dei legami, perché sono così importanI per te?
Perché definiscono la nostra identità, il nostro passato, ciò che siamo ora.
3) Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Vorrei capissero l’importanza di concludere, nella vita, tutte le strade rimaste aperte.
4) La protagonista di “Ricordami nell’acqua “ è Neve come è nata l’idea di questo personaggio?
Da un elemento che amo molto, l’acqua vista in tutti suoi stati. La Neve è lo stato più bello, mi ricorda la calma, il Natale, il candore.
5) Da cosa è mossa la tua protagonista? E qual è il suo obiettivo?
Il suo obiettivo è capire cosa è mancato nel suo passato e cosa le hanno lasciato i suoi genitori.
6) Secondo te qual è il punto forza del tuo romanzo?
La presenza e la corrispondenza fra il percorsi di un’anima.
7) Al centro dei tuoi romanzi fa da sfondo la natura, che rapporto hai con essa?
Ho un rapporto salvifico. La natura mi depura, mi tranquillizza, mi ricordo da dove vengo.
8) In molte interviste hai dichiarato di scrivere di notte, quando sei assorta nella scrittura ascolti della musica? Quale genere ti dà più ispirazione?
Dipende da quali parti devo scriverla a volte cantautori, a volte musica pop, ma soprattutto musica classica.
Quella mi ispira le parti più poetiche. Anzi sappi che per scrivere “Le voci delle betulle” ho ascoltato quasi sempre Ezio Bosso.
9) Hai qualche aneddoto da raccontarci che riguarda il libro?
Ho fatto la foto di copertina in Val di Mello, il primo giorno di locked-down, ricordo che io e il fotografo eravamo spaventati, stavamo distanza e ci siamo sentiti dei fuorilegge nonostante avessimo un permesso
lavorativo.
10) Una citazione di “Ricordami nell’acqua”.
“Avere la montagna dentro non significa scalare le vette o sfidare le falesie in imprese eroiche e ancestrali. Avere la montagna dentro non è solo l’esserci nati o cresciuti.
Averla dentro significa accettarla. Ascoltarne i silenzi, seguire i ritmi degli alpeggi,rinfrescarsi i piedi nei ruscelli.
Averla dentro significa rispecchiare negli elementi i propri stati d’animo. Significa guardare in alto, anche con le vertigini e ricordarsi che in cima si arriva sempre. Col proprio passo, ma si arriva.”
11) Adesso è arrivato il momento per porI da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
L’avresti mai detto che saresti diventata una scrittrice?
Grazie per il tuo tempo.
Jenny
I libri
Trama
Suo padre Dino scelse per lei un nome importante, Neve, che parlasse dell’acqua nella forma da lui più amata. L’acqua che, nel bene e nel male, aveva accompagnato la loro vita: limpida e dissetante, come quella di montagna, calda ed eterea, come quel vapore che avvolgeva le pozze termali, per le quali il suo paese natio, Aquasalus, era conosciuto. È l’ultima settimana di ottobre e Neve decide di lasciare Rocco, Milano e la loro vita insieme per tornare a casa, alle proprie radici, per salutare i suoi fantasmi. Sono passati vent’anni da quando suo padre, nota guida alpina, è scomparso sulle Alpi, durante un’escursione solitaria: il corpo non è mai stato rinvenuto e Neve si è sempre rifiutata di accettare la sua morte. Questo ritorno alle origini avrà per la giovane donna il sapore dolceamaro di un sacrificio e di una scoperta, necessario per affrontare la sua infanzia e le sue mancanze, per comprendere cosa significhi essere figlia prima di soccombere all’impossibilità di essere madre. La voce di Eloisa Donadelli torna a raccontarci la magia dei luoghi dell’infanzia e della natura, il viaggio di una donna alla ricerca delle proprie radici e di quei legami indissolubili che crescendo si crede di aver perduto per sempre. “Ricordami nell’acqua” è la storia di una famiglia che non è mai riuscita a sentirsi tale, di due genitori che non si sono mai incontrati veramente, della loro figlia, che dovrà imparare a cercare il calore di un abbraccio anche nel freddo della neve.
Trama
Le betulle ci insegnano ad avere radici per restare e foglie per sognare. Bernadette Laudis vive da sempre con un peso inspiegabile sul cuore, un senso di vuoto che le fa mancare l’aria all’improvviso nonostante l’abbraccio caldo della famiglia, e che cerca di colmare con il suono del suo violoncello. Finché, un giorno, un oggetto stonato rinvenuto sul pavimento di casa rivela una verità affilata, che squarcia il velo di purezza di cui credeva ammantata la sua vita. E il dolore la getta in un crepaccio senza appigli, di quelli che si insidiano nei ghiacciai delle Alpi che fanno da contorno al paesino di Cimacase, dove lei da Milano si è trasferita per amore. Una notte, in cerca di ossigeno fresco, Bernadette si addentra nei boschi, trovando una casa circondata di betulle. Lì vive Giosuè, un pastore solitario, un uomo anziano che si è fatto eremita per proteggere i ricordi. In paese lo chiamano «il re delle betulle»: dicono che i suoi consigli siano un balsamo per le ferite dell’anima; dicono che sappia leggerti dentro, ma che non tutti riescano a trovarlo. Saranno quel luogo e quell’incontro a dare voce al passato di Bernadette, alla storia della sua famiglia e al mistero delle sue origini, liberandola da quell’antico peso sull’anima. Perché ci sono destini che solo gli alberi sono in grado di preservare.