L’ Autrice
Elena Pigozzi, nata a Verona, è giornalista, dottore di ricerca in Linguistica applicata e Linguaggi della comunicazione (con tesi di ricerca: La narrazione di “genere” rosa, dalla letteratura all’audiovisivo). Si è diplomata a pieni voti alla scuola di specializzazione in Comunicazioni sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; ha conseguito un master in Tecniche di scrittura per la formazione di sceneggiatori e story editors, organizzato dalla Scuola di Gestione della Comunicazione dell’UCSC e Lux Vide Spa; ha svolto il corso di sceneggiatura organizzato da Medusa Film in collaborazione con l’UCSC di Milano; ha ultimato il corso di aggiornamento in tecnica cinematografica Fare Cinema, diretto da Marco Bellocchio, il corso di Scrittura e tecniche editoriali, diretto da Laura Bosio e il corso di Drammaturgia, diretto da Laura Curino.
Ha svolto attività di ricerca al Dipartimento di Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica di Milano, occupandosi, in particolare, di ricerche sul cinema e sulla letteratura. Ha svolto, e svolge attività di insegnamento in seminari e corsi universitari (facoltà “Linguaggi dei media” e “Lettere e Filosofia”). Ha curato il volume Eurotv (Euresis, Milano 1999) e ha partecipato alla redazione di Speciale Tg. Forme e contenuti del telegiornale (Interlinea, Novara 2001).
Ha preso parte alla progettazione e alla sua prima edizione (2001/2002) del programma televisivo Il Grande Talk, in onda sull’emittente satellitare Sat2000 e attualmente entrato a far parte del circuito Raieducational diretto da Gianni Minoli e in programmazione su Raitre.
Collabora con l’agenzia letteraria Grandi & Associati di Milano.
Come giornalista ha scritto per Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Vivimilano, Duel e il Touring Club junior e Touring Club Giovani.
Come autrice ha pubblicato per Giunti molti libri di umorismo, tra i quali: Come difendersi dai milanesi, Come difendersi dai napoletani, Come difendersi dai romani, diversi manuali e saggi, tra cui un volume di letteratura, La letteratura al femminile (Giunti, Firenze 1998).
Uragano d’estate (edito da Marsilio, aprile 2009) è, invece, il suo primo romanzo.
Intervista
Ciao Elena e benvenuta a “Due chiacchiere con lo scrittore”
- Chi è Elena? Dicci qualcosa di te.
Amo studiare, leggere e scrivere. Non sono passioni, sono la mia vita.
- Come è nata l’idea di scrivere “L’ ultima ricamatrice”
L’idea è nata quando mi è venuta a trovare Eufrasia, quando ancora non sapevo che fosse Eufrasia. Stavo ascoltando uno scrittore che raccontava dello scrivere come un lavoro di “taglia e cuci”, ed è arrivata lei. Prendeva le misure ad un uomo, ma in modo particolare. gli aggiustava la vita, gli sistemava le ferite, gli metteva in risalto le gioie. Ho cominciato a seguire Eufrasia e mi ha mostrato il suo mondo: quello del ricamo e della tessitura come arti di intrecciare vite, storie, forza, bellezza. Eufrasia mi ha anche indicato la sua voce, che poi è il linguaggio evocativo, ricco di immagini, poetico anche, del romanzo.
- Hai un personaggio preferito tra quelli del tuo romanzo? Se sì, chi è e perché ci sei particolarmente affezionata?
Sono legata a tutte le ricamatrici, da Esther a Clelia a Miriam, passando per Eufrasia e la giovane Filomela. Ciascuna di loro mi ha sollecitato un aspetto del mio carattere e del mio vissuto, ciascuna di loro è parte di me. Clelia mi ha ricordato quanto sia forte la vita, perché capace di superare ogni dolore, anche il più terribile. Miriam, invece, mi ha raccontato la forza della sensibilità e della gentilezza. Eufrasia mi ha indicato quanto l’amore – verso un figlio, ad esempio – sia in grado di rendere liberi, di aiutare nella propria strada… E Filomela il perdono, come gesto che ci libera dal passato, rende noi capaci di andare avanti…
- Spesso scrivere nasce da un’esigenza. E’ stato così anche per te?
Sì, non potrebbe essere altrimenti. Non riuscirei a scrivere se non avvertissi la necessità di raccontare una storia, una vita. Eufrasia è venuta a trovarmi e non mio ha più lasciato finché non ho messo il punto alla sua storia.
- Dicci una soddisfazione che hai avuto scrivendo e facendo leggere il tuo romanzo.
Sapere che anche gli uomini si emozionano… E sapere che molti riconoscano come protagonista il linguaggio poetico del romanzo. E sapere che nelle storie delle mie ricamatrici i lettori trovino un inno alla vita, alla sua bellezza, nonostante le difficoltà e le crudeltà che subiscono.
- Senza troppo svelare il contenuto del tuo libro, quale motivo dovrebbe spingere un lettore a leggere il tuo romanzo?
La positività delle donne, forti e indipendenti, e degli uomini che incontrano. Nonostante i dolori, gli affronti e nonostante alcuni eventi drammatici, sono personaggi che sanno amare la vita e la sua bellezza. Vivere resta sempre, per tutti i personaggi, il dono più grande… - Quanto tempo hai impiegato per concepire e mettere per iscritto tutti gli eventi del libro?
Il tempo di prima stesura è stato circa quattro mesi. Ma Eufrasia mi ha regalato un mondo che rappresentano anni di studio, – almeno dieci – dedicati alla poesia e al suo linguaggio e alla scrittura al femminile.
- Io leggo perché…
Non potrei più vivere altrimenti.
Io scrivo perché…
non potrei respirare, mi mancherebbe l’ossigeno - Una citazione del tuo romanzo.
“C’è un tempo che gira, come filo attorno alla conocchia. C’è un tempo che è inseguito dai passi e dal silenzio e dalla memoria di ciò che è stato. E c’è un tempo che spinge il resto verso un disegno che non conosci. E allora, caccia la paura, cedi all’abbandono e fidati di chi gira la ruota.”
Grazie per il tuo tempo.
Grazie a te, Jenny! Per la disponibilità. Ti sono grata di questa opportunità che mi riservi!
Elena
Il libro
Trama
Appoggiata ai bordi del bosco, sulla via che dal paese va verso le montagne, c’è una piccola casa solitaria: è qui che vivono le ricamatrici. Ora è rimasta Eufrasia a praticare l’arte di famiglia, tesse, cuce, ricama leggendo in ogni persona che le si rivolge i desideri più inconsci. Accanto a lei come prima alla bisnonna, alla nonna e alla madre, da sempre, il telaio di ciliegio, rocchetti, stoffe, spole e spilli. Eufrasia ha settant’anni e ha quasi smesso di lavorare, le mani curvate dall’artrite e la modernità in cui tutto è fatto in fretta le avevano fatto pensare di non servire più a nessuno.
Ed è in quel momento che arriva Filomela, una ragazza giovane con il riso negli occhi oltre che sulle labbra, che le chiede di prepararle il corredo e di insegnarle a ricamare. Eccola, l’ultima occasione di fare ciò che Eufrasia più ama: rendere felice qualcuno, raccontargli la vita che verrà intrecciando trama e ordito. Le parole che ha risparmiato per tutta l’esistenza ora sgorgano come fiumi in primavera. Racconta di una giovane vedova di guerra gentile ed esperta nel taglio e cucito, di una splendida e coraggiosa ragazza troppo bella per non attirare le malelingue di paese, di un amore delicato come il filo di lino e tanto sfortunato, e di un ricamo tessuto da generazioni, in cui ognuna di loro ha scritto un pezzo della propria esistenza, una scintilla luminosa nel buio del mondo.
Elena Pigozzi in questo romanzo, ordito sapientemente come il ricamo più pregiato, ci fa vivere cento anni di storia in un battito di ciglia, a volte vento leggero e luminoso, altre cupo e foriero di sventura. Tante vite si intrecciano in queste righe, tanti amori, ma soprattutto l’amore per la vita stessa e per un’arte millenaria che sono la vera eredità dell’ultima ricamatrice.